15. Lui

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Nonostante si fosse rivelata sfuggente come un'ombra a mezzogiorno, era finalmente riuscito a raggiungerla. Gli indizi seminati lungo la sua strada e sempre più visibili con l'avvicinarsi a lei, uniti alla conoscenza di alcune sue piccole abitudini gli avevano permesso di individuarla all'interno di uno dei paesi a Sud di Gal 'Duin. Fuggiva disperatamente e senza sosta e lui voleva trovarla prima che fosse troppo tardi e sparisse un'altra volta. 

La intercettò lungo la strada e la spinse in una spoglia e chiusa laterale, riparandola dagli sguardi indiscreti che i paesani potevano lanciare dall'interno delle loro case e durante le loro brevi passeggiate. La ragazza agì per automatismo, voltandosi, facendolo urtare contro la parete e bloccandolo con un braccio sul collo e una delle lame puntata allo stomaco. Colto alla sprovvista da quella reazione violenta e dall'abilità accresciuta della giovane, lasciò che lo manovrasse senza intralciarla: rimase immobile, dandole tempo, sbattendo contro il suo sguardo perso, sorprendendosi dell'intensità del vuoto che trasmetteva. 

Non aveva mai visto i suoi occhi così appannati. L'allerta e l'attaccamento alla vita avevano acuito il suo istinto e le si erano radicati talmente addosso da impedirle di ragionare. Agiva con distacco, come se il suo cervello fosse scollegato dalle sue membra. 

«Sono io, Yuren» 

Solo a quelle parole Elettra sembrò riuscire a metterlo a fuoco. Lo riconobbe ma non abbassò la guardia di un millimetro: la lama argentea di uno dei suoi pugnali rimaneva immobile all'altezza della sua vita. Poteva sentirne la punta acuminata attraverso la stoffa. 

«Mi sgualcisci i vestiti» Grey arricciò il naso, ora apertamente infastidito dal comportamento che la ragazza stava mostrando nei suoi confronti, continuando a cercare un barlume di lucidità negli occhi scuri inchiodati a pochi centimetri dai propri. «Non sono qui per quello» 

Lui sapeva. 

Di nuovo la paura soffocò la sua mente e l'istinto ebbe il sopravvento: la presa sull'elsa si rafforzò e la lama arrivò ad intaccare la pelle del giovane oltrepassando il cotone bianco e lasciandogli come ulteriore avvertimento una sottile e breve linea rossa sulla pelle. 

Era troppo. Fu rapido: mani calde sui propri polsi interruppero la minaccia di Elettra prima che lei se ne rendesse conto. Le dita di Grey sapevano cosa cercare: Alice e Diane caddero a terra mentre la loro portatrice perdeva la presa sui loro manici ed un lamento di dolore le usciva dalle labbra a causa della torsione che il ragazzo aveva applicato sui suoi legamenti e allo strattone con cui l'aveva schiacciata contro la parete «Se avessi voluto ucciderti l'avrei già fatto» 

«Fammele raccogliere» 

Quella voce rotta penetrò nella mente di Grey come uno spillo scontrandosi prepotentemente con il suo ricordo. Era davvero Elettra quella che teneva tra le braccia? La ladra? L'assassina? Dov'erano finite la determinazione e la faccia tosta che aveva sempre dimostrato?

«Avremo compagnia tra qualche ora, non è il caso di rimanere qui» Allentò la stretta sui polsi della ragazza quanto bastava per smettere di farle male, lasciando a lei la scelta di reagire o meno. Anche se non erano scritte, c'erano delle regole per quelle situazioni: Grey l'aveva sotto scacco. Sarebbe rimasto al suo posto se anche lei lo avesse fatto; al minimo movimento avrebbe ricominciato a stringere. 

«Non ti credo» sputò lei, senza quasi ascoltarlo, guardandosi attorno con urgenza. «Lasciami» 

Non c'era niente che potesse esserle utile in quel vicolo scuro. Lo sarebbero state solo le sue sorelle, ma erano ancora per terra, sporcate dalla polvere della strada.

«Due gigli ed un garofano ti sono alle calcagna. Ho beccato perfino qualche idiota di basso rango che cercava informazioni su di te, ma loro non mi interessano. Vogliono la taglia che hai sulla testa» Interruppe la sua richiesta parlando con il codice più famoso nella Gilda: ogni fiore un simbolo manifestato in un diverso modo di morire. 

Ombre di AmbraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora