1 - Melbourne

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Sebastian

Eccoci qui. Melbourne. Usciamo adesso dalle Qualifiche. Potevo fare molto di più, ma si dia il caso che la fortuna non è dalla mia parte.

Leclerc
Hamilton
Bottas
Vettel

Queste sono le prime quattro posizioni per domani. Sbuffo e, dopo aver espresso le mie cordiali lamentele a Mattia riguardo la mia monoposto, metto gli occhiali sulla visiera del cappello e vado verso i tifosi, che aspettano di fare avere una foto o un autografo da... stamattina. A volte scoccia andare a mettere firme a cappelli o magliette e andare a fare foto, ma non ci costa nulla, quando alcuni tifosi venderebbero letteralmente parti del loro corpo per venire a vedere un Gran Premio. Non appena arriva anche Charles, mi eclisso e vado verso i Paddok. Rimetto gli occhiali sul naso e cammino tra i box delle diverse scuderie. Devo trovare Daniel. Deve darmi una specie di regalo. E se non lo trovo il suo spirito mi perseguiterà fino alla morte. I regali di Natale ce li facciamo da quando stavamo insieme in RedBull. Tra i miei genitori e i suoi c'è stato subito feeling e... adesso siamo praticamente fratelli.
Mi perdo un attimo nel cercare il mio cellulare. Abbasso la testa, continuando a camminare, cercando in quale tasca ho messo quel maledetto telefono. Poco prima di rialzare lo sguardo, mi becco una spallata, e per poco non mi cade dalle mani il cellulare. Mi giro, togliendo gli occhiali, incazzato. Ci sono venti chilometri di spazio, sei così tanto distratto da finirmi di sopra? Ma che hai negli occhi? Prosciutto?

"Non male la quarta posizione, Vettel."
"Tu, invece, sempre dietro al culo del vegano." Lo fulmino con lo sguardo.
"Ehi, piano con le parole, perdente." Mi punta il dito contro.
"Ah, io sarei il perdente? Quanti mondiali hai vinto tu, eh?" Mi metto proprio di fronte a lui.
Non risponde.
"Te lo dico io. Z e r o!" Gli punto l'indice al petto.
"Tu ne hai vinti quattro e adesso? Ti sei fermato? Che c'è ti fa paura la velocità adesso, eh? Eh Vettel?" Mi afferra il colletto della tuta.
"Tu, invece, non sei stanco di vedere che al tuo compagno vanno dati tutti i "ben serviti" e a te ti usano come ruota di scorta?" Poggio la fronte sulla sua, imitando il suo gesto, prendendolo per il colletto della tuta.
"Cerchi rogna, Vettel?"
"Te la sei cercata tu, Bottas." Stringo i denti.

Per quanto fossi incazzato con lui, non riuscivo a togliere gli occhi dai suoi. Più stringevo la presa sulla sua tuta e più lo avvicinavo a me. Non è tanto basso rispetto a me, ma lo si nota. Il blu presente nei suoi occhi non è tanto diverso dal mio... ma ha qualcosa in più.

"EHI! Ragazzi ma che diamine vi prende?!"

Daniel ci separa, mettendosi in mezzo a noi. Mi aggiusto la tuta e continuo a guardare Bottas. Assottiglio lo sguardo e gli punto il dito contro.

"Che sta succedendo qui?" Daniel alterna lo sguardo tra noi due.
"Nulla. Una semplice discussione tra piloti." Si pulisce la tuta e si guarda intorno.
"Già." Seguo i movimenti delle sue mani.
"Beh, ragazzi, vi stavate per ammazzare."
"Ma che? Questo qui non riuscirebbe nemmeno ad alzarmi un dito." Ghigno e incrocio le braccia al petto.
"Non sfidarmi." Mi guarda male.
"Oh ma basta!" Sbuffa Daniel.

Mentre Daniel è impegnato a farci una ramanzina, nemmeno fosse nostro padre, io e Bottas "giochiamo" a chi abbassa o distoglie prima lo sguardo. Io tengo le mani incrociate al petto, mentre lui le tiene ai fianchi. Sospiro e cerco di rimanere concentrato sui suoi occhi.

"... ma mi state ascoltando?"
"No." Diciamo all'unisono.
"Va bene, ho capito."

L'australiano mi prende per il braccio e mi spinge a camminare. Mi giro per un attimo verso Bottas, che porta il pollice e l'indice alla fronte, formando la lettera L. Ghigna e si gira dall'altra parte.
Vedremo chi è il perdente.

[...]

Si accendono i cinque fari del semaforo, fino a diventare verdi. Si parte. Davanti a me si susseguono una serie di azioni a cui non posso dare peso, poiché devo concentrami a mantenere la mia posizione. Parto con buono spunto, tanto che ho un piccolo contatto con la monoposto di Bottas, che adesso è davanti a me. Spero che tutto sia andato bene per Charles.
Stringo il volante e tengo lo sguardo sul posteriore della monoposto di Bottas. Mi gioco bene le gomme e aspetto che quasi tutti rientrino per poi finire in seconda posizione, dietro Hamilton.
Dagli specchietti retrovisori vedo avanzare la monoposto numero 77 di Valtteri. Quanta ansia che mi mette questa cosa. Cerco di spingere il più possibile, senza nemmeno accorgermi che sono andato a recuperare Hamilton. Faccio respiri regolari e profondi, cercando di mantenere la calma.

"Seb, ci sei? È tutto a posto?" Mi chiede il mio manager di gara.
"Sì. Sì, è tutto ok." Ho un po' d'affanno.
"Hai recuperato su Hamilton ma Bottas ti sta alle costole."
"E Charls?"
"Sta cercando di superare Bottas da un po'."
"Che ansia!" Alzo la voce, preso dall'adrenalina.

Il team radio si spegne e io cerco di dare il meglio di me. Sono in mezzo a due Mercedes, non posso fare brutta figura. Charles, dove sei? Ci hanno sempre detto che ci inizia bene è già a metà dell'opera, ma vorrei che fosse almeno sul podio. Distratto dai miei pensieri, mi ritrovo ad una curva. Non freno in tempo e la faccio un po' troppo larga, dando libero spazio a Bottas di passare. Impreco in tedesco e mi ritrovo in un secondo ruota a ruota col pilota Mercedes. Diversi contatti mi costringono a mettermi dietro di lui. Non lo perdo di vista e continuo a dargli fastidio.

"Seb, non farlo. C'è la possibilità tu possa girarti."
"Non importa. Non posso finire dietro una Mercedes."
"Seb-"

Ignoro completamente il team radio e proseguo per la mia strada. Non finirò dietro una Mercedes, non oggi.
Accelero ancora di più, aprendo l'ala mobile più e più volte durante i rettilinei e nelle zone DRS, ma nulla. Non riesco proprio.
Arrivati al rettilineo che dà sul traguardo, apro l'ala mobile e lo supero, poco prima della curva. La mia ruota posteriore sinistra va a scontrarsi con la sua anteriore destra.
Cazzo, non va bene. Se continuiamo così non-

"Cazzo!" Urlo, non appena mi rendo conto di essermi girato ed essere andato a finire nell'erba.
"Io e l'avevo detto, perché non mi ascolti mai?!" Mi rimprovera il mio manager di gara.
"Fa silenzio, dannazione!" Tiro pugni al volante.

Intanto perdo posizioni. Non vedo la situazione dietro di me, sono troppo impegnato a contenermi dal non tirare giù qualche calendario. Inserisco la retro-marcia e cerco di rientrare in pista.
Non vedo Bottas da nessuna parte. Con la solita fortuna che ho, lui avrà proseguito in tutta tranquillità. Tiro un ultimo pugno al volante prima di partire.

"Aggiornami sulla posizione." Mi rimetto in pista.
"Non sei nemmeno in zona punti, Seb."
"Cazzo!" ... "Bottas?" Chiedo.
"Ha proseguito per un po' ma sembra essersi fermato ai box, gli hai distrutto l'ala anteriore."
"Adesso mi daranno una penalità?" Chiedo ironico.
"Non scherzare su cose del genere." ... "Bottas sta uscendo dai box. Adesso dovresti entrare tu."
"Al prossimo giro, preparate le gomme."

Chiudo la conversazione e cerco di guidare il meglio che posso, poiché le mie gomme sono totalmente andate a farsi benedire. Sono piene di erba e terra. Non ci voleva.

[...]

La gara si conclude con Hamilton al primo posto, Charls in seconda posizione e Max in terza. Io... in sesta. Non è stato facile rimontare, ma la fortuna ha voluto che i doppiati mi dessero la giusta scia. La mia consolazione è stata che Bottas si è trovato dietro al sottoscritto. Mi passo una mano tra i capelli e mi sistemo la tuta, cercando di prepararmi alle piccole interviste nel paddok. Mentre esco dai box per andare dritto in pasto ai giornalisti, mi capita di vedere un piccolo Valtteri Bottas, incazzato nero, che cammina a passi pesanti verso i box Mercedes. Gli vado incontro e, per pura casualità la mia spalla scontra la sua, facendolo girare dalla mia parte. Lo guardo con il ghigno più fiero che ho e continuo per la mia strada.

Come prima gara non c'è che male, l'importante è essere entrato nella zona punti. Sono le undici di sera, e tra una settimana ci sarà un altro Gran Premio, e non ho intenzione di sbagliare.

PLAY /SebastianxValtteri\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora