Sebastian
È proprio vero che una persona può cambiare l'intero modo di farti vedere le cose. Ci penso da un po' ormai. Eppure sono talmente tanto orgoglioso da farmelo sfuggire dalle mani.
"Seb... che fai qui? È ancora presto, torna a letto."
Sento i passi di Helen farsi più vicini al divano, per poi poggiare le sue mani sulle mie spalle. Mi bacia dolcemente la testa stringendomi a sé.
Valtteri aveva ragione... farebbe di tutto per me."Non ho sonno..." dico vago.
"Qualcosa non va?" Fa il giro, venendo a sedersi sulle mie gambe.
"No. È tutto ok." Le sorrido, accarezzandole i capelli corvini.
"Sei un po'... perso, Sebastian." Abbassa lo sguardo.
"Che vuoi dire?"
"Da quando sei venuto dal resort. Sei un po' più, direi... freddo. Stai spesso in un mondo tutto tuo." ... "Se sta succedendo qualcosa, parlamene. Potremmo provare a risolverlo insieme." Mi prende le mani.
"Va tutto bene, Helen, sta' tranquilla."Mi bacia la fronte ed io la stringo in un abbraccio.
Porca puttana, Sebastian. Sei un disastro.
Helen è la persona più importante nella mia vita, e io la sto prendendo in giro. La stringo più forte, sentendo un vuoto allo stomaco.
Posso dire di averla tradita, oltre tutto.
Mi sento un verme."Non te lo meriti." Sussurro.
"Cosa?" Mi prende il viso.
"Penso di doverti dire una cosa."
"Dimmi." Mi guarda preoccupata.La faccio sedere accanto a me. Mi giro verso di lei, stringendole le mani. Prendo un bel respiro e la guardo negli occhi.
Mi prendo un attimo per guardarla. È bellissima, anche se il trucco è del tutto assente sul suo viso, anche se i capelli non sono del tutto ordinati, anche se intravedo le occhiaie, grazie alla luce soffusa di un sole che sta per sorgere."Dal resort... qualcosa è cambiato." Le stringo le mani.
"Seb, non mi fare i giri di parole, sai che li odio." Si avvicina a me.
"Va bene." Mi schiarisco la voce. "Dicevo, dal resort, qualcosa è cambiato."Mi fermo di nuovo. Sarà l'ansia o il timore di perderla che mi hanno portato a tremare. Vorrei dirle semplicemente tutta la verità, ma non ce la faccio proprio.
"Ehi... Seb. Amore hai iniziato a tremare." Mi stringe le mani.
A sentire quella parola trattengo il fiato, sobbalzando. Le accarezzo il dorso delle mani, guardando - con non so quale coraggio - negli occhi.
"È cambiato tutto. Non qualcosa. Tutto. È cambiato che mi sono innamorato... ed è la seconda volta, in assoluto, dopo Hanna. Tu sai quanto tu possa essere importante per me, Helen?" Dico tutto d'un fiato.
"Cosa vuoi dirmi...?" Esita.
"Vorrei provare a dirti tutto, ma non ce la faccio." Mi sfugge una risata frustrata. "Non ce la faccio. Perché non riesco a guardarti negli occhi mentre lo faccio."Credo che, invece di cercare di riparare la situazione, la sto confondendo ancora di più. Sono una frana nel fare discorsi.
"Seb, calmati. Perché non andiamo avanti in nessun modo, di questo passo." Mi dice.
"Ti ricordi quando, da piccoli, giocavamo a fare le gare? Tu con la tua bici ed io con il go kart costruito con papà." Sospiro. "Tu eri sempre più veloce di me, nonostante io avessi una sottospecie di auto." Sorrido.
"Certo che mi ricordo." Fa lei, ridendo.
"Ecco. È più o meno la stessa situazione, con qualcosa di diverso." Faccio spallucce.
"Sebby, sei una frana con le metafore." Mi prende in giro.Sebby.
Così mi chiamava quando eravamo piccoli. A dieci anni ero ancora più basso di lui, e lei per prendermi in giro ha aggiunto questo "diminuitivo" al mio nome."Hai ragione." Rido.
"Dai, prova a dirlo a parole tue, senza troppe metafore, così capisco anche io quello che vuoi dire." Sorride.
"Non ridere."
"Perché?" Continua.
"Perché fai ridere anche me e io devo rimanere serio." Mi faccio scappare una risata.
"Ridere non ti fa di sicuro male." Sorride, mostrando i denti.Scuoto la testa, fingendo sarcasmo, per poi tornare a guardarla negli occhi. Ho già che è bellissima?
"Non riesco a raggiungerti Helen." Dico, tornando serio.
"Ma sei qui."
"Helen, sono serio."
"Anche io. Seb, se non riuscissi a raggiungermi, non saresti qui." Corruga la fronte. "Qui come pilota, qui come uomo, qui come... come persona al mio fianco."Non dico nulla.
Non voglio dire nulla.
Non se lo merita. Ed io sono solo uno stupido. Non posso continuare ad illudermi di qualcosa che non esiste. Di un sentimento non ricambiato.
Lei è qui, ed è qui per me.
Lui dov'è?"Se non ce la fai a raggiungermi, aumenta la marcia, io intanto faccio una sosta. Quando mi raggiungi mi chiami." Scherza.
"Non sai proprio essere seria, vero?" Sorrido.
"No." Ride e mi bacia.Le metto le mani sui fianchi, facendola mettere sopra di me.
È vero. Sono un disastro. Però ogni tanto ho bisogno di qualcuno come lei, che mi venga ad aiutare."Che ore sono?" Chiede, staccando le labbra dalle mie.
"Quasi le sei." Dico, guardando il quadrante dell'orologio.
"Andiamo a letto?" Poggia la testa sul mio petto.
"Cosa ci guadagno?" Ghigno.
"Se non andiamo, non lo scoprirai." Ghigna a sua volta.
"Ok, hai vinto donna."La prendo di peso e lei stringe le gambe attorno alla mia vita, ridendo. Le metto, di proposito, le mani sul fondoschiena, stringendole, guadagnandomi un lieve gemito da parte sua.
"Quanto sei dannatamente sensibile?" Mi mordo il labbro, guardandola.
"E tu sei ancora in salone." Alza un sopracciglio, sorridendo.Alzo gli occhi al cielo, ridendo, avviandomi per la nostra camera da letto. La sdraio dolcemente sul materasso, mettendomi sopra di lei, baciandola.
Sento le sue mani tra i miei capelli, e sa che mi fa impazzire questa cosa."Che stai aspettando Vettel? Il permesso?" Ghigna.
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PLAY /SebastianxValtteri\
Fanfic/ ! / C O M P L E T A \ ! \ / / A T T E N Z I O N E ! \ \ È UNA STORIA SU UNA COPPIA G A Y! Se non vi piace leggere, girate i tacchi e lasciate stare i miei ragazzi. _______________________________________ Ci sono situazioni in cui il nostro cervell...