25 - Verità

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Sebastian

"Considerati morto, bastardo."

Valtteri sta, lentamente, perdendo le redini di sé, ma non così tanto da permettermi di intervenire. Eppure siamo in una posizione scomoda. Mi tiro indietro Valtteri mettendomi davanti a lui.

"Val, ascoltami, non possiamo farci mettere dietro una sbarra per tentato omicidio." Sdrammatizzo un po'.
"Ma se fino a pochi secondi fa eri tu quello che voleva ucciderlo." Corruga la fronte.
"Sì, è vero. Ma devi capire che non è una bella situazione, questa. Se evitassimo di fargli troppo male sarebbe anche meglio."
"Sebastian, ti rendi conto di quello che stai dicendo vero?" Mi fulmina con lo sguardo.
"Lo so benissimo. Valtteri, ma non-"
"State pensando ad una via di fuga?" Sento dire a Charles, dietro le mie spalle.
"Sta' a vedere." Gli dico sussurrando, facendogli l'occhiolino. "Allora... Leclerc." Mi giro verso di lui. "Ripreso dalla botta? Forte vero? Eh, lo so." Sospiro facendo spallucce. "Adesso, se fossi così gentiluomo, quel che sei." Dico con tono sarcastico. "Potresti darci una spiegazione?"
"Non sembri nemmeno tu quando parli con questo tono." Mi prende in giro Val.
"I know~." Ghigno.
"Avete finito?" Alza la voce Charles.
"Sì?" Mi guarda Valtteri.
"Sì." Ripeto, guardando Charles.

Lo vedo un attimo perso, come se stesse chiedendo a se stesso il motivo di tutta quella rabbia. Incrocio le braccia al petto, cercando di nascondere quanto possa davvero essere nervoso. Si schiarisce la voce, con un colpo di tosse, e poi ci guarda.

"Vorrei ringraziare la bella Emily, prima di tutto, per avermi fatto capire quanto davvero Valtteri tenesse a lei, e questo vuol dire che un motivo sotto c'è, giusto?" Ghigna, guardando Valtteri.
"Non so da chi dei due sono più disgustato." Fa una smorfia il finlandese.
"Val, amico, non ti sei reso minimamente conto dei segnali che non ti dava. Avevi troppo la testa a... a Sebastian. Ma, infondo, non la biasimo." Dice il mio nome tra i denti. 
"M-" Non lo fa nemmeno iniziare che lo interrompe.
"A partire da quella piccola esultanza che ha avuto quella mattina, quando volevo vederla per salutarla." Ghigna. "Il fatto che le avessi chiesto se era sola, quando sapevo benissimo che eri a casa con lei. Ah, indovina? Sai... quando ti sei andato a spaccare con l'amico tuo - fa cenno con la testa verso di me - dov'è andata lei? A casa di Helen, sicuramente, ma tra le mie braccia a piangere." Si indica.

D'impulso mi giro verso Helen, che non ha mosso un muscolo, fino ad ora. Stringe le labbra, facendole diventare sottili, guardando per terra.
Non ci credo... l'ha davvero fatto?

"Hai davvero fatto entrare Charles in casa mia?!" Mi indico, girandomi verso Helen, alzando la voce.
"Oh, certo. E anche molto volentieri." Sento dire a Charles.
"Tu sta' zitto, non ho intenzione di sentire un'altra parola uscire da quel buco di fogna che hai in faccia!" Lo guardo male, tornando a guardare Helen.
"Sebastian, Emily aveva bis-"
"No, Helen. Emily aveva bisogno di stare con Valtteri, o alla peggio maniera, di stare da sola a riflettere. Non aveva certo bisogno di Leclerc!" Le grido contro. "Se avessi bisogno di te, non me ne andrei da Daniel." Le dico, a denti stretti.
"Non ce la facevo a vedere Valtteri, Sebastian!" Sbotta Emily.
"Ma ciò non vuol dire che devi andare a cercare... altro." Dico.
"Non tutti ci stanno ad essere la seconda scelta, Valtteri." Sento dire a Charles.

Mi giro di scatto verso Charles, che ghigna come un bastardo, guardando Emily. Prendo un bel respiro, cercando di calmarmi. Mi gratto la nuca, per poi guardare il monegasco.

"Che vuoi dire?" Chiede, assottigliando lo sguardo, Valtteri.
"Come vedi sei tu quello che è stato tradito... quindi lei non ti preferisce. Sei tu la sua seconda scelta, probabilmente anche terza." Fa spallucce.
"Ti ammazzo." Dice a denti stretti. 
"Perché non parli un attimo con lei, e te lo fai dire dalla tua ragazza." Enfatizza sulla parola tua.

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