Capitolo 42

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Scrittrice: Giorgia

Pov di Hope

Ero al settimo cielo per Mika e Andy. Hanno dovuto affrontare una prova molto difficile, ma l'hanno superata magnificamente.

Per quanto riguardava me e Harry, andavamo bene, ma che dico, molto bene!

Per i primi tempi siamo dovuti andare quasi tutti i giorni a casa di nostro fratello per aiutarlo ad accudire suo marito, doveva riprendersi con il nostro aiuto e piano piano migliorava.

Harry mi aveva finalmente promesso una seratina tra noi due, da soli senza cognati malati o fratelloni gay. Ma mi aveva tenuta all'oscuro fino all'ultimo.

Il giorno é oggi ed io sono ancora all'oscuro.

Ero fottutamente agitata, mi aveva detto solo di vestirmi con un vestito elegante:

"Il più elegante e bello che tu abbia!" mi aveva detto.

Comprai un vestito rosso a tubino con scollatura a cuore molto stretto e anche abbastanza luminoso. Tacchi alti e per finire le punte dei capelli arricciate.

Harry tornò a casa vestito di tutto punto, era splendido, tanto per cambiare.

"Pronta signorina?" dice, porgendomi il braccio, in modo che potessi reggermi.

"Mai stata più pronta!" esclamai.

Partimmo e raggiungemmo in un attimo le sponde del Tamigi.

Un battello addobbato da candele e petali di rose se ne stava appollaiato in attesa di partire. Capii solo mentre ci avviavamo verso la barca, che sarebbe stata la location dell'appuntamento.

Salimmo e arrivammo sul ponte, un tavolino era stato sistemato al centro con una candela e una rosa.

Ci sedemmo e cenammo.

-

Fu una serata piacevole, molto rilassante dopo la settimana dura per Andy.

Finita la cena Harry disse:

"Ti starai chiedendo del perchè tu sia qui..."

"Mi hai letta nel pensiero" era vero. Non aspettavo altro da tutta la sera.

Prese, non so da dove, un cuore di cartone, era abbastanza grande.

"Ho voluto fare una cosa speciale" me lo porse e aprii la scatola.

C'erano biglietti e foto con dentro scritte varie dediche.

Erano foto che ci ritraevano, con scritto frasi che avevamo detto io o lui.

Sul fondo c'era una lettera:

"Non sono bravo con le parole quindi l'ho scritto" si giustificò.

Cominciai a leggere:

"Hope, ti amo, lo sai già ma voglio ricordartelo. Ci conosciamo da quasi due anni, ma stiamo insieme da molto meno, purtroppo. Avrei voluto averti sempre, ma il destino ci è stato contro. Anche se é stata tua mamma a separarci per un intero anno, la devo ringraziare. Perchè se non avesse fatto una,se non la più grande, cazzata della sua vita, non sarei nato, non sarei qui, e non ti avrei mai incontrata. Avrei preferito dieci mila volte essere nato per uno stupido tradimento e averti incontrato, che non essere mai nato.
Il destino ci ha dato molte prove da superare, e questa è stata la più grande, ma non sarà l'ultima.
Esatto, l'ultima, perché spero, voglio con tutto me stesso, passare il resto della mia vita con te. Quindi...vuoi sposarmi?"

Le lacrime cominciarono ad occupare gli angoli dei miei occhi.

Voleva sposarmi? Aveva fatto tutto questo per me?

Mi voltai verso il suo posto al tavolo, ma era vuoto, quando mi girai dall'altra parte lo vidi in ginocchio davanti a me.

Sorrideva e gli occhi gli brillavano e sorrideva imbarazzato:

"Lo sai che non sono bravo con le parole...spero di averti fatta felice. Mi vuoi sposare?"

Lo afferrai per il colletto della camicia e me lo portai alla bocca.

"Lo prendo come un si?" disse tra un bacio e l'altro.

"Si" lo baciai di nuovo.

Oddio mi aveva appena chiesto di sposarlo! Non ci potevo credere.

"Aspetta, devo metterti l'anello" rise.

"Per i baci avremo tempo più tardi" aggiunse.

Aprì la scatoletta che aveva tirato fuori dalla tasca, me lo mise lentamente sorridendo.

Io piangevo come una dannata bambina, ma me ne fottevo.

Lo ricominciai a baciare, sperando quel momento non finisse mai.

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