Capitolo Ventinove - Sto divinamente

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11_ Aprile_2012
Edoardo Pov

In auto restai in silenzio. Ero in preda all'imbarazzo, credevo di essermi spinto troppo oltre e di aver esagerato; ma il racconto era venuto da solo, la mia mente e il mio corpo la desideravano troppo ed io ero stato incapace di fermarmi.

Anche lei era rimasta in silenzio, probabilmente spaventata da quell'eccessivo fervore. Non vedevo l'ora di arrivare a casa per poterla abbracciare e chiederle scusa. Ma non ne ebbi il tempo, non appena arrivammo a casa, mi disse:

"Puoi aspettarmi qui? Arrivo subito..." e scomparve verso le camere da letto.

Sofia Pov

Ero rimasta muta, completamente sopraffatta da quella voglia inesplosa che mi stava divorando dall'interno. Non riuscivo ad essere lucida, sentivo il mio corpo gridare di essere sfiorato, toccato, baciato e venerato da lui.

La mia testa riusciva solo a pensare a quando saremmo arrivati a casa e saremmo stati soli. Ero pronta, pronta a dargli tutta me stessa e volevo che fosse esattamente come aveva immaginato lui.

Quindi lo lasciai in salotto e mi chiusi in camera. Accesi le luci basse e mi spogliai, scelsi il mio completino di pizzo nero, preferito e presi una camicia dal suo armadio, poi lo chiamai e mi sedetti sul letto.

Quando varcò la soglia della camera e mi vide, restò immobile, non credo se lo aspettasse, si tolse le scarpe, si avvicinò piano e si sedette al mio fianco.

"Sei sicura?" balbettò.

Lo baciai e sussurrai " Mai stata tanto sicura..." e lui mi prese il viso e mi baciò con passione, lasciò scivolare la lingua nella mia bocca che si avvolse alla mia e la amò avidamente. Soffocai sospiri ed iniziai a togliergli la giacca e sbottonargli la camicia. Gliele tolsi e cominciai ad accarezzargli il petto, le spalle, il torace, le braccia.
A quel punto iniziò ad aprire i bottoni della mia camicia e quando fu completamente aperta si bloccò con gli occhi sul mio corpo.

Respirava affannosamente ed io mi infuocai al solo sguardo, poi mi fissò negli occhi e disse:

"Sto per impazzire ma devo restare calmo, perché ti meriti tutto il tempo e la dolcezza che voglio darti"

Quando parlò piano, con quella voce roca, mandò ai matti il mio cervello ed io mi lanciai e gli presi la bocca vogliosa. Intanto la camicia era volata chissà dove e lui aveva preso a baciarmi il collo, sotto l'orecchio, e poi era sceso sulla clavicola. Si staccò e mi inchiodò con quegli occhi che da acqua erano diventati fuoco e con le dita leggere iniziò a sfiorarmi la pelle a bordo del reggiseno, tracciando scie immaginarie fino al bordo dello slip.

Il suo tocco era talmente delicato che desiderai si spingesse oltre e mi morsi il labbro sospirando pesantemente. Lo vidi deglutire e spostare le mani dai fianchi alle cosce, muovendole su e giù, mentre i pollici lambivano il centro.

Fui percorsa da un fremito di piacere al suo solo sfiorare, mi sollevai e lo strinsi, lui posò la testa sul mio seno e lo sentii inspirare forte.

"Amami, Edoardo, come mai..." sussurrai con il filo di voce che avevo ancora, dato che stavo andando a fuoco.

Lui sorrise dolcemente, poi salì le mani sulla schiena e sganciò il reggiseno, dalle spalle lo lasciò cadere in avanti. Mi fissò il seno, poi gli occhi, poi di nuovo, poi si chinò al mio orecchio e bisbigliò "Sei bellissima..." e prese a baciarmi il seno con baci morbidi che poi divennero insistenti, mentre le sue mani si erano fatte strada nello slip e accarezzavano il mio fondoschiena.

