Il liquido rosso rubino sgorga dalla bottiglia in vetro scuro, ricadendo con estrema accuratezza nei calici, riempiendoli fino a metà e diffondendo nell'aria un suono limpido e piacevole.
Con le spalle contro l'intonaco bianco e freddo dell'alloggio, osservo i movimenti esperti di Bruno, che ha indosso una camicia grigia in pendant con i mocassini; il che rende l'atmosfera più idilliaca, se possibile.Le sue spalle larghe sono rilassate, il torso è leggermente piegato; mentre le lunghe e muscolose braccia ritirano delicatamente indietro la bottiglia, facendo attenzione a non far vacillare alcuna goccia di quel vino così prezioso.
Impossibile restare lucidi di fronte alla grazia, all'armonia delle sue movenze.
Anche quando un sospiro impercettibile esce dalla sua bocca, scontrandosi con il tocco indelicato della bottiglia sulla superficie bianca della cucina, ogni fibra del mio corpo trema, desiderando di sentirsi sfiorare da quelle mani calde e soffici.«Non sarà quello originale, però ti assicuro che è molto buono»
Nel salone del suo appartamento, finora dominato dal silenzio, echeggia la sua cadenza carezzevole e fioca.
Il mio capo muove qualche passo verso l'enorme divano nero che occupa gran parte della stanza e adagia i due calici sul tavolino in vetro, collocato poco dinanzi.«Hai intenzione di non muoverti di lì?»
Probabilmente la rigidità ha preso possesso del mio corpo, perché sento le gambe intorpidite per non so quale assurda ragione e faccio fatica a muovere anche un solo muscolo.
Abbozzo un sorriso di circostanza, frammentato.
Poi ci provo, procedo in avanti, staccandomi dalla parete che fino a poco fa sorreggeva il mio peso e mi sembra di sentirmi automaticamente più pesante.Sono tesa come le corde di un violino, per una causa a me sconosciuta. Non è la prima volta che ci ritroviamo da soli, eppure ho uno strano presentimento.
È tutto così diverso: saranno le luci soffuse nella stanza, l'odore del Sauvignon, il mio cuore irrequieto, ma sento che stavolta è tutto così diverso, magico.Quando sono abbastanza vicina, Bruno afferra nuovamente i due calici, porgendomene gentilmente uno.
«Vieni, sediamoci qui»Prendiamo posto uno accanto all'altro, anche se per qualche strano spirito di sopravvivenza, pongo una minima distanza tra le nostre gambe poiché, sono quasi certa, basti un minimo contatto a mandare in arresto il mio cervello e farmi smettere di collegare i neuroni.
«All'inizio lo sentirai acido, quasi stucchevole; ma subito dopo avvertirai l'aroma fruttato» mi avverte; miscelo cautamente il fluido come farebbe un bravo sommelier, più per scampare al suo sguardo che per altro.
«Provalo» dice infine.Lo guardo ancora fluttuare nel calice di cristallo, scettica.
Non ho problemi particolari con il vino, a differenza degli altri alcolici, non mi dispiace; però non ho una buona tolleranza in generale, e in momenti come questi, preferirei rimanere sobria.Non mi piace far parlare l'altra parte di me.
Però se ci penso, l'acquaqualcosa che mi fece provare a casa sua, non era così sgradevole e, soprattutto, non finii per delirare.
Conto mentalmente un paio di numeri e accosto il calice alle labbra, sentendo lo sguardo rovente di Bruno perlustrare ogni lembo del mio corpo.
Inalo la fragranza aromatica e la prima cosa che sento è...«Amarena» sussurro.
«Brava, amarena e ribes nero» conferma.Anche se bramo di guardarlo negli occhi, mi trattengo con tutte le mie forze dal farlo.
Potrei non rispondere delle mie azioni.«Aspetta qui»
Lo vedo sgattaiolare via e ritornare una manciata di minuti dopo con una ciotola piena di frutta.
Esotica.
STAI LEGGENDO
Estate al Riva Bianca.
RomanceIl Riva Bianca è uno dei villaggi più ricchi e maestosi che si affaccia sulle acque cristalline della Sardegna, esattamente sulla Costa Smeralda, che sta per aprire una nuova stagione estiva, la più calda e sorprendente. Ambra invece è solo una raga...