36 - Yas Marina

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Valtteri

E siamo qui, finalmente giunti all'ultimo circuito della stagione. 
L'ultima gara, l'ultimo podio, le ultime comunicazioni radio. 
Ogni anno sempre la stessa storia, ma nessuno si stanca mai di continuare.

Mentre cammino per i Paddok, mi ritrovo il mio compagno di squadra avvolgermi un braccio intorno alle spalle, seguito - dall'altra parte - da Daniel. Non capendo fino in fondo la situazione, li guardo in maniera molto confusa non appena iniziano a cantare.

"Che succede?" Mi sfugge una risata.
"Amico, è l'ultimo Gran Premio! Animo! Ci vuole... la Samba! Dobbiamo fare fiesta!" Dice divertito Daniel.
"Il Brasile ti ha dato proprio alla testa." Lo prende in giro Lewis.
"Già." Rido.
"Il Brasile è un posto magnifico!"
"Assolutamente, non lo mettiamo in dubbio." Sghignazza Lewis.
"Che succede qui? No Max, no party." Si indica il giovane pilota.
"Umiltà bambino, rispetta i più grandi." Gli dà uno scappellotto Charles, ridendo.
"Suvvia, bambini, non litigate, qui il più grande sono io e lo sappiamo tutti." Li spinge entrambi Seb.
"No, alt. Amico, qui il più grande sono io." Si indica Lewis.
"Quarantanni e non sentirli!" Lo prende in giro Daniel.
"Veramente sono trentacinque!" Fa una smorfia, l'inglese.
"Mettiamo in chiaro una cosa. Qui il più vecchio è Kimi, nel pieno dei suoi quaranta." Puntualizza Charles.
"Ma io non parlavo dell'età scritta sulla carta d'identità." Ghigna il tedesco.

Daniel si mette a ridere, suscitando le risate di tutti, compreso il sottoscritto.
Scrollo le spalle, riprendendomi il mio spazio vitale dai miei due compagni. 
Mi perdo un attimo a guardare l'espressione serena che ha Sebastian in volto.
...
Ha letteralmente messo i "fiori nei cannoni" sia con Charles che con Lewis, nonostante quello che ha fatto. Inizio a chiedermi davvero perché io non ne sia capace.
Scuoto la testa, distogliendo lo sguardo da lui.
Vedo farsi avanti un paio di giornalisti, che ci riprende mentre siamo uniti.

"Allora, ragazzi!" Sorride la ragazza. "Come vi sentite? Tristi per l'ultimo traguardo?" Porge il microfono nella nostra direzione.
"Tristi? Nah! Li straccerò tutti, ancora una volta." Ghigna Lewis.
"Abbassa la cresta, è con Max Verstappen che ti stai mettendo contro, vecchio." Ride Max.
"Vi vedo carichi." Sorride la giornalista.
"Lo siamo eccome! Tanto l'anno prossimo ci rivediamo tutti." Fa spallucce Daniel.
"Ne sei proprio convinto?" Ghigna sarcastico Sebastian.

Mentre continuano a fare gli stupidi davanti ai media, mi allontano un attimo per pensare.
Durante la settimana che intercorre tra Interlagos e Yas Marina, ho cercato in tutti i modi di contattare Sebastian, per parlare in modo civile e razionale, ma non mi ha dato risposta. 
Io ci provo ad aprire una conversazione con lui, ma la tronca già dal principio. 
Alla fine ho capito che è meglio se parliamo di persona, anche perché non è stato un gran bel modo il nostro "salutarci" in Brasile. 
Sospiro e mi sistemo il berretto, controllando l'orario, per poi alzare lo sguardo su quei coglioni davanti la telecamera.

"Ehi."
Sobbalzo immediatamente, girandomi di scatto, riconoscendo la figura di Sebastian.
"Perché ti sei allontanato?" Mi chiede.
"Non-... volevo un attimo il mio spazio." Non lo guardo.
"Non pensare ti abbia ignorato. Anzi. Volevo solo vedere a che punto ti saresti spinto." Mi guarda.
"Era un test?" Dico infastidito.
"Adesso sai cosa vuol dire stare dietro ad una persona." Mi guarda ghignando.
"Cos-."

Capisco dopo cosa vuol dire. Ripensandoci, ero io - e lo sono ancora - quello con i compleassi, ed era lui quello che mi stava dietro per non farmi perdere la testa.

"Capito ora?" Mi abbassa la visiera del berretto.
"Sì... credo." Lo rimetto a posto.
"No, togli il credo, perché altrimenti non abbiamo concluso niente." 
"Certo che l'ho capito, cretino." Lo guardo male.
"Bene. Dopo la gara voglio chiederti una cosa."
"Farlo adesso no?" Alzo un sopracciglio.
"Conosco la tua ansia, non ci sarebbe nessun tipo di piacere nel vederti perdere perché pensi alla mia proposta." Ghigna e si allontana.
"Sei un sadico!" Gli dico, mentre continua a darmi le spalle.

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