13 - Hungaroring

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Sebastian

Passato quasi un mese dalla festa data da Lando, non ricordo tutto tutto. Mi ricordo solo che sono arrivato lì ed ero con Helen e lì davanti c'erano Valtteri con Emily e Daniel e Max, credo. Daniel aveva delle spine elettriche in mano e rideva come un pazzo, ma più mi sforzo di ricordarne il motivo, più non ricordo. Però so perfettamente di essermi sentito male. 

Adesso siamo giunti alla tappa prima delle vacanza estive, finalmente. Non che questa vita mi stressi, ma una vacanza non fa mai male. Sono ai box e sto guardando Charles correre, dando dati alla squadra per la sua gara. Tra poco dovrei entrare io in pista e, ad essere onesto, non avete idea di quanto mi scocci. 

I miei meccanici mi danno il via libera per introdurmi in pista mentre vedo, dagli specchietti retrovisori, una Mercedes rientrare. Tolgo il limitatore di velocità e inizio a prendere confidenza con il tracciato. Inizia ufficialmente il  io secondo giro in pista, con qualche difficoltà. Mentre cerco di completare per lo meno il primo obiettivo del programma di gara, mi sento come tamponare da dietro. Do una piccola occhiata agli specchietti, vedendo Charles starmi attaccato.

"Che cazzo sta facendo?" Chiedo alla radio.
"Non lo sappiamo, non risponde." Mi comunicano.
"Ditegli di smetterla o lo prendo in pieno se lo vedo nei Paddok." Dico scazzato.

Accelero il passo, completando comunque i miei obiettivi. Quando mi rendo conto di averlo seminato, annuncio la mia entrata ai box. Mi metto da parte per far passare i piloti appena entrati in pista, evitando di essere d'intralcio per loro. Non appena arrivo ai box, freno di colpo, evitando per un pelo di prendere la macchina di Charles, uscita dalla postazione senza consenso. 
Metto bene l'auto e lascio che i meccanici facciano il resto. Mi tolgo i guanti e cerco di spiegarmi il motivo del suo comportamento di oggi. Dal monitor visualizzo i miei risultati, e devo ammettere che non sono per niente male. Alzo la visiera del casco e batto il cinque a Mattia che è venuto, probabilmente, per parlarmi. Mi fa cenno di scendere dalla monoposto. In poco tempo sono fuori dall'abitacolo.
Tolgo il casco e mi passo una mano tra i capelli, cercando di sistemarli il più possibile.

"Dimmi." Incrocio le braccia.
"Hai avuto discussioni con Charles?"
"Assolutamente no." Alzo le mani.
"Hai provato a parlargli?"
"No... ma non vuole collaborare."
"Beh, provaci, perché lui è il tuo compagno di squadra."

Detto ciò va via.
Vedo la macchina di Charles rientrare. Mi avvicino e picchietto sul suo casco. Alza la visiera e mi guarda.

"Puoi venire un attimo?" Gli chiedo.

Non risponde, ma annuisce. Toglie tutto ciò che gli impedisce di muoversi per poi posare il casco sul sedile della sua monoposto.
Gli faccio cenno di seguirmi e lo fa senza spiccare parola. Meglio così.

"C'è qualcosa che vuoi dirmi, Charles?" Gli chiedo, una volta arrivati sul retro dei box.
"No. Perché?" Mi guarda.
"Perché? Dovrei chiederti io perché ti sei comportato così, oggi."
"Mi intralciavi la strada."
"Avevi due chilometri di spazio per farlo, più il rettilineo. L'hai fatto di proposito."
"Sì, e quindi?"
"E quindi? Charles, siamo una squadra! Dobbiamo colllaborare. Non è: tu nel tuo e io nel mio." Inizio a gesticolare.

Non mi risponde e assottiglia lo sguardo, incrociando le braccia al petto. Sbuffo e mi passo una mano sul viso. Cosa posso farci? Alla fine è giovane, alla fine potrebbe essere così perché l'ha lasciato la fidanzata.

"Non collaboro con una persona come te." Mi squadra.
"Che vuoi dire? L'hai sempre fatto." Rido.
"Ma ti sei visto, non avendo femmine da conquistare te me vai da Bottas. Cioè, è proprio palese che-"
"Attento a quello che dici, a spaccarti i denti ci metto poco, ragazzino."
"Avanti, fallo. Così evito di andare da tutti a dire che ti piace il cazzo, Vettel."

Stringo i pugni, iniziano a tremare a causa del nervosismo.
Lo afferro per la tuta, all'altezza del petto, alzandolo leggermente da terra, tenendo stretta la presa.

"Senti moccioso, non so chi o cosa ti abbia fatto uscire queste parole dalla bocca. Ti conviene avere conferme concrete, prima di dare aria a quella fogna che chiami bocca." Lo guardo negli occhi.
"Lewis lo sa." Dice semplicemente.
"Lewis? Che c'entra Hamilton?" Mi innervosisco di più.
"Ha visto te e Bottas sul retro del Paddok Mercedes. Eravate molto affiatati." Ghigna.

Il respiro si blocca e lascio andare Charles, che si allontana, sistemandosi la tuta.
Porco-

"Lewis non avrebbe motivo di inventare una palla simile sul suo compagno di squadra."
"Vedo che oltre ad avere la doppia faccia tra social e realtà, sei anche omofobo." Lo guardo male. "Evidentemente i tuoi genitori hanno mancato questo aspetto educativo."

D'un tratto diventa teso come una corda di violino. Stringe i pugni e si avvicina con fare minaccioso. Scaglia il primo pugno, a vuoto. Anche il secondo.

"Senti, cosino." Lo afferro per i capelli. "Puoi essere fortunato quanto vuoi, perché non sei sicuramente forte sulle quattro ruote, come non lo sei nel dare i pugni. Ma nessuno, e ripeto nessuno, deve farsi gli affari miei. Né tu, né nessun altro. Chiaro?" Stringo la presa.

Lo spingo via, andando a cercare Lewis. Chiedo a Mattia una piccola pausa, mentre controllo sui monitor se è uscito in pista o no. Per mia fortuna, non ancora, e i nostri Paddok sono vicini.
A passi veloci entro nel Paddok Mercedes, incazzato come una iena. Vedo Lewis uscire dal bagno, fresco e pettinato, come se nulla fosse. 

"Seb-"
"Io ti ammazzo!" Gli urlo contro.
"Cosa-"

Lo spingo con forza contro il muro, facendogli sbattere la testa, mettendogli le mani sul collo, stringendole.

"Che... che stai facen-do?" Cerca di liberarsi dalla presa.
"Perché l'hai detto? Eh? Perché?!" Gli sbatto la testa al muro.
"Detto cosa?" Mi guarda.
"Lo sai! Lo sai benissimo, non hai bisogno che te lo dica." Stringo i denti.
"Sebastian, che cazzo fai?!"

Sentendo la voce di Valtteri alle mie spalle, mi allontano immediatamente da Lewis, lasciandolo respirare. Alterno lo sguardo tra lui e chi c'è intorno a noi, tra cui anche i media.
CAZZO!

"Amico, tu non stai per niente bene." Sento dire a Lewis.

Scuoto la testa e faccio cenno a Lewis di venire con me, e mi segue senza fare storie. Penso stia venendo anche Valtteri, ma non ne sono sicuro. Faccio una serie di respiri per poi cominciare a parlare.

"Perché hai detto a tutti quello che hai visto quella volta, nel retro?" Guardo Lewis.
"Tu cosa?!" Sbotta Valtteri.
"Non lo sapevi?" Gli domando. "Nemmeno io." Dico, subito dopo.
"Sentite, ho solo... visto voi due. Cioè, stavate anche per prendervi a cazzotti, mica sono andato a dire che stavate scopando." Allarga le braccia.
"Charles mi ha fatto intendere tutt'altro." Lo guardo male.
"L'hai detto a Leclerc?!" Alza la voce Bottas.
"No!" ... "Sì." Si gratta la nuca.
"Perché?"
"Cosa?" Mi guarda.
"Perché?" Ripeto.

Mi guarda un attimo stranito, per poi iniziare a temporeggiare.

"Non lo so... io... boh, non avevo idea di aver fatto questo effetto a Charles." Evita di guardarmi.

Giuro che ti ammazzo.

PLAY /SebastianxValtteri\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora