9 - Montréal

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Sebastian

Canada, eccoci finalmente. La nona tappa della stagione. Ne rimangono tredici. Mettendo in conto la pausa estiva, non può essere così pesante affrontare le rimanenti gare. Possiamo farcela, e con "possiamo" intendo: io e la mia sanità mentale.

È la mattina della gara - che si svolgerà nel pomeriggio - e io sto morendo di fame!
Dopo essermi lavato, vestito e reso presentabile al pubblico, esco dell'appartamento e mi dirigo al bar più vicino.
Caso vuole incontri Valtteri nello stesso bar. Sempra una fanfiction di teenagers innamorati.
Ordino un caffè e vado a sedermi al tavolo con lui.

"Come mai tutto solo?" Mi siedo, di fronte a lui.
"Ci sarà un motivo, no? Ma tu devi sempre rompere le palle." Mi guarda male.
"Uh, ok, non parlo più." Ridacchio.
"Testa di cazzo."
"Molto gentile stamattina, hai pestato la merda del cane non appena ti sei alzato?" Alzo un sopracciglio.
"No, ho visto la tua faccia da culo."
"Vedo che ti metto il buon umore." Aggiungo.
"Non sai quanto. Non lo vedi? Sprizzo di felicità da tutti i pori." Assottiglia lo sguardo.
"Trattienila per dopo, magari arrivi sul serio sul podio, stavolta." Stringo i pugni.
"Perché non te me vai e mi lasci in pace?"
"Con molto piacere."

Mi alzo ed esco dal bar, senza nemmeno aver bevuto il caffè che avevo ordinato.
Ma che cavolo gli prende a quello?
Soffre di bipolarismo questo qua, dovrebbe farsi controllare da uno bravo.
Tsk.

A passi veloci, mi dirigo verso il Paddok Ferrari. Accidentalmente, mentre giro l'angolo, sbatto contro Hamilton.

"Ehi, guarda dove vai." Lo fulmino con lo sguardo.
"Ma tu e Valtteri avete il ciclo, stamattina? Cazzo, che caratteri di merda." Scuote la testa e va via.

Stringo i pugni e continuo ad andare verso il Paddok. Sono molto nervoso, e o  va bene! Devo assolutamente calmarmi. Faccio respiri profondi e, dopo qualche istante, rilasso i muscoli.

"Ehi, testa di cazzo."

Mi giro, riconoscendo quella voce alquanto fastidiosa.

"Che cosa vuoi?" Cerco di mantenermi calmo.
"Hai dimenticato questo." Mi porge il bicchiere con dentro, probabilmente, il mio caffè.
"Oh." ... "Grazie." Non me lo aspettavo.

Mentre tendo la mano per afferrare il bicchiere, mi ritrovo l'intero contenuto versato sulla tuta.

"V for Vendetta."
"No. È V for Vaffanculo."
"Questa fa ridere." Ride.
"Ti ammazzo!"

Non voglio fargli realmente male, ma lui non lo sa, quindi mi avvicino a lui prendendolo per il colletto della tuta. Non aspettandoselo, indietreggia di qualche passo, facendo perdere l'equilibrio ad entrambi. Senza nemmeno rendercene conto, ci ritroviamo per terra, con Valtteri sotto di me e io che lo tengo ancora per il colletto.

"Non sai nemmeno mantenere l'equilibrio!" Stringo le mani sul colletto, facendolo avvicinare di più.
"Sei tu il pazzo che si è incazzato per una macchia di caffè." Mette una mano sulla mia.

Più volte le visiere dei berretti si sono scontrate, e devo ammettere che la visuale da vicino non è per nulla male.

"Ti togli di dosso?" Stringe la mano sulla mia.

Lascio la presa sul colletto, facendogli sbattere piano la testa sul cemento sottostante. Mi alzo, per poi mettermi a ridere, sentendolo sibilare per il dolore.

"Sei un minchione." Mi massaggia la nuca.
"Ti sei visto?" Continuo a ridere.

Gli tendo la mano, che afferra, per aiutarlo ad alzarsi da terra. Sono sempre più convinto che i suoi occhi siano i più belli che abbia mai visto.

Ritiro velocemente la mano, come ad essermi scottato, guardando la macchia sulla tuta rossa.

"Dovrei spaccarti la faccia."
"Addirittura? Per una macchiolina?" Mi fa il verso.
"Ma sembra che sia caduto su una pozzanghera di fango!" Allargo le braccia.
"Allora fai una cosa. Te la togli, la metti in acqua con il sapone e vedi che viene via." Dice tutto con tono ironico.
"Grazie Mastro Lindo, ma ho dimenticato la penna a casa."
"Che disdetta." Si sistema il berretto.
"Ehi, tutto bene qui?"

Mi giro di scatto, vedendo Charles che ci guarda confuso.

"Sì."
"No."

Diciamo all'unisono due parole opposte, che confondono ancora di più il giovane Charles.

"Lascia stare. Credimi, lascia stare." Alzo le sopracciglia guardando Charles.
"Sì, ok, ma sei... sporco di... caffè."
"WOW! Grazie, Charls, non me n'ero accorto!"

Sento Valtteri ridere sotto i baffi e tra poco lo picchio per davvero.

"Val, per gentil cortesia... sparisci!"
"Con quanta cattiveria." Va via ridendo.

Che scemo.

[...]

Le soddisfazioni sono poche nella vita, una di queste, per un pilota, è sicuramente arrivare sul gradino più alto del podio. Santo Cielo, quella si che è una soddisfazione. Ed oggi è capitato a me. Mentre l'inno italiano risuona, io e Val ci scambiamo sguardi d'intesa. Lui sa che non conosco tutte le parole dell'inno italiano, ma, a quanto ho capito, gli piace prendermi in giro. Arrivata l'unica parte che conosco, tutti quanti iniziano a cantare in coro.

"Poropò. Poropò. Poropopopopopò!"

Mi metto a ridere, vedendo tutti quanti incitarmi nel continuare l'inno. Lewis, che ha tagliato il traguardo per secondo, sa meglio di me le parole.

Alla fine dell'inno nazionale italiano, prendiamo le nostre bottiglie di Champagne, cominciando a versarci il contenuto addosso.

valtteribottas
📍 Canada, Montréal

❤ lewishamilton e altre milioni di persone

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lewishamilton e altre milioni di persone

valtteribottas: X: 5ebastian_vettel cantaci l'inno italiano.
Sebastian:

Commenti

5ebastian_vettel: Mi sento ferito nell'orgoglio
valtteribottas: Nah
danielricciardo: Sei mitico
charles_leclerc: Non che io sia tanto meglio.

maxverstappen1: Poropò. Poropò. PoropopopopoPÒ!
5ebastian_vettel: Mi gasa questa parte.
maxverstappen1: I feel you man.

"Oddio che imbarazzo." Commento quel video pubblicato da Valtteri, insieme a Helen.
"Ma se sei adorabile. Guarda che capelli arruffati che hai." Ride.
"Sono orrendi."
"Smettila di fare la donna, Vettel."

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