Venne tutto così naturale, come se Edoardo, con un soffio, avesse annullato tutto il mio passato.

Iniziai a mugugnare e con le mani scesi sul bordo del suo pantalone. Al sentire le mie dita così in basso ebbe un sussulto e si staccò pochi secondi:

"Lo vuoi davvero?"mormorò affaticato.

"Sì...ti voglio..." bisbigliai decisa.

A quelle parole fece uno scatto e scese dal letto per togliersi i pantaloni. Solo le nostre intimità erano ancora coperte da stoffa nera ma pulsavano già all'unisono e si chiamavano attraenti.

Lo afferrai dal bordo del boxer e lo stesi sotto di me, lo baciai con tutta la foga che sentivo spingere dal centro. Le sue mani premevano su di me facendo aderire i nostri corpi inevitabilmente. Scese il mio slip per le cosce e mentre mi sollevai per togliermelo fece:

"Non muoverti!"

Quindi balzò dal letto e aprì il cassetto del comodino, poi si spostò verso il comò mentre intanto io, nuda, mi ero avvolta nel lenzuolo.

"Merda! Dovevano essere qui..." mormorò.

"Problemi?" gli chiesi pregando si sbrigasse.

"Eccolo, cazzo!" Esclamò d'un tratto "sto arrivando..." quindi si calò il boxer, indossò la protezione e si infilò sotto le lenzuola al mio fianco.

Mi guardò intensamente per infiniti istanti ed io non riuscivo a capire cosa lo bloccasse. Li poggiai una mano sulla guancia e gli chiesi " Cosa c'è?"

"Tu hai superato tutte le tue paure per me ed io ho paura di sbagliare qualcosa...ho paura di..." lo interruppi poggiandogli due dita sulle labbra:

"Cosa dici...anzi...io devo chiederti scusa per averti fatto aspettare tanto..."

"Sono onorato, invece, sei la donna più forte che io conosca..."

"Ed il tuo amore, ora, mi ha reso invincibile..."

E fu un lampo, si riposizionò su di me e i nostri corpi si incastrarono perfettamente. Con estrema delicatezza scivolò dentro e prese a muoversi piano mentre le nostre bocche si amavano vorticosamente.

Le mie dita scorrevano sulla pelle liscia della sua schiena e ad ogni affondo io premevo un po' di più; i gemiti mi salivano dal basso e si confondevano ai suoi sospiri riempiendo la stanza.

Avevo dimenticato quanto fosse bello fare l'amore o forse non l'avevo mai fatto veramente, perché l'altra persona non era quella giusta; mi sentivo inebriata dal piacere, sovrastata dal sentimento che provavo per Edoardo.

Presi a mordicchiargli l'orecchio, la mandibola, il collo e lui biascicò il mio nome; scesi le mani dalla schiena più giù e lo incitai ad aumentare il ritmo, si staccò dalla mia bocca e mi guardò come per rassicurarsi di avere ben capito e per avere il mio certo consenso. Io sorrisi e sussurrai sulla sua bocca "Non avere paura, sto bene, sto divinamente..." quindi conclusi languidamente "fai di me ciò che vuoi..." e lui, senza attendere oltre, aumentò il ritmo e le nostre voci si alzarono all'unisono fino a che crollammo insieme sovraccarichi di piacere.

Edoardo poggiò il viso nell'incavo del mio collo e mi riempì di umidi baci poi si protese all'orecchio e mormorò

"Ti amo...ti amo come mai ho amato nessuna..."

Edoardo mi Amava, come Mai.

Sprazzi d'autrice

Suonino le trombe! Edoardo e Sofia hanno avuto la loro agognata prima volta!

Vi è piaciuta? Quale frammento avete amato di più!

Io ho fatto una fatica tremenda a scrivere perché Edoardo mi mandava in pappa i neuroni 😅🤭

Amami come Mai © #Wattys 2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora