4. Nessun ringraziamento.

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È ufficialmente il mio primo giorno di lavoro.
Non so se sono spaventata o se essere felice perché finalmente posso mettere da parte dei soldi.
O forse tutte e due.
Questa volta mi sono svegliata prima del previsto, forse a causa dell'ansia.
Ho avuto il tempo di preparare la colazione e di sistemare anche qualcosa in casa.
Stamattina passerà di nuovo l'autista di Bruno.
Almeno so di arrivare presto.
Prima di lasciare l'appartamento, controllo anche la posta che è arrivata ieri sera.
C'è da pagare anche il primo affitto.
E con i nostri risparmi non dovremmo avere problemi.
Potrei pensare di andare all'aeroporto, recuperare la valigia smarrita di Daria e vendermi le due Gucci.
Infondo non ne ha realmente bisogno, il suo era solo uno sfizio personale.

Credo si sia anche abbastanza pentita di averci speso tutti quei soldi. Li aveva messo da parte per un viaggio con il fidanzato, ma quando lui l'ha mollata ha deciso di spendere quei soldi a caso.
È stato troppo divertente vederla scegliere quelle borse.
"Mi serve una più costosa", disse, "Il mio istinto mi suggerisce di spendere almeno quanto un fegato, dopo che l'ho perso per quello stronzo"

La adoro.
Mi fa stare bene.
Non potrei pensare di restare qui senza di lei.

Le lascio un bacio prima di andare via e fuggo di corsa.
Durante il tragitto mi arriva un messaggio dal mio capo, ovviamente.
Controllo l'orario, sono in perfetto anticipo: "Ti aspetto al bar della hall"

Mi sento meglio nel leggere che non si tratta di una lamentela.
Quando arrivo la prima cosa che faccio è controllare di essere in ordine e per il primo giorno mi sono anche vestita più decente.
Almeno così credo.
Raggiungo rapidamente l'ingresso del villaggio e attraverso la porta di ingresso dell'hotel. Il bar interno è posizionato poco prima della porta del ristorante.
Bruno è già lì che attende di ricevermi.
È da solo.
In realtà a quest'ora non ci sono ancora tutti i dipendenti e gli ospiti sicuramente sono ancora nelle proprie stanze.
Quindi posso sentire un silenzio molto piacevole.

«Siamo in anticipo», i suoi occhi addosso.
Mi limito a sorridere.
Bruno mi osserva meglio. Ad attirare la sua attenzione sono i miei vestiti.
«Quel vestito non ti dona», ammette bevendo il suo caffè.

Ah.
Beh, a me piace.
Il suo parere è secondario.

«È un regalo della mia amica»
«Avrà gusti particolari la sua amica»

Se Daria lo sentisse
lo stenderebbe con un pugno.

«Comunque, ti offro un caffè prima di iniziare la tua giornata di lavoro», e questa cosa mi sorprende. Si noterà sicuramente sul mio volto, «Sono serio, hai bisogno di energie».
«L'ho già preso, signor Manca», faccio notare.
«Stai rifiutando un caffè gratis?»
«Potrei sentirmi male con tutta questa caffeina», continuo.
«Come vuole», molla la sua tazzina di caffè ormai vuota e ringrazia il barista.
Si alza dallo sgabello alto e mi invita ad uscire dalla hall.
Sfila nel frattempo alcune chiavi dalla sua tasca.
Una volta fuori, non prendiamo la solita direzione.
Svolta a sinistra mentre recupera anche i suoi occhiali da sole.
«Dove stiamo andando?»
«Non fare troppe domande, Ambra»
«Così rischio di fare tardi a lavoro», continuo.
«Tu non preoccuparti e cammina»

Poco dopo ci ritroviamo in una zona alle spalle dell'hotel principale. Era così nascosta che non l'avevo ancora scoperta. Si tratta di un'area privata con una serie di casette bianche tutte uguali, piccole e con un giardino in comune. Non solo, c'è anche una piscina centrale, non molto grande ma molto bella, circondata da fiori e sassi.
E ci sono degli alberi, precisamente delle palme molto alte.
Solo che non capisco ancora perché siamo qui.
Ad un certo punto Bruno si ferma e con aria soddisfatta si osserva intorno.
«Questo è il mio posto preferito», commenta.
«È molto bello, come il resto della struttura»
Passa a guardare me, «Sì, ma perché qui posso venire a riposare quando nell'altra area c'è troppo casino».
«Lei vive qui?»
Rigira tra le dita un paio di chiavi, «La maggior parte del personale vive qui: animatori, baristi e bagnini».
Questo non l'avrei mai immaginato.
«E ovviamente stando sempre qui, ci vivo anche io», ecco perché è sempre puntuale. Praticamente non si sposta di un solo chilometro.
«Capisco»
«E ovviamente anche tu avrai un alloggio, fino alla fine dell'estate», e questo non me lo aspettavo.
«Mi sta dicendo che..»
M'interrompe: «Che non avrai più problemi con gli orari e con l'affitto da pagare».

Estate al Riva Bianca.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora