16 - Wicked Games

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Valtteri

"Posso parlarti un attimo?" Gli chiedo, attirando tutta la sua attenzione.
"Certo." Si appoggia alla dispensa, spostando il peso su una gamba sola.
"Non so se ti ricordi della festa di Lando." Inizio a parlare.
"Certo." Fa spallucce.
"Non ti ricordi cosa è successo poi?" Alzo un sopracciglio.
"No. Ero troppo ubriaco. Ti ho vomitato di sopra? In questo caso, ti chiedo scusa." Scherza.

Alzo gli occhi al cielo e mi passo una mano sul viso. Trovo la forza di guardarlo negli occhi, mentre piano mi avvicino a lui.

"Che ho fatto?" Mi chiede, rimanendo al suo posto.
"Nulla di speciale." Scrollo le spalle, mettendomi davanti a lui.
"E allora di cosa volevi parlarmi?" Alza un sopracciglio.
"Ah dir la verità..."

Mi avvicino ancora di più a lui, che continua a non spostarsi, finché il mio membro non sfiora il suo, facendolo sobbalzare e mettere dritto con la schiena.

"... l'ho dimenticato." Apro la dispensa, fingendo di cercare qualcosa.

Chiudo la dispensa, rimanendo sempre vicino a lui, che sta cercando di trattenere qualcosa fuori dal suo controllo.

"Non credi di essere troppo vicino?" Mi fa notare, distogliendo lo sguardo da me.
"È probabile."

Esco, andando a mettermi di nuovo sul mio telo, al sole. Mi faccio sfuggire una risata, pensando a quanto possa essere stupido a fare una cosa del genere. Non so nemmeno io se lo sto facendo per finta o inizio a provare un interesse in più per Sebastian. So solo che lo faccio in maniera spontanea. D'un tratto sento un tonfo in acqua. Mi metto seduto in un attimo, vedendo cosa è successo.
Vedo riemergere Sebastian, che richiama Daniel ridendo.

Mentre il resto del gruppo rimane in acqua, io mi godo il calore del sole. Sbadiglio e mi stiracchio, girandomi di spalle. Un attimo dopo sento dell'acqua congelata sulla schiena, che mi fa sobbalzare. Sento la risata di Sebastian, mentre io tremo per il contatto inaspettato con l'acqua.

"Dovresti vedere la tua faccia." Mi prende in giro.

Alzo gli occhi al cielo e non rispondo. Mi rimetto comodo, ma - di nuovo - l'acqua tocca la mia schiena.

"Sebastian non rompere il cazzo." Alzo la voce.

Sembra ignorarmi del tutto, continuando a farmi cadere l'acqua sulla schiena. Mi alzo di scatto, mettendomi di fronte a lui, che ride come non mai. Mi spinge leggermente, in modo scherzoso.

"E fattela una risata." Mi squadra mordendosi il labbro.

Alzo un sopracciglio guardandolo.
Stupido.

[...]

Giunto nella mia camera, vado immediatamente a farmi una doccia. Mentre l'acqua scorre sulla mia pelle - che rilassa tutti i miei muscoli - il mio momento di relax viene interrotto dal bussare alla porta. Chiudo l'acqua, avvolgendo l'asciugamano al bacino, asciugando il corpo per non creare confusione nell'appartamento.
Se continua a bussare mi butta giù la porta.

"Val! Apri!"
Apro la porta. "Cosa stracazzo vuoi, Sebastian." Cambio tono, nominando il suo nome.
"L'addetta è entrata in camera mia e mentre stava facendo il suo dovere ha scambiato le nostre cose."
"Cos- è pazza?" Sbarro gli occhi.
"Pagheresti per avere le mie mutande, non fare il modesto." Mi spinge indietro, entrando nel mio appartamento, iniziando a cercare la sua roba.

Ora che lo guardo meglio, ha indosso solo un paio di pantaloni da tuta grigi, senza la maglietta.

"Ok, se fossi una donna dove metteresti le magliette?" Mi chiede.
"Non bisogna essere una donna per capire che potrebbero stare in un armadio." Indico l'armadio dietro di lui.
"Non ci sono." Mi guarda male.

Apre le ante dell'armadio - vuoto - allargando le braccia. Le richiude e sbuffa. Si passa una mano sul viso, finché non posa lo sguardo sul mio.

"Non ti rubo nulla, puoi andare a farti la doccia." Dice, un po' scocciato.
"Disordinato per come sei non le troveresti le tue cose." Lo prendo in giro.

Sbuffa una risata e si siede sul letto. Decido di lasciarlo lì, ritornando a fare la mia doccia.
Faccio velocemente lo shampoo per poi stare qualche minuto in più sotto il getto d'acqua tiepida.
Rimango in bagno, asciugando il corpo per bene, per poi indossare una canotta nera e un paio di normalissimi pantaloni.

"Trovato qualcosa?" Chiedo, tornando nella camera con Sebastian.
"Non mi sono mosso dal letto." Ride.

È sdraiato sul letto, con le braccia larghe, che fissa il tetto, occupando gran parte dello spazio presente.
Si rimette seduto, guardando i vari mobili. Scrollo le spalle e mi sdraio sul letto, prendendo il cellulare guardando cosa Instagram ha in servo per il mio - alquanto strano - intrattenimento.

"L'addetta non ha scambiato nulla." Sento dire a Sebastian.
"Cosa?" Distolgo lo sguardo dal cellulare.
"Non è entrata nelle camere e non ha scambiato nulla." Si avvicina a me.
"Quindi stavi per mettermi sottosopra la camera per divertimento?" Alzo un sopracciglio.
"No." Ghigna. "Per altri motivi."

Non è così distante da me. Continua ad avvicinarsi piano, fino a finire sopra di me. Sposto il peso sui gomiti, sfiorando per un attimo le sue labbra. Un ghigno compiaciuto compare sul suo viso, mentre  stringe tra i denti il labbro inferiore.
D'improvviso inizia a fare più caldo di prima.
D'improvviso la sua mano si posa sul mio collo, facendomi sdraiare di nuovo, mettendosi completamente sopra di me.

"Sei stato piuttosto stronzo oggi, sulla barca." Ghigna, e sento il suo fiato sulle mie labbra.

Non trovo nemmeno la voglia di ribattere. Per un lungo minuto di silenzio, i nostri sguardi non si staccano per un attimo l'uno dall'altro.
Stringe la presa sul collo, alternando lo sguardo tra i miei occhi e le mie labbra.

Con un colpo inaspettato, gli faccio togliere la mano dal collo, spostando, velocemente, di nuovo, il peso sui gomiti, facendo scontrare le nostre labbra.
Non sembra protestare, al contrario, contribuisce ad aumentare la foga di quel bacio.
Si stacca lentamente, guardandomi. Pochi secondi dopo riprende il bacio interrotto da lui stesso. Gli metto una mano dietro la nuca, evitando di farlo staccare di nuovo.

"Sei mio."

PLAY /SebastianxValtteri\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora