Ninth_9

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Feci entrare San dentro casa, eravamo soli, evidentemente mia madre era ancora al lavoro.
Presi una sedia e la misi in bagno, facendoci sedere il corvino, era vicino al lavandino; poi presi dell'ovatta, acqua ossigenata e tutte altre cose che servivano per medicare, grazie a Dio mia madre le teneva tutte in un piccolo scomparto in bagno.
San non voleva guardarmi in volto, così glielo presi lentamente e con delicatezza tra le mani e lo girai verso di me, per poi iniziare a pulirgli il volto dal sangue.
Il naso non era rotto, per fortuna, era solo uscito un po' di sangue a causa della botta.
Sullo zigomo e sulla mandibola vi erano due lividi, ormai evidenti, le macchie erano violacee e giallognole, le sfiorati ma subito tirai indietro la mano vedendo il volto di San in sofferenza.
Si era fatto male sul serio, però il volto era meno gonfio di quanto mi aspettassi.
Abbassai lo sguardo fino ad arrivare alle sue labbra, ferite a causa dello scontro, mi dispiace che si fossero ridotte in quel modo a causa mia.
Il labbro inferiore era nettamente spaccato, ma si sarebbe ripreso in fretta.
Rimasi a guardare le sue labbra per qualche secondo, poi vi poggiai le dita, passandocele sopra senza far male a San, il quale mi guardava dritto negli occhi, stupito dal mio comportamento.
Avvicinai il mio volto al suo, lui sembrò paralizzato, poi posai un bacio sul livido sul suo zigomo sinistro.
Lui mo guardò senza capire.
-Mia madre faceva così con me quando ero piccolo, diceva che le ferite sarebbero guarite prima, non succedeva mai, ma ormai vi ho fatto l'abitudine, scusa- risi imbarazzato imprecando mentalmente per quanto mi fossi comportato da stupido.
-No... non scusarti. Nessuno l'aveva mai fatto per me... grazie- disse San strappandomi un sorriso.
Lui rise insieme a me.
Uscimmo dal bagno quando finimmo di sistemare tutto, gli avevo messo un po' di fondotinta in volto, così che I lividi si vedessero di meno.
Mi sedei sul divano in salotto, mentre San rimase in piedi ad osservare le foto di famiglia attaccate ad una delle pareti della medesima stanza.
-Tua madre deve volerti molto bene- disse guardando le foto.
-Già... mi ha cresciuta da sola- dissi tristemente, ma ero comunque orgoglioso di mia madre, da giovane aveva avuto un coraggio unico nel crescermi da sola, senza nessuno ad aiutarla, era stata incredibile.
-Sola? Quindi tuo padre...?- domandò curioso, sentendo comunque una leggera tensione nell'aria, ormai palpabile.
-Non l'ho mai conosciuto, non so nemmeno il suo nome, mia madre si rifiuta di dirmelo, ma la capisco, lui l'ha abbandonata dopo aver saputo che aspettava un figlio. Mia madre era più piccola di lui, so solo che lei rimase incinta di me durante il suo ultimo anno di scuola, mio padre credo fosse nella sua classe o almeno nella stessa scuola. Non ho mai chiesto molto su di lui, non mi interessa conoscere una persona che ha abbandonato mia madre quando più aveva bisogno d'aiuto- dissi sicuro di me.
Era la prima volta che parlavo di mio padre con qualcuno che non fosse mia madre, infatti mi stupii da solo.
San mi guardò per qualche attimo, poi si girò nuovamente verso le foto.
-Anche io sono in una situazione... particolare- disse, poi senza che io lo incitassi a continuare parlò ancora.
-I miei genitori sono morti circa tre anni fa- disse San, spezzandomi il cuore, si sentiva la tristezza nella sua voce, il dolore.
-Sono stati uccisi- sussurrò, così subito lo fissai scioccato, lui portò lo sguardo verso di me, il quale però non traspariva alcuna emozione, solo la sua voce lo faceva.
-Come fai a mantenerti?- domandai curioso.
-Lavoro, ma i miei genitori erano anche benestanti, infatti mi è rimasta una bella eredità- disse fissandosi questa volta a guardare una mia foto in cui spegnevo le candeline di una torta di compleanno, precisamente quelle in cui compii sei anni.
-Eri molto carino da bambino- rise, sembrava voler uscire dal discorso dei suoi genitori, così lo lasciai fare, sapevo cosa volesse dire aver problemi a parlare della propria famiglia, anche se entrambi eravamo riusciti a parlare apertamente l'uno all'altro.
-A casa mia ho molte foto di me da piccolo, mia madre adorava attaccarle per tutta casa. Mia sorella maggiore è all'estero con il marito, quindi ho casa tutta per me sempre, anche se a volte è molto triste rimanere solo tutto il giorno- disse avvicinandosi a me per poi sedersi al mio fianco.
-Ora non dovrai più rimanere solo, ci sarò io per te- dissi sorridendogli apertamente, lasciandolo senza parole mentre i suoi occhi brillarono di quella che sembrava... speranza.

ᴅᴜꜱᴋ ᴛɪʟʟ ᴅᴀᴡɴ | ᴡᴏᴏꜱᴀɴDove le storie prendono vita. Scoprilo ora