Capitolo Cinquantuno - Imprevedibile

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21_Dicembre_2015
Edoardo Pov

Erano passati sei mesi dal matrimonio e al suo fianco erano volati. Era indescrivibile quanto fossi felice, quanto Sofia mi rendesse pieno e orgoglioso di me e della mia vita. Anche se in quest'ultimo mese mi era sembrata un po' strana, a tratti misteriosa.

Era il lunedì prima di Natale ed ero nel mio ufficio, quando sentii bussare. Lei si affacciò dalla porta ed io dissi:

"Sei tu!Hai bisogno di me?"

"No, veramente c'è una persona che vorrebbe incontrarti..." rispose.

"Certo, chi è?" chiesi mentre le andavo incontro.

Lei non disse nulla, aprì di più la porta e fece entrare un uomo. Poteva avere la mia età, aveva i capelli non troppo corti e una folta barba castana, occhi scuri e spalle larghe. Ma non mi sembrava di conoscerlo.
Lo fissai qualche secondo, poi fissai Sofia che mi guardava immobile, poi fissai ancora lui.

"Mi scusi ma non mi sembra di conoscerla..."
dissi guardandolo e poi spostando lo sguardo su mia moglie un solo attimo.

"Immagino...è passato così tanto tempo..."

Lo guardai più confuso di prima.

"Sono...Daniele..." disse infine.

Spalancai gli occhi dalla sorpresa, poi non feci altro che gettarmi verso di lui ed abbracciarlo. Lui mi strinse con forza e lo sentii mormorare:

"È bello ritrovarti Edoardo..."

"Daniele...come stai? Come sta tuo padre?" dissi staccandomi e guardandolo negli occhi.

"Bene, stiamo bene, mio padre ti saluta!"

"Non ti avrei mai riconosciuto...come...come hai fatto a trovarmi?" continuai ancora molto scosso.

"È tutto merito di tua moglie...è lei che mi ha cercato..." disse voltandosi verso Sofia e sorridendo.

La fissai, era logico che il merito fosse suo, tutto il meglio che avevo era merito suo.

Lei mi guardò sorridendo compiaciuta, poi disse:

"Devo fare delle cose, vi lascio soli così parlate un po'..." quindi si avvicinò mi fece una carezza, sorrise a Daniele ed uscì dalla stanza.

Parlammo per un paio d'ore. Mi raccontò un po' della sua famiglia, di suo padre, di sua moglie, dei suoi figli. Del suo lavoro, faceva il professore al liceo, e di quanto mia moglie avesse mosso mari e monti per trovare suo padre e poi lui.

Si era convinto ad incontrarmi perché Sofia gli aveva detto che era la prima persona di cui le avevo raccontato e che non avevo mai dimenticato lui e la sua amicizia.

Sofia Pov

Erano passati sei mesi dal matrimonio e al suo fianco erano volati. Era indescrivibile quanto fossi felice e quanto Edoardo meritasse solo il meglio. Allora avevo pensato che avrei voluto fare per lui qualcosa di unico.

In quest'ultimo mese avevo fatto delle ricerche, avevo trovato il nome del maggiordomo di casa Bonelli quando Edoardo era un bambino. Ero andata ad incontrarlo, mi ero presentata e lui felicissimo, mi aveva messo in contatto con suo figlio.

Daniele era esattamente la persona che Edoardo mi aveva raccontato, ma lui non capiva il motivo per cui lo avessi cercato.

"Per Edoardo sei stato il primo vero amico. Sei la prima persona di cui mi ha parlato oltre suo padre e... anche sua madre".

Amami come Mai © #Wattys 2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora