Prologo.

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ATTENZIONE!

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Questa storia crea attacchi di panico, per favore prendetevela con il figlio del proprietario

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Questa storia crea attacchi di panico, per favore prendetevela con il figlio del proprietario.
Io non c'entro nulla! 🙈

🍸 —-

«Daria, sbrigati!», urlo, continuando a trascinare le valigie pregando Dio che mi faccia arrivare sana e salva.
Ma la mia amica resta qualche metro più indietro.
«Non posso senza la mia valigia, lì dentro c'è tutto quello che mi resta!»
Mentre continuo a sentirla solo lamentare, io proseguo verso l'uscita.
«Dai, per due Gucci! Così perdiamo il pullman», percorro rapidamente l'ultimo varco dell'aeroporto, sollevando la borsa che ho tra le braccia, per impedire che crolli al suolo.

«Tu non capisci! Ci ho speso due stipendi per quelle meraviglie», recrimina.
Non tengo conto del suo malessere e sveltisco il passo, quando posso vedere dalla vetrata principale alcuni degli autobus già in partenza.
«Ambra!»
«Eh?», mi volto verso di lei, lontana almeno venti passi.
«Non ce la faccio a seguirti, vai tu, io resto qui», si arrende quasi con serietà.
Lancio un'occhiata veloce al parcheggio prima di tornare indietro verso di lei.
«Andiamo, non fare la bambina, muoviti!», con la mano che ho ancora libera afferro il suo polso e la obbligo a seguirmi.
«La prossima estate io resto a Firenze», blatera.

Finalmente raggiungiamo il grande parcheggio dinanzi all'entrata principale dell'aeroporto.
Mi soffermo un istante ad osservare i vari autobus, cercando di capire quale sia quello giusto. C'è molto sole, per cui non riesco a leggere le direzioni.
«Se restiamo ferme, morirò soffocata», riprende a lamentarsi.
«Se non stai zitta, ti ammazzo io, facciamo prima»
Scrolla le spalle come segno di difesa, poi le indico di seguirmi.

«Dovrebbe essere questo», confronto dal cellulare che la direzione sia giusta, «Ok, è questo»

Una volta raggiunte l'autobus, l'autista ci indica dove sistemare le valigie e ci marca gentilmente i due ticket per il percorso fino ad Olbia. Ci sediamo agli ultimi posti e nella mia testa prego che Daria non riprenda a parlare.

Ho bisogno di tranquillità, da questo momento in poi.

«E comunque non ci posso credere che tu mi abbia lasciato venire senza le mie bambine», come non detto.
Sbuffo alla sua affermazione, «Daria, esistono modi alternativi per farsi spedire una valigia smarrita, non è la fine del mondo»
«Ti devo ricordare quando siamo state a Barcelona? Non ho mai più rivisto i miei meravigliosi, costosissimi occhiali da sole», sul serio sembra che voglia piangere?
Erano un fottuto regalo di un ex bastardo.
«Siamo in Sardegna, vedrai che qui faranno qualcosa per spedirtela», la rassicuro, o almeno ci provo.
«È quasi un'ora di viaggio, Ambra. E siamo in Italia»

Estate al Riva Bianca.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora