Capitolo 31

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Avevo passato il venticinque dicembre interamente con i miei genitori ed interamente a fingere sorrisi. Non avevo mai fatto niente di così sfiancante come fingere di essere felice quando avrei solo voluto mettermi nel mio letto, sotto le coperte, e non uscire più.

Il ventisei, quindi, mi ero concessa una pausa ed i miei genitori avevano accettato di passare quella giornata tra di loro.

Non avevo ricevuto nè una telefonata nè uno squallido messaggio da parte di Harry. Mi sarebbe bastato anche un misero grazie. Ma niente.

Sapevo che aveva trovato il regalo ed era quello che faceva male.
Magari l'aveva anche buttato ed io ero ancora lì a pensarci.

«Fatti dare un consiglio-» mi girai su un fianco e dissi alla cagnolina stesa accanto accanto a me «-stai lontana dagli uomini. Gli uomini portano solo guai e dolore. Noi donne siamo forti, ce la caviamo da sole, giusto?»

Lei alzò la testolina e la piegò di lato.

«Lo prendo per un sì» allungai una mano per accarezzarle la pancia.

M strinsi ancora di più nella coperta in cui mi ero praticamente avvolta.
Quel giorno faceva talmente freddo che non avevo avuto nemmeno la forza di pranzare in cucina e, infatti, dopo essermi preparata un sandwich ed aver riscaldato le patate al forno che mia madre aveva cucinato il giorno prima, ero immediatamente tornata sotto le coperte, dove avevo mangiato insieme a Destiny.

Il meteo diceva anche che era alta la probabilità che nevicasse e, un qualsiasi altro anno, sarei stata felicissima dato che adoravo la neve. Ma ovviamente quell'anno non potevo nemmeno godermi la neve a causa di Harry.

Non potevo neppure consolarmi pensando che tra pochi giorni io ed i miei amici saremmo andati ad una festa di capodanno visto che mi avevano praticamente costretta ad invitare anche Chantal e Harry, motivo per cui mia sorella aveva dovuto lavorare il giorno di Natale pur di avere il trentuno libero.

Quando stavo quasi per addormentarmi con sentii il mio cellulare vibrare ripetutamente sul comodino.

Ci impiegai una manciata di secondi a trovare la forza di girarmi.

«Pronto?» risposi con ancora gli occhi chiusi e nessuna intenzione di aprirli.

«Puoi scendere?»

Gli occhi che, fino a poco prima, erano troppo stanchi anche solo per aprirsi si spalancarono appena riconobbi quella voce.

Mi misi immediatamente a sedere non riuscendo ad evitare che la rabbia si facesse spazio nel mio corpo. Mi aveva ignorata per giorni senza alcun motivo ed aveva il coraggio di chiamarmi all'improvviso e dirmi una cosa del genere?

«Scusami?» dissi con tono di voce acuto.

Mi strinsi il ponte del naso tra le dita cercando di calmarmi.

Destiny si mise subito a sedere, preoccupata dal mio tono di voce.

«Sono davanti al portone di casa tua. Puoi scendere, per favore?» chiese di nuovo, come se quel per favore potesse cambiare il fatto che fosse stato un enorme stronzo.

«Vaffanculo, Harry.»

«Belle, ti pre-»

«Belle un cazzo!» praticamente strillai.

Lo amavo, era vero, ma non avrei lasciato che l'amore che provavo per lui mi costringesse a stare ai suoi cambiamenti di umore e non gli avrei permesso di trattarmi male per motivi che neanche sapevo.

«Voglio solo parlarti, Isabelle. Credi che lasciare tutto così servirebbe a qualcosa?»

«Sei tu che hai creato questa situazione, Harry. E senza un maledetto motivo. Di certo non è colpa mia» abbassai la voce ma sentii chiaramente il mio viso bollente che era sicuramente diventato rosso come ogni volta che mi arrabbiavo.

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