19 - Fine

415 22 20
                                    

Sebastian

Passano velocemente i giorni, e onestamente inizia a mancarmi la mia casa, il mio letto e le mie comodità. È stata sicuramente la settimana più indimenticabile della mia vita, è ovvio... però la lontananza da casa ha sempre un brutto effetto su di me.
No, non mi metto a piangere o cose del genere, ma sono un po' più giù di tono del solito. Mi passo una mano sul viso, per svegliarmi un po', per poi sentire uno strano verso di lamento. Trattenendo una risata, mi giro vedendo Valtteri infastidito dalla luce che filtra dalla finestra.

Calmate gli ormoni, non abbiamo fatto nulla. Semplicemente è venuto in camera e ci siamo messi a scherzare.

"Vuoi chiudere questa cazzo di tenda. Mi sto acciecando." Si lamenta e mette la testa sotto il cuscino.
"Ormai sei sveglio, non ha senso chiudere tutto." Rido.
"Non sono sveglio."
"Ah no?"
"Sto ancora dormendo."

Mi lascio scappare una risata, e mi alzo dal letto. Mentre mi stiracchio mi arriva un cuscino sulla schiena, per poi sentire la risata di Valtteri riempire la stanza.

"Non stavi dormendo?" Lo prendo in giro, rilanciando il favore.
"Se avessi chiuso le tende, starei ancora dormendo."
"Ah certo, rigira la frittata." Rido guardandolo.

Si stiracchia, facendo alzare i lembi della canotta che indossa. Distolgo lo sguardo e lo sento ridere.
Mi sdraio di nuovo sospirando.

"Che?" Mi chiede.
"Nulla. Ho solo sospirato." Rido.

Silenzio imbarazzante è entrato in chat.
Prendo il mio cuscino, lanciandolo sul viso di Valtteri, che non se lo aspettava. Mentre rido, ricambia il colpo, e così via.
Sto per dargli un altro colpo e, non appena il cuscino tocca la sua pelle, si rompe... facendo fuoriuscire un sacco di piccole piume bianche.

"Cazzo." Dico.
"Cazzo." Ripete.
"Questo non si può sostituire." Rido.
"Mi sa di no."

La stanza si riempie delle nostre risate, mentre le piumette continuano a cadere sul materasso.
Le risa si placano, non appena sentiamo bussare alla porta.

"Sebastian, sono Charles."
"Arrivo."

Senza neanche pensarci troppo, scuoto la testa, facendo cadere un po' di piume, e vado ad aprire alla porta.

"Ehi." Rido.
"Ehi...? Che cavolo è successo?" Mi chiede, guardando le piume rimanenti sui miei capelli.
"Diciamo un casino." Faccio spallucce ridendo.
"Sei pieno di p-"

Si interrompe di colpo, vedendo - probabilmente - Valtteri dietro le mie spalle. In un secondo mi passa per la testa i problemi che ho avuto con Charles per questo "fatto" e adesso, praticamente, gli sto dando la conferma di quello che pensava. Cerco di mantenermi calmo, guardando il monegasco davanti a me.

"Quindi avevo ragione." Mi guarda.
"Non vedo la tua motivazione. Cioè, l'ho chiamato per aiutarmi a pulire tutto 'sto casino." Mi prendo una piuma in mezzo ai capelli.
"Certo." Mi squadra.
"Charles, che vuoi?" Sbotto.
"Daniel aspetta voi per lasciare il resort. Muovete i culi, se riuscite."

Se ne va, guardandomi male. Mi passo una mano tra i capelli, chiudendo la porta, poggiandomi ad essa con la schiena.
Guardo Valtteri, intento a togliersi tutte le piume di dosso.
Mi gratto la nuca. La tensione è palpabile.
Cazzo, ma perché sono così impulsivo!?

