37 - Pause invernali

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IL CAPITOLO È LUNGO, VI PREGO DI NON ODIARMI. VE AMA.
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Sebastian

Quando apro gli occhi sono ancora le sei del mattino. Mi passo una mano sul viso, sapendo che non riuscirò a prendere sonno. Mi metto seduto sul letto, stirando i muscoli.
E ora che faccio?
D'un tratto sento un mugugnare impossibile da comprendere.
Mi giro divertito vedendo Valtteri in bilico tra il sonno profondo e il "sono sveglio ma non troppo".

"Che c'è?" Chiedo sorridendo.

Sbadiglia per poi stirare i muscoli e, finalmente, aprire gli occhi. Sbatte un paio di volte le palpebre prima di capire realmente dove si trova.

"Che ore sono?" Mi chiede con la voce rauca, di chi si è appena svegliato.
"Sono le sei e dieci, non devi andare a correre?" Ghigno sarcastico.
"In Germania fa troppo freddo per correre." Si lamenta.
"Non è vero, sei tu a non essere abituato." Lo prendo in giro.

Sotterra la testa sotto il cuscino, rimanendo a pancia in giù, continuando a parlare a bassa voce, non facendomi capire nulla.

"Guarda che non ti sento." Mi avvicino.
"Ho chiesto a che ora dobbiamo andare dai tuoi." Scandisce bene le parole.
"Verso l'ora di pranzo." Mi sdraio accanto a lui.

Gli sfioro la schiena nuda con un dito, facendolo rabbrividire. Poggio la testa sulla mano, facendo leva col gomito sul materasso, sorridendo alla sua reazione.
Si gira verso di me e mi guarda.
La poca luce che filtra dalle finestre rende l'atmosfera unica nel suo genere.

"Sicuro di volerlo fare?" Mi chiede.
"Sì, non ho motivo di continuare a nascondermi." Rispondo sorridendo.
"Contento tu." Fa spallucce e nasconde un braccio sotto al cuscino.
"Magari tu no?" Alzo un sopracciglio.
"Non potresti saperlo." Ghigna e si avvicina a me.

Gli metto una mano sulla viso, sfiorando le sue labbra, per poi ridere prima di baciarlo.

Sì, ho portato Valtteri in Germania, con me. L'ho convinto a provare questa "esperienza"... una sorta di convivenza. La pausa invernale è iniziata da due settimane, e lui sta da due settimane in casa mia. Devo ammettere che non me lo aspettavo; cioè non mi aspettavo avrebbe accettato la mia proposta.
Questo pomeriggio dovremmo incontrare i miei genitori, anche perché non li vedo da tanto tempo. Sono abbastanza sicuro che capiranno e non faranno troppe storie... lo spero.

"Sei teso." Mi fa notare, dopo essersi staccato.
"Si nota così tanto?" Sorrido forzato.
"Andrà bene, Sebastian."
"Certo che andrà bene."

Mi sdraio a pancia sotto, sotterrando il viso nel cuscino.
Non sono sicuro di voler vedere la reazione di mio padre. So che non è il tipo di uomo che ti giudica, però... ho una sorta di paura, come se lo stessi deludendo.

"Seb?" Sento chiamare Valtteri.
"Mh?" Rimango con la faccia contro il cuscino.
"Ti va di parlarne?"
"No." Anche se non mi farebbe male.
"Stai tranquillo."

Annuisco e rimango in silenzio.
Porca troia ho trentanni, dannazione! Sono libero di scegliere cosa è meglio per me, no? Certo!
Un colpo di cuscino mi distrae dai miei pensieri. Mi giro verso Valtteri, mettendomi seduto, che ride accanto a me, con un ghigno stampato sulla faccia.

"Non si attacca alle spalle."
"Tu eri completamente perso." Continua con un altro colpo.

Ne subisco un altro, subito dopo, che senza volerlo mi fa sdraiare, mentre non riesco a trattenere una risata.
Mi ritrovo Valtteri sopra di me, pronto a sferrare un altro colpo.

"Ti arrendi?" Ghigna.
"Mai!" Lo guardo.

Sta per tirarmi l'ennesima cuscinata, ma non arriva. Lo vedo ridere, mentre lascia cadere il cuscino di fianco a sé. Lo guardo divertito, notando subito dopo la posizione in cui è messo.
Mica male.
Mentre continua a ridere, ne approfitto per mettermi seduto, avvicinando il petto al suo.
In camera torna il silenzio, mentre le mie mani si posano sui suoi fianchi.

PLAY /SebastianxValtteri\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora