20 - Coffee?

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Valtteri

Passano le settimane, ed è già finito il mese di Agosto. Eppure non riesco ancora a dimenticare le parole di quel coglione tedesco.
 
Non appena mi sveglio, mi ritrovo Emily accanto a me. Mi stiracchio e le avvolgo un braccio intorno alla vita, poggiando le labbra dolcemente sul suo collo. Carezza la mia guancia con la mano, sorridendo, mentre io continuo a baciarle il collo.

"Sei di buon umore, stamattina." Mi fa notare.
"Abbastanza, soprattutto dopo ieri sera." Le sussurro all'orecchio ghignando. 

Ride e mi spinge via, in modo scherzoso. Si gira verso di me, tenendo strette le lenzuola al suo corpo, che la coprono fino alla clavicola. Questa è la donna che voglio al mio fianco per tutta la vita, qui lo dico e qui lo nego.

"Ieri mi è arrivata una chiamata da Sebbo." 
Come non detto.
"Non rispondi ai messaggi da giorni. Mi ha chiesto se stavi bene o se ti era successo qualcosa." Mi guarda strana.
"Non voglio portarmi il lavoro anche in vacanza." Sbuffo, alzando gli occhi al cielo.
"Ma è un tuo amico, non è mica un lavoro da svolgere." Alza un sopracciglio.

Sbuffo sonoramente, pregando di concludere quella conversazione il più velocemente possibile. 
Perché ogni volta che la mia mente si è totalmente dimenticata di lui, spunta dal nulla più assoluto a rovinarmi la giornata. 
Ringraziando il cielo, Emily capisce che non voglio continuare questa conversazione. Mi stampa un piccolo bacio sulle labbra, sorridendo.
Si gira, dandomi le spalle, per poi recuperare i suoi indumenti, sparsi sul pavimento. Ghigno, vedendola indossare solo la maglietta, ignorando totalmente l'esistenza dei pantaloni. Prima di uscire dalla stanza, si gira verso di me ghignando perversa. Ci scambiamo diversi sguardi d'intesa, finché lei non abbandona del tutto la stanza. Mi metto le mani sul viso, stirando i muscoli della schiena. 
Tasto alla cieca il mio comodino, fino a trovare il mio cellulare. Accendo il display, controllando le notifiche. 
Non c'è nemmeno un messaggio da parte di Sebastian.
Mi stava prendendo in giro?
Le ha davvero chiamato o ha notato qualcosa che non andava e quindi ha provato ad aprire l'argomento?

"Val, vieni a fare colazione?" Mi urla Emily, dal piano di sotto.
"Arrivo."

Scuoto la testa e mi vesto, per poi scendere al piano di sotto e dirigermi in cucina. Noto Emily girata di spalle. Mi avvicino piano a lei, avvolgendole le braccia attorno alla vita, poggiando il mento sulla sua spalla. La sento ridere sotto i baffi, mentre prepara la colazione. 

"Ti amo." Le sussurro, baciandole il collo.
"Mi fai salire il diabete, Valtteri." Si stacca, ridendo, prendendo le tazzine per il caffé.
"Hai appena rovinato un momento perfetto, lo sai?" La guardo, scocciato.
"Nah, non poi così tanto." Si gira verso di me, tirandomi a sé, baciandomi.

Le tengo il viso con le mani, mentre lei stringe le braccia sul mio collo, impedendo di allontanarmi. Nel momento stesso in cui volevo dare giusto un po' di pepe in più al bacio, bussano al citofono, facendomi sobbalzare per lo spavento. Ci stacchiamo, alquanto scocciati. 

"Vado io." Dice, dandomi un ultimo bacio sulle labbra, mentre io mi dedico a fare il caffè.

Sento un piccolo gridolino da parte di Emily. Avrà invitato qualcuno che conosce. Evito di farci molto caso, ma ho la sgradevole sensazione di avvertire una voce maschile fin troppo familiare per i miei gusti.

"Sei sola?" Gli sento chiedere.
"C'è Valtteri di là." Risponde Emily, con una lieve risata.

Mi giro, vedendo Emily accompagnare Charles in cucina.
Cazzo.

"Ehi Val" Mi sorride.
"Charles, non ti aspettavo." Assottiglio lo sguardo.

Inizio ad essere più nervoso del solito. Più agitato. Invece lui sembra molto tranquillo, tutto sorridente, che fa lo stupido con la mia ragazza.

"Ehi, Charles." Lo richiamo. "Tieni a freno gli ormoni con la mia donna." Lo guardo male.
"Scusa Val, pensavo non fossi tirato per questo... genere di cose." Enfatizza sulla parole "genere".

Emily ride, tanto per spezzare la tensione, mentre io stringo la tazzina di ceramica in mano, con forza.

"Caffè?" Chiede Emily.
"Sì, grazie." Rispondo io, un po' scocciato.
"Già preso, ma grazie lo stesso." Sorride Charles.

Emily mi guarda male, per poi alzarsi e preparare questo caffè. In realtà dovevo farlo io, ma qualcosa è piombato in casa mia.

"Come mai da queste parti?" Gli chiedo.
"Ero di passaggio e... volevo salutare Emily." Ghigna.
"Magari anche più di un saluto." Sento dire a Emily.

Una smorfia si stampa sul mio viso, trattenendo la voglia di prenderlo e sbatterlo a terra come un tappeto.

"Sta' lontano da lei." Sussurro a denti stretti, guardandolo negli occhi.
"Altrimenti?" Fa una smorfia compiaciuta.
"Ti faccio fuori."
"Pronto!"

Emily mette a tavola le tazzine con il caffè, sedendosi accanto a me.

"Ma non dovevi, davvero non-"
"Ah ma smettila." Ride la bionda, prendendo la sua tazzina.
"Grazie." Le sorride, prendendo la tazzina, sfiorando le mani di Emily.

Lo guardo, in ogni minima mossa che fa. Giuro che se non se ne va, lo butto fuori io. A calci. In culo.

"Valtteri ti ha raccontato del resort?"

A quella domanda, il caffè mi va di traverso, facendomi tossire come non mai. Emily mi mette una mano sulla schiena, mentre io cerco di sedare la tosse. Charles se la ride, e questo mi fa innervosire da matti.

"Sì, dev'essere stato davvero bello." Dice la bionda.
"Lo è stato. Soprattutto per lui." Ghigna.
"Che intendi?"
"Niente. Fa solo lo stupido per attirare la tua attenzione." Affermo.
"Già. E la tua attenzione sembra averla attirata qualcuno... magari Sebastian." Fa spallucce.
"Sebbo?" Emily scoppia a ridere. "Quell'uomo è uno sballo! Tutti sarebbero interessati a lui."
"Diciamo che Val ha un'attenzione speciale, per Seb." Mi guarda.
"Smettila." Dico a denti stretti.
"Qualcosa non va, Val?" Mi chiede Emily.
"Sì. La sua sola esistenza." Guardo Charles.
"Valtteri, ma che dici?"
"Quello che penso." La guardo. "E adesso, fuori da casa mia, grazie." Indico la porta a Charles.
"Amico, stai calmo." Ride.
"Sono calmo. Infatti ti sto chiedendo di uscire dalla mia proprietà, Leclerc." Assottiglio lo sguardo.
"Va bene. Come vuoi. Evidentemente non hai le palle nemmeno per ammettere a te stesso quello che sei." Ghigna e si dirige verso la porta.

Emily gli va dietro, cercando di convincerlo a rimanere un altro po'. Fortunatamente declina l'invito, lasciando - finalmente - casa mia. Emily torna da me, incrocia le braccia al petto, aspettando una mia spiegazione.

"Emily, lascialo stare." Scuoto la testa.
"Io a lui posso anche lasciarlo stare, ma con te Valtteri? Devo lasciare stare anche te?"

PLAY /SebastianxValtteri\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora