14 - Pausa Estiva

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Valtteri

Dopo l'Ugheria, ha finalmente inizio la pausa estiva - anche conosciuta come "tortura di tre mesi senza Formula Uno" per i tifosi.
Ogni pilota non vede l'ora di spassarsela per tre mesi, senza stress, in giro per il mondo, con amici, parenti o con il proprio partner. 
Nel mio caso... nel mio caso niente. Sono tornado in Finlandia per stare un po' con la mia famiglia e, tutt'ora, sono lì. Fa sempre bene tornare dalla propria famiglia dopo tanto tempo. Riprendi le vecchie abitudini, incontri vecchi amici d'infanzia, rivedi la tua prima cotta di liceo, ormai diventata donna. Una serie di emozioni che si possono comprendere solo quando stai lontano da casa per molto tempo.

Rientro a casa, dopo una passeggiata in bicicletta con alcuni amici. Non appena metto piede a casa, il mio cellulare vibra. Poso le chiavi di casa sul mobiletto accanto alla porta, per poi prendere il telefono. Un messaggio da parte di Daniel. 
Perché mai dovrei venire su Skype?
Scuoto la testa, vedendo che continua a scrivere che è urgente. Mi ritiro in camera mia, dopo aver informato dei miei genitori del mio rientro, e accendo il pc. 

Dr. Avogado

Ci sei?
Val?
Valtteriiiiiiiiiii

Sì! Ci sono. Ho appena acceso il computer.

Perfetto.

Dr. Avogado. Mi ricordo benissimo il perché è salvato così sulla mia rubrica. Qualche anno fa mi rubò il cellulare andando a colpo sicuro sul suo numero di telefono. Da "Daniel Ricciardo" passò a "Dr. Avogado" senza che io potessi ribattere. Non dandomi alcun tipo di fastidio, rimase così e, tutt'ora, quando vedo questo soprannome sul mio display, sorrido come uno stupido.
Due secondi dopo mi arriva una videochiamata di gruppo - che sono costretto ad accettare.
Sullo schermo appaiono Max, Daniel, Charles e... ovviamente, Sebastian. Non può mancare.

"Ehi ragazzi!" Saluta Daniel.
"Fare un gruppo no eh?" Si lamenta Max.
"Sul gruppo si sarebbe creato un casino, come sempre. E poi mi mancava vedere le vostre facce di merda." Ride.
"A me no, stavo benissimo dov'ero. Sereno e in pace con me stesso, senza voi parassiti in mezzo ai piedi." Scherza Sebastian, che attiva la videocamera che prima era spenta.

Si nota benissimo la mancanza della maglietta e i capelli bagnati, anche perché ha una asciugamani attorno al collo. Alzo gli occhi al cielo, vedendolo ridere. 

"Possiamo venire a conoscenza del motivo di questa chiamata di gruppo?" Chiedo.
"Sì, certo." Si schiarisce la voce Daniel. "Visto che non ci vedremo per tre mesi abbondanti ho pensato... e se organizzassi di andare in un resort, tutti e cinque?"
"Le femmine sono vietate?" Interviene Helen, facendosi vedere dalla videocamera di Sebastian.
"Sì, dolcezza, Seb deve capire se ti ama davvero." Ci scherza su l'australiano.
"Ti dispiacerebbe se non venisse?" Continua la mora.
"Moltissimo." Assume un'espressione seria.

Stiamo un attimo in silenzio, per poi sentirla sbuffare e dire qualcosa in tedesco a Vettel - che nessuno pare aver capito. 

"Le parlerò più tardi." Ci dice il biondo una volta che la ragazza è andata via.
"Bene, guarda che se non vieni ti vengo a prendere sotto casa." Minaccia Max.
"Umiltà bambino." Scherza.
"Io ci sono." Sono le prime parole che sento dire a Charles da quando siamo in questa videochiamata.
"Io pure." Si stiracchia Max.
"Io, come sapete, vi darò la conferma più tardi."
"E tu Val?" Chiede Daniel.
"Io..." mi gratto la nuca. "Io devo parlarne con Emily. E non è detto che per quei giorni stabiliti io sia libero." 
"Ma che devi fare!" Mi prende in giro Sebastian.

Daniel mi dice i giorni che aveva in mente e, vedendo tutti consenzienti, non ho potuto fare a meno di annuire anche io. Mi segno i giorni prescritti su un foglietto, mentre sento Max e Charles bisticciare. 
Lewis, dopo lo "scontro" con Sebastian al Paddok, non si è più fatto sentire. Charles e Sebastian, a quanto pare, si sono chiariti... ma non ne sono sicuro. Abbiamo scoperto che il monegasco è un po' omofobo e questo ha cambiato l'immagine che mi ero creato di lui - anche se non era poi così tanto bella nemmeno prima. 
Riguardo agli altri, non ne sono venuti a sapere della faccenda tra Lewis e Sebastian, è rimasta dentro quel Paddok. Abbiamo dovuto sborsare una bella cifra ai media per non far spargere la voce, ma in fin dei conti meglio così. 
C'è solo una cosa che vorrei chiarire con Sebastian... che forse nemmeno ricorda, ubriaco per com'era.

"Va bene, mandatemi la conferma, altrimenti vi rompo le palle finché non mi rispondete." Minaccia Daniel.
"Ok. Adesso devo andare." Sebastian guarda alla sua destra mordendosi il labbro.
"Grazie ma non vogliamo sapere della tua vita sessualmente attiva, Seb." Ride Max.
"Ma quale sesso, non lo faccio da troppo. Ma sta arrivando il fattorino con il sushi." Ride.
"Te lo stai proprio chiamando il Coronavirus, ammettilo." Lo prendo in giro.
"In caso, vi ho voluto bene. Auf Wiedersehen meine Freunde." Ride e chiude la chiamata.
"Che ha detto?" Ride Max.
"Arrivederci amici miei. Non era difficile." Alzo un sopracciglio.

Dopo qualche minuto chiudo anche io chiudo la chiamata. Sospiro e afferro il cellulare e cerco il numero di Emily nella rubrica. Non la vedo da un po' di tempo, a dir la verità. Fortunatamente risponde dopo poco.

"Ciao Val!"
"Ehi, ciao. Come va?" 
"Bene, non mi lamento. Tu? Tutto bene lì in Finlandia?"
"Non c'è che dire." Faccio spallucce. "Senti, sarò diretto."
"Dimmi pure." 
"Daniel ha organizzato una specie di vacanza in un resort con i ragazzi. Per evitare di accavallare gli impegni con te e con altri, volevo dirtelo." 
"Oh... va bene. C'è la possibilità che possa venire anche io?" 
"Non lo so, anche Helen, la ragazza di Sebastian, l'ha chiesto, ma Daniel ha detto di no." Sospiro.
"Ci sarà anche Sebbo quindi?" Ride.
"Sì, te l'ho detto, ci saranno i soliti ragazzi che ti ho presentato."
"Mh, va bene. Quando?"
"La prossima settimana... per tutta la settimana."
"Bene, allora divertiti."

Rimaniamo a parlare un altro po' del più e del meno, finché non mi dice di dover andare. Finita la chiama, rimango sdraiato nel letto, con il cellulare in mano. 
Devo assolutamente parlare con Sebastian.


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