33 - Circuito Delle Americhe

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Sebastian

Inizia un altro weekend di gara, l'ennesimo. Sospiro, uscendo dalla mia monoposto, dopo aver conquistato il terzo posto in qualifica. Mi complimento con Max per essersi preso la prima posizione.

Adesso siamo in attesa dell'arrivo di Lewis, per le interviste. Le prime cinque posizioni sono state occupate da: Max, Lewis, me, Charles e Valtteri.
Mi sorprende come Lewis sia in ritardo, solitamente arriva il primo di tutti. 
Poco dopo lo vediamo spuntare dalla porta, per poi sedersi alla destra di Max. 

"Possiamo cominciare." Sussurro io.
"Evita di fare lo stupido." Mi fulmina Charles.
"Sia mai." Ghigno.
"Domanda per Max." Si alza in piedi un giornalista.

L'intervista prosegue in maniera abbastanza naturale, con qualche risata qua e là, una battuta ogni tanto e i giornalisti che si complimentano con Max.

"Domanda per Sebastian."
Mi metto dritto con la schiena e guardo la giornalista.
"Rettifico - dà un colpo di tosse - una domanda per Sebastian e Charles."
"Si pronuncia "Sharls", non "Ciarls"... idiota." Sento borbottare il mio compagno di squadra.
"Sh, zitto, cretino."
"Tutto bene?" Ci riprende la donna.
"Sì. Proceda con la domanda." Le sorrido cordialmente.
"Non è stata una qualifica pulita... ci sono stati diversi contatti tra di voi, in più si parla così tanto del vostro team. Potete dirci cosa succede?" 
"Beh - guardo Charles - diciamo che non tutti i team sono partiti col piede giusto." Faccio spallucce.
"E poi, riguardo la qualifica, non siamo stati gli unici ad aver avuto contatti." Charles fulmina Lewis. "Entrambi siamo orgogliosi, io volevo la sua posizione e lui voleva puntare più in alto." Scrolla le spalle.
"Oh... capisco. Grazie." Risponde la giornalista, non molto entusiasta.
"Un'ultima cosa." Guardo ancora la donna. "O meglio, una domanda io a lei." Sorrido di convenienza. "Crede davvero a tutto quello che si dice su di noi?"

In sala inizia un lieve mormorio, che ha un po' scosso tutti i presenti, e non so nemmeno perché. Ho fatto una semplice domanda, senza nessun tipo di malizia. Scuoto la testa e guardo Charles, che fa spallucce, confuso quanto me.
Non appena il silenzio torna a regnare, un altro giornalista si alza, ponendo un'altra domanda ad un altro pilota.

[...]

Usciamo dalla sala e riconosco la figura di Helen in lontananza che parla con Britta. Sorrido in modo spontaneo e vado verso di loro. 

"Com'è andata?" Mi chiede la bionda.
"Meh... diciamo che poteva andare meglio. A proposito, dopo voglio chiederti una cosa." Rimango serio. "E tu? Cosa fai negli Stati Uniti?" Sorrido a Helen.
"Sono venuta a trovare un amico." Mi sorride.
"A-"
"No, non sei tu." Ghigna.
"Cos- come no!?" Mi fingo offeso.
"È l'amico tuo. Quel bono assurdo di Hamilton." Parla con molta ironia.
"Lo trovi sotto la mia auto." Indico il garage della mia monoposto, incrociando le braccia al petto.
"Oh poverino!"
"Adesso passiamo alla tragedia?" Rido.

Sorride e scuote la testa. La guardo, mentre parla con Britta, vedendo un'attenzione particolare.
Ascoltate la parola di Dio.
Mi faccio scappare una risata, mettendomi una mano davanti la bocca, dopo quello che ho pensato.

Faccio un cenno a Britta, dopo che ha finito di parlare con Helen, e lei annuisce velocemente, per poi andare via.

"Come va?" Le chiedo.
"Qualche dubbio qui e lì ma... tutto ok." Annuisce.
"Che tipo di dubbio?"
"I soliti dubbi di mezza età." Dice vaga.
"Ma se non hai manco trentanni."  La prendo in giro.
"Infatti ne ho ventotto." Alza gli occhi al cielo.
"Uh, ti mancano ancora due anni. Sei giovane." La spingo ridendo.
"Ma dai." Ride.
"Mi dici 'sti dubbi, oppure sono segreti?" Ghigno sarcastico.
"Sono segreti. Comunque, mica male Britta." Ghigna.
"Mh?" Alzo un sopracciglio.
"Mica male Britta. Secondo me mettevi le corna a Hanna con lei." Ghigna.
"Mettevo le corna a te con lei."