"Val-"
"Ascoltami bene, Vettel." Scandisce bene il mio cognome. "Io non ho intenzione di passare come il frocio di turno, in televisione. Ma purtroppo tu devi fare il ragazzino, fregandotene se quello potrebbe andare a dirlo a tutti!" Alza la voce.
"Val, non lo farà. Non ha motivo di farlo." Allargo le braccia.
"Sì invece, Sebastian. Ha milioni di motivi per farlo, ma tu non lo sai." Mi indica.
"Quali sarebbero questi motivi, sentiamo." Incrocio le braccia al petto.
"Ma lo vedi come guarda Helen? Lo hai mai visto? Se la mangia con gli occhi, Sebastian! Non ci metterebbe molto a dirle tutto quello che pensa." Allarga le braccia, con uno sguardo alquanto arrabbiato.
"Ma quando mai, Helen non gli interessa minimamente!" Alzo gli occhi al cielo.
"L'hai mai visto? No. Ti consiglio di farlo." Mi punta il dito contro. "Immagina se lo andasse a dire a Helen! Le distruggeresti il cuore, Sebastian!" Alza la voce.
"Non sei tanto dalla parte della ragione, Valtteri." Lo squadro. "Scusami, quindi ti interessa più la tua figura in tv che... il tuo modo di essere reale? Che problemi hai?" Corrugo la fronte.
"I miei problemi non ti competono, Vettel. E forse è meglio se non mi fossi mai legato a te così tanto."

Mi si blocca il respiro. Poche volte, anzi raramente, ho sentito dire a qualcuno quelle parole. E dopo quello che abbiamo fatto, da lui non me le aspettavo sicuramente.

"Non è solo un gioco per me, Valtteri! Lo capisci o no?!" Gli grido contro. "Tu non... non voglio credere che tutto quello che abbiamo fatto è basato su una cazzo di bugia. Per chi mi hai preso? Per uno stupido?"
Ma lui fa scena muta. Come sempre, quando sa di essere in torto.
"Rispondimi, dannazione!" Sbotto d'un tratto.
Stringo i pugni, avvicinandomi a lui.
Lo guardo. "Volevo avere ragione io." 

Credo di aver sentito un "risucchio" d'aria da parte sua, trattenendola all'interno di sé. Mi avvicino di più a lui, perdendomi un attimo nei suoi occhi.
Vorrei sbattergli in faccia tutto quello che mi passa per la testa, ma non so per quale motivo la mia bocca si cuce magicamente. Durante questa settimana non avevo più dubbi su chi avrei scelto al mio ritorno.

"Io avevo scelto te, Val." Ne esce un sussurro.
"Io no. Io ho scelto Emily, e continuerò a scegliere Emily." Mi risponde, con una freddura disumana. "Non sono gay. Mi sono solo fatto confondere dai tuoi atteggiamenti, ed ho sbagliato." Sembra un robot...
"Emily, Emily, Emily. Quando eravamo all'interno dello yacht di Daniel, quando ti ho baciato non hai pensato a lei. Oppure quando eravamo nel bagno. Non ti ho sentito nominare Emily e, forse, nemmeno ti è passata per la mente mentre avevo la mano sul tuo cazzo." Sbotto.
"Seb-"
"Io non penso a Helen da mesi. La scopo e penso a te, porca troia, ed è solo colpa tua, Val! La colpa è solo tua! Perché tu hai deciso di provocarmi, quella notte, alla festa di Lewis." La mia voce continua ad alzarsi.
"Sebastian, smettila! Sei infantile!"
"Io? Io sarei infantile? Senti chi parla. Penso a Emily ma intanto un pompino da te me lo faccio fare, Sebastian." Imito nel peggior modo la sua voce.
"Sebastian, lo capisci che Helen farebbe il giro del mondo di corsa per te, vero? O sei così stupido da non capirlo?!" Mi spinge.
"Sei tu lo stupido, Valtteri! Io farei di tutto per te! Fregandomene di tutti e di tutto! Io ti ho messo al primo posto, cazzo!

PLAY /SebastianxValtteri\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora