Fifteenth_15

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Mi svegliai a causa di un forte rumore, non capii subito cosa fosse, poi maledii chiunque fosse stato a farlo.
Guardai l'orologio e subito mi prese il panico.
Ero in un ritardo assurdo.
Saltai giù dal letto urlando a mia madre di non avermi svegliato.
Andai verso l'armadio ed iniziai a vestirmi alla velocità della luce, poi sentii nuovamente quel rumore, così decisi di affacciarmi alla finestra per capire cosa causasse quel frastuono insopportabile.
-Oh no no no- dissi, ma mentre dicevo queste parole sul mio volto apparve un sorriso a trentadue denti.
C'era San appoggiato alla sua moto e con il telefono in mano, poi questo ultimo se lo portò all'orecchio ed in un attimo il mio telefono squillò.
Andai a rispondere alla chiamata e non appena sentii la voce del corvino il mio cuore si addolcì.
-Muoviti, sto qui sotto- disse con sicurezza.
-Mia madre non mi ha svegliato, dovrai aspettarmi. E comunque sei un pazzo. Dopo quello che è successo ieri sera hai ancora il coraggio di guidare la moto?- domandai ridendo.
-So di esser pazzo, quindi muovi il culo e scendi- disse infine ridendo, facendo scappare anche a me una piccola risata.
-Arrivo- risposi prima di chiudere la chiamata.
Ero veramente felice, non mi aspettavo che lui mi passasse a prendere.

Dopo essermi preparato scesi in salotto, dove mia madre era seduta a guardarmi mentre sghignazzava.
-Non mi hai svegliato!- subito la accusa puntandole il dito contro in modo giocoso.
-San mi ha detto di farlo, voleva portarti lui a scuola, quindi sgrida lui- rise con un sorriso sincero in volto, amavo vederla sorridere, le volevo un mondo di bene.
-Adesso vai o farete tardi sul serio- disse prima di prendere in mano il telecomando della televisione per guardare un po' di TV.

Quando uscii di casa lo vidi sorridere, poi mi passò un casco.
Lo infilai, era diverso da quello che avevo indossato il giorno precedente, quello lo stava infatti indossando San.
-Avevi due caschi?- domandai curioso.
-Ieri l'altro l'avevo lasciato a casa, non porto spesso gente in giro con la mia moto. Dai ora sali o faremo tardi sul serio- sorrise preparandosi a partire, allora io salii in sella dietro di lui, sistemandomi il più possibile per non rimanere d'impiccio all'altro.
Mi strinsi a San, lui in risposta fece risuonare il motore e subito partimmo, ma notai che lui non stesse andando alla stessa velocità di ieri, nonostante stesse comunque superando il limite di velocità.
-Quanto hai pagato la moto?- chiesi, lui non mi rispose subito, prima si concentrò nel fare due curve senza rallentare troppo.
-Tantissimo- rispose il corvino.
-Tipo?- domandai allora.
-Più di quanto costi una moto normale- rispose ancora, stupendomi.
-Tutto ok dopo ieri sera?- feci, vedendolo un po' più attento alla guida.
-Sì, è solo che andare a quella velocità... credevo di morire, eppure l'ho fatto comunque, è questo quello che mi preoccupa di più- rispose subito, sentii una leggera punta di preoccupazione nelle sue parole.
-Oggi ho lezione di canto, sai dove sia l'aula?- domandò lui dopo qualche attimo di silenzio, cambiando discorso.
-A che ora la fai? Anche io oggi ce l'ho- risposi sperando con tutto me stesso che lui stesse nel mio stesso turno.
-Prima ora, tu?- fece subito dopo.
-Anche io! Possiamo andarci insieme!- dissi felice, poi lui subito prese una curva in velocità e dalle mia labbra scappò un leggero urletto poco virile che fece ridere il corvino.
Mi ero stretto di più a lui, ma San non disse niente, era così gentile con me... non lo capivo, ma gli volevo bene proprio per questo, proprio perché era diverso.
Ripensai a ciò che era successo la sera prima, così subito persi un battito.
Avevo veramente ammesso di provare qualcosa per Choi San? Sì, decisamente sì.
Mi maledissi mentalmente quando sentii le mie guance scaldarsi, ringraziando il cielo erano nascoste dal casco.
Il resto del tragitto fu silenzioso, San mi fece scendere per primo quando arrivammo a scuola, subito dopo lui scese dalla sella e bloccò la moto con una catena che sembrava parecchio pesante.
-Sembra che l'intera scuola ci stia osservando- rise San per poi mettermi un braccio attorno a collo.
Iniziammo a camminare verso l'edificio scolastico ridendo perché tutte quelle persone ci stavano guardando scioccate, ma con rispetto, probabilmente per quello che era successo il giorno prima.
-Lasciali guardare, devono vederti per quello che sei veramente, mostrargli che si sono sbagliati, mostrargli che sei superiore a tutti loro- disse vicino al mio volto, riempendomi di sicurezza, facendomi sorridere come un idiota.
Come poteva esistere una persona come San? Era perfetto.

ᴅᴜꜱᴋ ᴛɪʟʟ ᴅᴀᴡɴ | ᴡᴏᴏꜱᴀɴDove le storie prendono vita. Scoprilo ora