4 - Shangai

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Valtteri

Finite le prime due sessioni di prove libere, tutti i piloti si rifugiano nelle loro stanze d'hotel. Con tutto quello che sta succedendo in questo momento qui, in Cina, diciamo che nessuno ama rischiare così tanto la propria pelle per andare a mangiare un boccone in un bar.
Mentre mi sistemo i capelli, per poi mettere il berretto, sento Lewis parlare con qualcuno.
Mi giro, preso dalla curiosità, e mi avvicino a Lewis.
In quello stesso istante, sento una mano sulla mia spalla.
Sussulto per la sorpresa, girandomi di scatto.
Metto una mano sul petto, sospirando, vedendo che è solo Sebastian.

"Non è educato ascoltare, dietro un pilastro, le conversazioni altrui." Mi prende in giro.
"Tu saresti il Santo che scaglia la prima pietra, dunque." Alzo un sopracciglio.
"Assolutamente no." Sbuffa.
"Allora? Che ci fai qua?" Incrocio le braccia al petto.
"Nulla. Volevo chiederti se ti andava di mangiare qualcosa, ma sei impegnato." Continua a farmi il verso.
"Vettel, vuoi fare a botte?" Lo guardo male.
"Uno cerca di essere gentile e viene ricambiato così. Non c'è più rispetto." Fa il drammatico.
"Mi stai dando sui nervi, Vettel."
"Io non credo." Ghigna e si avvicina a me.

Vuole davvero essere preso a pugni in faccia?
Non mi muovo di un passo, continuando a guardarlo male, finché non sentiamo dei passi. Si allontana alla velocità della luce ed io mi giro di scatto. È Lewis.

"Interrompo qualcosa?" Ghigna perverso.
"A dire la verità sì." Lo guarda truce, Sebastian.
"Dovreste parlare di queste cose in un posto un po' più... intimo."
"Tu dovresti andartene e basta, se non vuoi finire col naso rotto." Ribatte il tedesco.

Lewis alza le mani in segno di resa, andando via ridendo, dando una piccola spallata a Sebastian per poi prenderlo per il braccio e portarlo con sé, alcuni passi più avanti.
Vedo Lewis dire qualcosa all'orecchio di Sebastian, che gli fa cambiare immediatamente espressione. In un battito di ciglia, il tedesco sferra un pugno in piena faccia a Lewis, che indietreggia dolorante.

"Ti consiglio di farti i fatti tuoi, Hamilton, se vuoi continuare a correre con entrambe le gambe." Lo minaccia, puntandogli il dito contro.

Si sistema il berretto, per poi guardare nella mia direzione. Distoglie lo sguardo, fissando per pochi secondi il terreno, per poi andare via, a passi pesanti.
In tutto ciò io ho solo guardato. Non ho mosso un muscolo. E non so se è stato meglio così o avrei potuto fare qualcosa.

[...]

Nonostante il mio insistere sul farmi dare una spiegazione da Lewis, l'inglese ha deciso di tacere e non dirmi nulla al riguardo. Credo, però, di aver capito che c'entra Sebastian... ma non capisco cosa lo ha portato a dare un pugno a Lewis.

Mi siedo sul materasso, fissando il display del mio cellulare.
A pensarci bene, tra un GP e l'altro, ho quasi represso quella rabbia che avevo di finire sempre una posizione davanti a Vettel. Non che non mi importi, ma non mi accanisco come prima.
Accendo il telefono e cerco il numero del tedesco nella rubrica. Non appena lo trovo esito un po' a cliccare sul numero memorizzato.
Forse è meglio lasciarlo stare.
...
Smetto di pensare e premo sul numero.

Uno squillo.
...
Un altro.
...
Un altro ancora.

"Valtteri, quale onore?" Risponde.

In sottofondo ci sono diversi gemiti soffocati. Corrugo la fronte e scuoto la testa, cercando di ignorarli.

"Ti chiamo dopo se sei impegnato."
"Non lo sono." Ridacchia.
"Non mi pare, a meno che non ti stia segando su un porno." Ghigno, anche se non può vedermi.
"Fosse un porno, avrei messo in pausa."

I gemiti si placano e domina il silenzio dall'altra parte del telefono.

"Possiamo vederci?" Chiede d'un tratto.
"Hai appena finito di scopare con Lewis e mi chiedi se possiamo vederci?" Lo prendo in giro.
"Forse mi stai scambiando per te, io con Hamilton non ho nulla a che vedere."
"Non scambio l'oro col piombo." Lo provoco.
"Va bene. Ci vediamo in camera mia tra... cinque o dieci minuti. Poi vediamo chi scambia l'oro col piombo."

PLAY /SebastianxValtteri\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora