19. Ambra e Galena

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Agganciò il suo obbiettivo rimanendo immobile, con il corpo aderente al muro di mattoni della casa che faceva da angolo tra il vicolo e la strada principale. 

Nel primo chiarore dell'alba si udivano solamente i suoi passi leggeri ed il fragile rumore del vento contro le fronde degli alberi. Il cielo ancora buio, sfumato dall'arancio luminoso del cielo, rallentava il tempo, immobilizzandolo in un istante. Aspettò che le fosse affianco per afferrare il suo mantello e tirarlo a sé, bloccandolo tra il suo corpo e la parete. «Immobile, o non avrai il tempo nemmeno per un'ultima parola» 

La tensione di Grey si sciolse riconoscendo nelle parole del suo assaltatore il timbro tiepido della voce di Elettra e la nota inconfondibile di musica lasciata dalle sue labbra, piegate in una smorfia divertita. Ghignò, rilasciando la presa dal pugnale nascosto sotto al mantello, e socchiuse gli occhi scuotendo piano la testa. Quella donna era imprudente come pochi: non avrebbe dovuto riattraversare lo stretto senza prima parlarne con lui. «Mi fai gli agguati?» 

«Sì» Elettra sorrise, limitandosi a pungolarlo sulla pancia. 

«Ragazzina, vuoi pagarmi un'altra camicia?» la provocò, girandosi tra le sue braccia. 

«Quanto sei noioso» lei alzò gli occhi al cielo e fece un passo indietro, riponendo l'arma nel fodero sul suo fianco.

Grey incrociò le braccia al petto scaricando il peso contro il muro. «Ho una novità, Yuren» controllò sottecchi la sua reazione, convinto che per lei la notizia non fosse fresca come lo era stata per lui. Quella ragazza era più agguerrita di ciò che voleva fargli credere: seppur morsa dalla coscienza, la situazione doveva essersi fatta talmente pesante da portarla ad optare per l'omicidio. E di conseguenza... «Antares è morto» 

«Dimmi qualcosa che non so» Eccola. Grey fermò gli occhi su di lei, trattenendo una smorfia compiaciuta. La conferma arrivata tramite il suo ghigno gonfio di soddisfazione l'aveva sollevato e riempito di una sensazione simile all'orgoglio. 

«Hanno parlato di un lavoro impreciso», aggiunse, per il puro gusto di provocarla e toglierle quell'aria beffarda dalla faccia. «Più pugnalate sulla schiena, ancora sullo sterno ed un taglio sghembo sul collo» 

«Sarebbe stato pulito, se non avesse continuato a muoversi. Il dannato non ha smesso di agitarsi se non un attimo prima di emettere l'ultimo respiro» 

«Vuoi uno zuccherino come premio?» 

«Ne hai uno?» Elettra tirò fuori la lingua in un'espressione talmente sciocca e divertita da fargli arricciare le labbra. 

«No» le picchiettò la fronte con le dita. «Però ti posso offrire del vino»


* * *


«Quindi dovrei ringraziare quel cadavere per averti fatto buttare lo straccio che indossavi di solito» ridacchiò, guardando la figura di Elettra alla luce del primo sole. Si erano allontanati dal centro città e la ragazza l'aveva spronato a seguirla sul suo mondo di tegole e comignoli e usare dieci minuti del loro tempo per aggiornarsi di persona, senza l'ausilio di fogli di carta e di strani simboli. 

«Cogli sempre il lato positivo, eh?» la ladra scosse la testa nascondendo un sorriso. Sciolse il nodo della pellegrina che portava sulle spalle e l'abbandonò al suo fianco, mettendo in mostra uno degli acquisti fatti con il denaro che Antares aveva lasciato nella sua stanza vuota e che lei aveva recuperato una volta smaltito il panico. 

«Preferisco comunque il mithril» Grey alzò le spalle, guardandola. 

«Quello ho imparato ad indossarlo sotto all'armatura» sottolineò la ragazza con complicità. 

Ombre di AmbraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora