«Dove vai?»
La voce di Elettra, ancora ovattata ed arrochita dal silenzio della notte, gli arrivò alle orecchie prima che potesse finire di vestirsi. «A cercare qualcosa da mangiare»
«Grey, è presto, avremo dormito tre ore» tese un braccio nella sua direzione, aggrappandosi alla sua maglia.
«La tempestività è essenziale» La sbirciò solo per un attimo: il suo labbro inferiore sporgeva su quello inferiore in una smorfia di disapprovazione.
«Volevi lasciarmi qui senza nemmeno avvisarmi...»
«Non ti saresti nemmeno accorta della mia dipartita se fossi un'ordinaria ragazzina» cedette e si piegò su di lei per salutarla con un bacio.
«Ringraziando il cielo sono solo un'ordinaria ladra senza istinti omicidi» lo trattenne contro il letto, tentando riportarlo affianco a sé sotto le lenzuola. «Fa freddo qui sotto senza di te» mormorò, cercando addosso a lui il calore che era sparito quando si era sfilato dalle coperte.
«Elettra, cara, cara ragazza. Non intendo morire oggi solo perché tu hai voglia di fare del buon sesso con il sottoscritto» Si burlò di lei, sentendo le sue mani indugiare sulla pelle del suo petto e della sua schiena, pronte a stringerla e bearsi della consistenza dei muscoli di solito coperti dai vestiti e dalla sottile armatura.
«E io non intendo morire oggi dopo che hai rivelato la nostra posizione al mondo andando a cercare del cibo» Elettra strinse le dita sulla sua cintura e le fece scendere ad accarezzare l'interno coscia, guardandolo apertamente, come se il suo atteggiamento promiscuo non fosse tale, nascondendo tra le coperte il suo sorriso.
«Non sono un idiota» le bloccò la mano prendendola per il polso e schiacciandolo contro il cuscino, affianco al suo viso, cercando di ignorare l'espressione furba sempre più manifesta sulla faccia della giovane. Tenendola bloccata contro il materasso sfiorò il suo viso con il proprio e le concesse un fugace e umido bacio. «Tornerò in un attimo»
«E poi dove andiamo?»
Grey la sbirciò dirigendosi alla cassettiera per afferrare le proprie armi e sistemarsele addosso. «A Sud. Mirzam, prima, e poi a vedere il tempio di Dunin di Ardyon»
La ladra si sfilò dalle coperte e con un gesto fluido si infilò la maglia abbandonata per terra quella notte. Si alzò sfregandosi le braccia, e scosse la testa avvicinandosi a lui, scacciando i ciuffi scuri che erano caduti a coprirle il volto. «Mi faccio trovare pronta allora»
«Ottimo»
Le baciò la fronte e, sfiorando con lo sguardo le cosce nude e le forme nascoste dalla stoffa, si allontanò fino all'altro lato della stanza. Sembrava serena, ma torceva le mani ingioiellate sopra al ventre, manifestando con quella piccola mania la paura per quella breve e momentanea separazione.
«Stai tranquilla» Le sorrise. La salutò ammiccando ed uscì, accostando dietro di sé la porta e le ante del balcone.
* * *
Elettra posò la spazzola sul mobile, osservando come la luce del giorno filtrata dalla fessura tra le ante rimbalzasse sulla superficie specchiata che aveva davanti per distribuire un alone soffuso in tutta la stanza. I minuti le sembravano eterni da quando Grey era uscito dalla stanza.
Guardò ancora l'entrata socchiusa ed i loro zaini pronti affianco ad essa. Si era vestita di tutto punto ed aveva lisciato la chioma scombinata dalla notte con l'attrezzo trovato in uno dei cassetti del comodino. Lo afferrò di nuovo e lo fece scivolare nella borsa, per poi alzarsi e sedersi sul letto sfatto con un sospiro.
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Ombre di Ambra
AdventureElettra ha vent'anni ed è una ladra. Le sue sorelle d'acciaio e il profondo desiderio di libertà sono le uniche certezze nella sua vita, ma le Cappe Nere, gilda di ladri ed assassini per cui lavora, non sono intenzionate a lasciarla andare. Personag...