Il pranzo

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Mentre Sanem dorme io mi occupo di organizzare il pranzo e insieme a Demir usciamo per acquistare ciò che mi manca.
Sotto consiglio di mio fratello invito anche Kemal per avere una visuale completa sulla faccenda, così potremo ricostruire ciò che è successo nella speranza che Sanem ricordi qualcosa.
Sono tranquillo lei dorme nel mio letto, nella mia camera in casa mia e so per certo che è al sicuro.
Ma voglio vederci chiaro e per farlo abbiamo bisogno di quel test.
Dopo aver acquistato l'occorrente per il pranzo e di più torniamo a casa.
Prima di mettere a posto la spesa salgo a controllare Sanem che ancora dorme beatamente, abbracciando il mio cuscino.
Facendo attenzione a non fare rumore scendo nuovamente di sotto e con l'aiuto di Demir iniziamo ad armeggiare in cucina.
Demir è una vera frana e ci divertiamo a prenderci in giro.
Un po' questi momenti mi mancano del resto da quando vivo da solo sono molto rari.
Si lavoriamo insieme e la comitiva di amici che frequentiamo è la stessa ma questi siparietti fanno parte della vita vera.

                   *****

Mi sveglio riposata e mi soffermo a guardare la stanza.
Mi alzo dal letto in modo da avere una visuale migliore.
Qui tutto è preciso e non ci sono cose fuori posto.
Non dovrei ma sono curiosa e mi intrufolo nella cabina armadio, anche qui tutto è sistemato con precisione sembra di essere dentro una foto pubblicitaria.
Apro i cassetti e toco i suoi vestiti, è un po' come toccassi lui e lo rispecchiano in pieno.
Questa è la vera percezione di lui altro che le parole di Osman.
Non so perché ma solo il pronunciare quel nome mi dà un senso di nausea.
Sento rumori e risate provenire dal piano inferiore e a piedi nudi decido di scendere.
Mi fermo e mi appoggio all'uscio della porta ad ammirare la scena che ho davanti:
Due fratelli che giocano e scherzano mentre cercano di armeggiare in cucina.
Una visione completamente diversa da quella che ho dell' ufficio.
Rimango ad osservarli per un po'.

                    *****

Mentre gioco con Demir con la coda dell'occhio la vedo li appoggiata all'uscio della porta che ci osserva.
La visuale che ho di lei mi piace tanto è come se facesse parte di questa casa.
Demir è richiamato dal mio sguardo e non perde occasione.

D.-" Finalmente sono arrivati gli aiuti. Sanem salvami da un fratello autoritario che mi costringe a cucinare a rischio e pericolo del risultato."
C.-" Ma ti lamenti sempre."
D. -" Io sto bene coccolato e servito a casa di mammina."
S.-" Ci penso io, tranquillo."
D.-" Allora io vado e vi lascio soli. Sei la mia salvezza."

Esce velocemente dalla cucina prima che gli possa dare un nuovo incarico, e noi rimaniamo da soli.
Mi viene spontaneo o forse lo faccio per sapere qualcosa in più di lei.

C.-" Come te la cavi in cucina?".
S.-" Ti ricordo che sono la nipote di Ebru Celik.
C.-" Oooh si, mi ricordo colazioni che erano pranzi e pranzi che era feste dove si sapeva soltanto l'inizio ma non la fine."
S.-" Non ricordo quanti anni avevo ma posso dirti che a malapena in ginocchio sulla sedia arrivavo solamente al tavolo."

Can ha le idee molto chiare su cosa preparare pertanto seguo le sue direttive.
Devo dire che è molto pratico e bravo ed è un piacere cucina con lui, mi soffermo ad osservarlo muoversi con tranquillità e dimestichezza tra i fornelli.

S.-" E tu invece, da quando cucini?"
C.-" Ho iniziato quando studiavo, poi ho frequentato un corso di cucina Italiana e poi come hai detto tu anche io sono nipote di una nonna e fin da piccolo amavo osservare lei e la mamma in cucina."
S.-" Cucina Italiana, molto interessante, un giorno dovrai farmi provare qualcosa. Perché proprio Italiana, mi riferisco al corso."
C.-" Ci sono stato per sei mesi da ragazzo per gli studi ed è una delle nazioni che amo di più c'è tutto: la storia, l'arte, il mare, la montagna, le sue città e la sua cucina."
S.-" Non ci sono mai stata ma da come me l'hai descritta mi hai fatto venire voglia di vederla."
C.-" Un giorno se vorrai potrei accompagnarti."
S.-" Molto volentieri."

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