Capitolo Quarantadue - Come fai a non vederlo?

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03_Giugno_2014
Alberto Pov

Mi alzai e andai in cucina a preparare il caffè. Ero intontito dal sonno e ripensavo alla notte passata. Ero stato bene, mi ero rilassato e avevo provato piacere ma solo perché avevo staccato la connessione con il cervello. Oggi pomeriggio, a lavoro, l'avrei rivista e sarei tornato al punto di partenza.

Le mani di Tata mi si posarono sul petto mentre mi lasciava un bacio tra le scapole.

"Buongiorno mattiniero"

"Buongiorno" dissi voltando di poco il viso.

"Abbiamo ancora un paio d'ore prima di andare a lavoro e conosco un metodo infallibile per darti la carica giusta..." disse ancora, facendo scivolare le mani dal mio petto fino a dentro i miei pantaloni ed il mio corpo reagì all'istante senza mostrarsi impreparato.

Pensai che probabilmente era ciò di cui avevo bisogno, quindi la lasciai fare per qualche istante finché non spensi il caffè, mi girai, la presi da sotto il sedere e la riportai in camera, continuando ciò che avevamo fatto per quasi tutta la notte.

Allo studio vidi Sofia solo pochi secondi, perché dovetti lavorare tutto il tempo con Elena. Stavo per uscire quando un messaggio di Tata mi fece cambiare rotta.

'Sono sola a casa stasera, vieni da me...'

Ancora una volta non pensai, risposi solo

'Alle otto sono lì'

Nali era uscita con una sua collega e Sofia era a cena da suo padre. Noi cenammo con una pizza da asporto e poi ci chiudemmo in camera di Tata. Lì le diedi il meglio di me e mi focalizzai sui nostri corpi nudi e appiccicati l'uno contro l'altro. E più mi davo da fare, più lei apprezzava e più io non pensavo ad altro che a quel sesso fine a se stesso.

Sofia Pov

Tornai a casa, dopo la cena con mio padre, senza ripassare in clinica perché ero parecchio stanca. Mi chiusi in camera, mi struccai e mi cambiai. Poco dopo gemiti e urletti giunsero alle mie orecchie attraverso la parete sottile che divideva la mia camera da quella di Tata.

"Tata mia, ok che mi hai abituata a sentire certe cose; ma in questo momento vorrei davvero che avessi insonorizzato camera tua..." dissi tra me e me.

Allora mi stesi sul letto, infilai le cuffie e accesi la musica, alzando il volume a palla. Non mi resi conto del tempo passato, mi ero rilassata lasciandomi trasportare dalla musica ma non mi ero addormentata, quindi mi alzai per andare in cucina a prepararmi una tisana. La casa era avvolta nel silenzio, probabilmente la sessione di iperattività di Tata era terminata o in pausa.

Ero lì a fissare il bollitore, quando una figura si palesò alla porta della cucina. Alberto, a petto nudo, scalzo e con indosso solo un pantalone di tuta mi guardava sbalordito.

"Sono venuto a prendere un bicchiere d'acqua..." disse grattandosi la testa.

"Fai pure"

"Non pensavo fossi...qui..."

"Beh...vivo qui!" risposi prendendolo in giro.

"Certo...insomma sapevo fossi fuori..." rispose visibilmente a disagio. Prese l'acqua in fretta, mi salutò e uscì dalla cucina.

Non mi aspettavo lui, o forse non mi aspettavo che proprio lui, che solo due giorni prima aveva confessato a Tata di essere innamorato di me, ora se la stava spassando con la mia stessa amica.

Cercava di dimenticarmi? Cercava di farmi ingelosire? Era davvero così innamorato di me? Mi chiesi mentre versai l'acqua nella tazza ed infilai l'infuso. Poco dopo, Tata in vestaglia venne in cucina e guardandomi disse:

"Ecco il motivo per cui se ne è andato..."

"Ti riferisci ad Alberto? Sei arrabbiata con me?"

"No. Non posso avercela con te e poi lui è stato sincero, mi ha detto la verità che io, per altro, già sapevo. Ma ho voluto andarci a letto lo stesso, mi piaceva e volevo torgliermi lo sfizio. Se ne sarebbe andato comunque..." disse sedendosi di fianco a me.

"Era da un bel po' che avevi questo sfizio..."

"Sofia lui è innamorato pazzo di te...come fai a non vederlo?"

Sospirai e la fissai.

"Alberto è tanto importante per me, ma..." mi interruppi.

"Ma non è Edoardo..." concluse lei.

Annuii con la testa e mi rattristai. Lei si avvicinò e mi abbracciò.

"Mi dispiace non volevo..." poi dopo qualche secondo disse "comunque devi sapere che non mi sbagliavo..."

Mi staccai e la guardai cercando di capire.

"Alberto è davvero molto molto capace ed è davvero molto molto dotato!!! Ha soddisfatto pienamente il mio sfizio!"

Sorrisi "Tata! Dai! Lo so che cerchi di distrarmi ma non voglio nessun altro dettaglio! Mi basta ciò che ho sentito attrverso il muro di carta che divide la nostra camera!"

Lei scoppiò a ridere: "Ti voglio bene Sofì, nessun uomo potrà mai mettersi tra noi! Hai capito?"

"Ho capito...e ti voglio bene anch'io e anche se sei una pazza scatenata!"

Ci abbracciammo ancora, poi mi diede la buonanotte e se ne andò in camera.

Alberto Pov

Guidai fino a casa con la musica altissima, per cercare di non pensare. Vedere Sofia quando ero appena uscito dalla camera di Tata e in verità anche dalle sue gambe, mi aveva fatto sentire uno schifo. Una botta in pieno stomaco. Ero rimasto impalato a guardarla, nella sua maglietta lunga, probabilmente di Edoardo, che la copriva fino a mezza coscia, a piedi nudi, con i capelli legati e senza trucco. Non avevo saputo cosa fare e come un vile colpevole ero scappato, avevo raccattato la mia roba, mentre Tata ancora nuda mi aspettava a letto e mi chiedeva perché me ne stessi andando e mi ero diretto alla porta mentre lei mi era corsa dietro.

"Ti chiamo domani" le avevo detto solo, sulla porta, lasciandole un bacio sulla guancia.

Stare vicino a Sofia era la cosa che volevo e che dovevo fare per il bene suo e di Edo; ma ora la situazione era al limite ed io ero saturo. Stavo andando in pezzi. Mortificarmi per quello che sentivo non era servito e nemmeno un'altra era servita a farmela dimenticare, anzi, ancora una volta, mi aveva sbattuto in faccia che non volessi nessun'altra al di fuori di lei. Quindi non mi restava altro da fare se non allontanarmi. Scappare di nuovo da lei, prima che accadesse l'irreparabile.

Prima che il sentimento che spingeva dentro di me, cercando di poter uscire, rompesse gli argini e travolgesse tutto senza tenere conto delle conseguenze.

Sprazzi d'autrice
Alberto ci ha provato ma ahimé oramai è troppo innamorato.
Nel prossimo capitolo andremo avanti di sei mesi...il tempo vola!

Vi aspetto ❤

Amami come Mai © #Wattys 2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora