Capitolo 37

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Scrittrice: Chiara

Pov. di Harry

Nella stanza si sente solo la leggera scia di musica che esce dallo stereo.

Tra i miei silenziosi respiri, ascolto la melodia in cerca di ispirazione per scrivere una nuova canzone per le directioners.

Hope scende dalle scale e mi bacia la fronte.

"Vado con tua madre a prendere dei accessori per la cucina."

"Okay."

Si siede sulle mie gambe e mi accarezza i capelli. I nostri occhi si legano dalla nostra intensità.

Amo quando le sue guance diventano rosse e la felicità dei suoi occhi è contagiosa. Amo come le nostre mani si intrecciano. Amo il suo sorriso che ricorda la prefezione. Amo quando mi fa impazzire di amore per lei. Amo tutto di lei. Nessuno non ci può dividere.

"Ora vado." mi bacia.

Quando vedo un piede fuori dalla porta, la raggiungo e le blocco l'uscita.

"Hey!" mi dice.

"Voglio un bacio come si deve." le dico.

Le nostre bocche si abbracciano e le nostre lingue si scontrano in cerca di uno dell'altro.

Quando ci allontaniamo, siamo senza fiato. Le bacio la fronte e la lascio passare.

"Ti amo." le dico.

"Anch'io Hazza."

Chiudo la porta alle mie spalle.

-

Prendo una pentola per riscaldare l'acqua.

Hope sarebbe venuta tra mezz'ora e voglio prepararle una cena con i fiocchi.

Mentre mi avventuro nella cucina in cerca della bilancia per pesare la pasta, il campanello dell'ingresso suona. E già qua?

Mi dirigo alla porta pronto a cogliere a braccia aperte la mia luce.

Apro quella barriera e il mio sorriso sparisce nell'arco di un secondo. Joannie.

"Ciao Harry."

"Ciao." dico con un filo di voce.

Ci guardiamo negli occhi. Quei occhi che ho odiato fin dall'inizio.

"C'è Hope?" mi chiede.

Sento lo stomaco contorcersi per la rabbia.

"Se le vuoi dare un altro pugno, non sei la benvenuta." sbraito.

"Harry smettila per favore!" cerca di gridare, ma qualcosa le blocca la voce.

"Sono venuta qua per parlare, non per creare un' altra lite."

Senza esitare la faccio entrare nella mia dimora. Si guarda intorno in cerca degli occhi verdi di Hope.

"Hope non c'è, ma dovrebbe tornare a breve."

Joannie si gira verso di me e  si avvicina pericolosamente a me.

Mi copro d'istinto la mia faccia per non ricevere alcuna violenza, ma sento le sue braccia cingermi il torace.

Mi sta abbracciando!? La guardo in cerca di una risposta e una lacrima le riga una guancia.

"Mi dispiace Harry, non solo per l'accaduto. Per tutta la tua vita. Sono solo una stronza che non gli importa degli altri.  Io non avevo guardato le conseguenze che potevo crearti. Ero stata così cattiva nei tuoi confronti e anche ora lo sono. Ti guardo come se fossi una persona estranea. Ho sbagliato tutto Harry. Ho sbagliato ogni singola cosa. Se solo avessi una gomma per cancellare la vita, ti avrei dato fin dall'inizio quello che volevi." la abbraccio più forte.

È pentita di tutto, ma sbaglia. Le alzo il mento.

"Joannie, tu hai fatto una grande cazzata l'altra volta, ma non devi essere pentita della mia nascita. Io sono qui felice e innamorato. Non devi essere arrabbiata perché non mi hai fatto da mamma. Anzi, tu hai scritto un po' la mia storia perché sei fossi rimasto con te, ora io ed Hope non saremmo fidanzati. Ho avuto una bellissima infanzia e sono ancora più felice ora che ci siamo ricollegati. Ma voglio che ci continuamo a vedere sia come madre e figlio nella mia nascita che come la mamma di Hope e il rubacuori di lei. Ti voglio un mondo di bene." le bacio una guancia.

Le lacrime si moltiplicano.

"Harry sei un angelo! Nom dovresti perdonarmi. Anch'io ti voglio bene rubacuori." e ridiamo.

Sentiamo la porta aprirsi e vediamo Hope con un paio di buste.

"Harry sono a..." alza la testa e spalanca gli occhi.

"...casa." sussura con un filo di voce.

Stringo di più la spalla di Joannie per farle fare il primo passo.

Le dico mentale: "Coraggio... tutti sono capaci di perdonare."

Come se mi ha letto nella mente, alza la testa e mi sorride. Si stacca da me e fa un passo verso Hope.

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