Rimaniamo un altro po' a scherzare, fin quando non veniamo interrotti dal suo cellulare che squilla. Mi saluta velocemente, stampandomi un bacio sulla guancia, andando nella direzione opposta alla mia.
La guardo andare via. Continuo ancora a chiedermi come non siamo finiti come Emily e Valtteri. Con Helen siamo rimasti in buoni rapporti, nonostante tutto. Nonostante l'avessi portata a letto, nonostante vivessimo sotto lo stesso tetto, nonostante fossimo amici da molto tempo. 
Invece, tra Emily e Val è andato tutto per il verso opposto.
Scuoto la testa, andando verso l'hotel. Prima di farlo, chiamo Britta, per vedere dov'è. 
Mentre aspetto che accetti la chiamata, mi sento prendere per le spalle. Mi giro di scatto, alquanto colto di sorpresa, ma rilasso immediatamente i muscoli vedendo Lewis. Chiudo la chiamata, mai aperta, con Britta, decidendo di scriverle un messaggio.

"Lewis." Lo guardo, distogliendo lo sguardo dal cellulare.
"Ma... con Charles? Qualcosa non va?" Mi guarda.
"No, va tutto benissimo. Perché?" Alzo un sopracciglio.
"Vi vedevo borbottare in conferenza."
"Era infastidito dalla giornalista che ha pronunciato male il suo nome." Alzo gli occhi al cielo.
"Non puoi avercela con me per tutta la vita." Esce fuori questo argomento.
"Invece posso, e credo proprio che lo farò." Assottiglio lo sguardo.
"Non ha senso."
"Come quello che hai fatto. Non ha minimamente senso, eppure l'hai fatto." Lo guardo, divertito.
"Senti-"
"No, adesso sei tu quello che ascolta. Stai lontano dalla mia vita, dal mio team, da Charles e da me, soprattutto." Mi avvicino a lui. "Ho sempre un altro pugno da darti." Faccio una smorfia.
"Sebastian." Sento la voce di Charles.
Mi giro a guardare il monegasco, rimanendo sempre vicino a Lewis.
"Va tutto bene qui?" Si avvicina a noi.
"Benissimo." Gli sorrido in modo forzato.
"Non credo... comunque dopo vorrei parlarti un attimo." Mi fa cenno verso il garage.
Annuisco e aspetto che se ne vada prima di posare lo sguardo su Lewis.
"Bene, adesso, per l'ultima volta, ascoltami attentamente. Non mettere più in mezzo il ragazzo, perché lo so che è stata colpa tua, se adesso c'è tutto questa ghiaccio tra me e Charles." Ringhio.

Mi allontano da lui, ma nel modo di girarmi, vado a sbattere contro qualcuno. Scuoto velocemente la testa, massaggiandomi il petto. Mi accorgo di aver urtato Federica Masolin. Sbarro gli occhi, vedendo con lei anche Davide Valsecchi e il cameramen.

"Ehi, scusami, non ti avevo proprio vista." Mi gratto la nuca.
"Tranquillo." Mi sorride cordialmente e mi lascia andare, per fortuna.

Sospiro di sollievo e mi allontano da lì, andando verso il garage. Mi passo una mano tra i capelli, guardando un attimo la mia monoposto parcheggiata.
Sono sempre convinto di poter fare di più. Di più per me, per la squadra, per conquistare la vittoria, ma finisco sempre per rimanere deluso del mio risultato. 
Sussulto, sentendo il rumore di qualcosa cadere. Mi sporgo, vedendo una chioma bionda, raccogliere qualcosa da terra. 
Trattengo una risata vedendo che è Britta. Viene verso di me, velocemente, sorridendo imbarazzata.

"Scusami se non ti ho risposto, stavo... facendo una cosa." Scuote la testa.
"Tranquilla, non importa." Sorrido.
"Cosa volevi chiedermi?"
"Durante la conferenza, ho sentito quella giornalista, non mi ricordo nemmeno come si chiama. Comunque sia, ha citato qualcosa riguardo le voci che corrono tra me e Charles. Non essendo al corrente di ciò, volevo chiederti di informarmi." Incrocio le braccia al petto.
"A dire il vero, nulla di che con prove che confermino il vero. Si parla di una sorta di freddura tra voi due ed una specie di invidia nei confronti di Charles. Che voi vi siate allontanati è vero, ma per il resto, non hanno diritto di farsi di fatti vostri." Fa spallucce.
"Esattamente. Altro?"
"Nulla... se non che si parla di un tuo imminente ritiro."

Sbuffo una risata, alzando gli occhi al cielo. 
Sempre la solita storia.

PLAY /SebastianxValtteri\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora