36. Trattative

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Picchiettò le dita contro il tavolo, osservando con la coda dell'occhio il giovane che aveva appena varcato la soglia del locale. Le ci erano volute settimane per abituarsi al dolore ed accettare la convivenza forzata con il suo alter ego. Aveva rinunciato ai propositi suicidi che tenevano in allerta l'Ombra per decidere di continuare a viaggiare verso Ovest fino al deserto dove non avrebbe potuto nuocere a nessuno, ma nel frattempo, ancora circondata dalla civiltà, aveva trovato una distrazione. Se ci pensava troppo a lungo, la faccenda assumeva dei risvolti comicamente grotteschi: era probabile che il pretesto individuato per rimanere presente e lucida a sé stessa avesse la stessa origine di ciò che l'aveva condannata. 

L'aveva notato distrattamente alle porte della città di Galmore: un ragazzino sbandato dai capelli di paglia e dagli occhi chiari, innocenti, ma determinati. Le aveva ricordato sé stessa durante la sua prima missione in quelle terre. Anche lei era stata ingenua e si era persa nella grandiosità del nuovo mondo, così inaspettatamente immenso e complicato. Ora, ferma nella locanda di Evalens, lo stava aspettando. 

Per quanto Elettra fosse ben consapevole che il suo obbiettivo fosse lei, seminare qualche indizio per mettere alla prova la sua abilità di inseguitore stava iniziando a diventare un piacevole passatempo. Del resto sembrava talmente inesperto da non costituire un reale pericolo. 

Allungò le mani sulla tavola, impigrita, quindi si coprì la bocca nascondendo uno sbadiglio. Si chiese di nuovo se fosse davvero stato mandato dalla Gilda, se fosse stato abbastanza stupido da scambiarla per qualcun altro o abbastanza sfortunato da aver visto in giro una delle sue vecchie taglie ed aver deciso di commettere il suo assassinio per riscuoterla. La seconda ipotesi rimaneva altamente improbabile data la cura con cui lei, Grey ed i membri della stessa Gilda avevano rimosso i ritratti dopo l'ufficializzazione della sua morte, quindi trovarla doveva essere la sua missione e chiunque gli avesse dato quell'incarico l'aveva decisamente sottovalutata. 

Sospirò, annoiata, concedendosi un altro cucchiaio di zuppa ed appoggiandosi allo schienale della panca. Per rendergli la missione più difficile si era camuffata ancora e, di nuovo, aveva cronometrato il tempo che quel giovane uomo aveva impiegato a rintracciarla. Due giorni, e questa volta, ad Evalens, era entrato nella stessa locanda in cui alloggiava la ladra. Senza che lo sapesse, per la prima volta da quando l'aveva notato i metri che li separavano si potevano contare sulle dita di una mano. 

Il gioco che stava conducendo con quel novizio era una distrazione. Riusciva a tenere sveglia la sua parte razionale senza stuzzicare l'Ombra. Pensare ed avere uno scopo mantenevano la sua mente lucida impedendole di precipitare nel torpore in cui non era lei ad essere al comando del suo corpo. Afferrò la propria borraccia, ingerendo quanto bastava per togliere dalla bocca la sensazione di secchezza. Stava bevendo poco. Glielo dicevano le labbra asciutte e le mani screpolate dal freddo.

Il novizio parlava con l'oste gesticolando, nervoso. Elettra soffocò un sorriso: dopo due settimane di fallimenti sarebbe stata anche lei parecchio irascibile. Si morse appena il labbro inferiore, intenerita dalla sua stizza e tentata di avvicinarsi ed ascoltare le sue domande per comprendere qualcosa in più sul suo inseguitore ed i suoi intenti. Ne aveva bisogno per salvaguardarsi. Prima che potesse prendere una decisione, il suo passatempo scosse la testa e si diresse verso di lei, cercando un posto libero nei pressi del focolare. Si sedette al capotavola alla sinistra di Elettra, lasciando un posto vuoto tra loro, dando le spalle al camino, e perdendo così la visibilità su metà della sala. Aveva ancora molto da imparare. 

Mentre scioglieva i primi bottoni del mantello, la ladra distinse una forma d'argento: il chiarore della spilla della Gilda si stagliava inconfondibile sulla stoffa scura a cui essa era stata assicurata. A quella conferma le mani di Elettra si strinsero lentamente a pugno. Perché la Gilda la stava cercando? 

Ombre di AmbraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora