Una Giornata Diversa

285 18 1
                                    

Apro la porta e la trovo che dorme rannicchiata sul letto con le cuffie alle orecchie, mentre stringe un peluche al petto, il suo viso è rigato dai segni delle lacrime che ha versato.
Una fitta mi opprime il cuore mentre mi avvicino, sento la musica forte uscire dalle cuffie e capisco che anche se avessi buttato giù la porta non mi avrebbe mai sentito.
La sento ancora ansimare per il pianto, mi siedo sul suo letto ed inizio ad accarezzarle la testa, poi i capelli e in fine il viso.
La sento piano piano rilassarsi e anche io leggermente mi tranquillizzo, anche se vorrei che si svegliasse per perdermi nei suoi occhi.
Rimango seduto sul suo letto per più di un'ora e quando mi decido ad alzarmi una mano afferra la mia e mi dice.

S.-" Non andartene!"
C.-" Sei sveglia?"
S.-" Da un po', ma non volevo che te ne andassi."
C.-" Perché non mi hai chiamato?"

Si alza in ginocchio sul letto per stare alla mia altezza, che sono rimasto seduto con le spalle poggiate allo schienale.

S.-" Non volevo che ti preoccupassi."
C.-" Non pensi che così mi sia preoccupato di più, quando Cansu mi ha telefonato non ho più capito niente."

Mi accarezza il viso con la sua mano e le lacrime riprendono a scendere dal suo viso.

S.-" Non potrei sopportare che ti succedesse qualcosa..... potrei morire dal dolore."
C.-" Lo stesso sarebbe per me."

Afferro la sua mano sul mio viso e la porto sulla mia bocca e le bacio le nocche di essa.
Capisco che il suo pianto di prima era rivolto a me e che sicuramente Osman l'abbia minacciata usando me.

C.-" Credo che tu abbia capito che i nostri sentimenti vadano oltre la nostra amicizia. Non posso dare un nome a quello che provo per te perché sarebbe mancare di rispetto ad un amico che per me è come un fratello. Spero che tu abbia capito il discorso di Ferhat..... non so se potrai capirmi ma devo portare fede al nostro giuramento.
Capisco che potrebbe sembrarti stupido ma per me non lo è."

Lei si accoccola sul mio petto.

S.-" Ho capito tutto e mi basta solo questo, stare così ed ascoltare i battiti del tuo cuore."

Rimaniamo in silenzio per un po' mentre lei rimane con il suo bellissimo viso sul mio petto e io nel frattempo le accarezzo i capelli.

C.-" Sanem, vuoi dirmi cosa ti ha detto al telefono."
S.-" Se mi tieni stretta a te si."
C.-" Non chiedo altro."

L'abbraccio forte a me.

S.-" Mi ha detto che se non ritiro le accuse verso di lui, tu potresti essere vittima di un incidente di percorso."
C.-" Sanem sai bene che con il lavoro che facciamo e per essere arrivato dove sono non è la prima volta che ricevo minaccie e di sicuro non sarà Osman Aydin a spaventarmi, hai capito bene.
Nessuno può spaventarti e pensare di passarla liscia."
S.-" La mia unica paura e che se ti succedesse....."

Non le faccio finire la frase che con le dita le prendo il mento e le faccio alzare la testa per poi lasciarle un bacio sulla sua fronte.

C.-" Promettimi che se dovesse succedere nuovamente sarai tu stessa a dirmelo subito."
S.-" Te lo prometto".

Il nostro reciproco momento di confessioni viene interrotto dai gorgoglii del suo stomaco.

C.-"Hai mangiato?"
S.-" No, mi si era chiuso lo stomaco."
C.-" Andiamo."

Amore in TogaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora