32. Due anime.

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"Omicidio Bianca Smirnov, in stato di fermo il proprietario del Riva Bianca."

Leggo per l'ennesima volta l'articolo scritto nel gennaio del duemiladiciotto, buttando via un altro fazzoletto di carta.
Non ho mai pianto così tanto nella mia vita, forse perché nessuno mi ha mai mentito e deluso in questo modo.

Nonostante tutto, però, la mia mente vuole credere che ci sia un errore. Sperando di aver letto male le parole, i miei occhi ritornano sull'articolo.
Tuttavia, leggo esattamente le stesse cose e, nel frattempo, il mio cuore ha il tempo necessario per elaborare tutto quanto.

"Sarebbe accusato di omicidio intenzionale Bruno Manca, proprietario del famoso villaggio turistico Riva Bianca. L'indagine è partita dopo il ritrovamento del corpo, privo di vita, della sua compagna Bianca Smirnov. Secondo una prima ricostruzione, l'uomo, in seguito ad un'accesa lite avvenuta fuori dall'abitacolo, avrebbe volontariamente investito la ragazza.
L'impatto ha ucciso sul colpo la ragazza; inutili i soccorsi."

Il mio cuore scalpita forte contro la gabbia toracica, i miei occhi sono due fiumi in piena, le mani tremano, ed io sono consapevole solo adesso di essermi innamorata di qualcuno che non è quello che fa credere di essere.

Ora tutto ritorna: non voglio fare del male anche a te.
Bruno aveva in qualche modo ammesso di aver fatto qualcosa di grave, ed io non l'ho capito.
Si inibisce ogni pensiero in questo momento, fisso lo schermo del pc priva di ogni tipo di forza; non ho il coraggio neppure di guardare la foto allegata.

Probabilmente il fatto che io mi sia soffermata sulla fonte una seconda volta, si rivela essere un altro, e forse ultimo, tentativo di cambiare le cose.
Purtroppo, i dati coincidono e le fonti sono sicure.

Poi lo faccio, scorro la mail e arrivo alla foto.
È proprio lei.
È la ragazza che Bruno ha come sfondo del suo computer, e mi sembra anche la stessa persona del ritratto che ho visto nel suo appartamento.
Non mi sfugge il dettaglio più importante, quel vestito; quel vestito è lo stesso che il mio capo custodisce gelosamente nel suo armadio e che per sbaglio mi sono ritrovata tra le mani quel pomeriggio.
Ecco perché così tanto mistero.

Fisso i lineamenti della giovane ragazza, che non deve avere più di vent'anni, o che comunque se li portava benissimo.
Aveva gli occhi azzurro cielo, il colore della pelle piuttosto pallido e un sorriso da far venire la pelle d'oca.

Adesso che ho scoperto il terribile segreto di Bruno,  e prima che sia troppo tardi, devo trovare un modo per scacciarlo via per sempre dal mio cuore.

Mi aveva detto che non mi avrebbe fatto mai del male, e se pure fosse così, adesso avrei troppa paura.
Forse per questo non mi ha detto nulla, perché sapeva che una come me se la sarebbe data a gambe levate.
Mi fa ribrezzo ripercorrere quei pochi momenti in cui siamo stati troppo vicini, in cui ho desiderato di averlo con ogni parte del mio corpo.

"Non riesco ancora a crederci, Daria. Mi fidavo di lui..."

Invio rapidamente il messaggio alla mia migliore amica, poi abbandono il pc sul letto ed esco spedita dal mio appartamento, sicura che le mie intenzioni, seppure potenzialmente pericolose, non cambieranno fino a quando non sarà lui stesso ad ammettere la verità.

Voglio che sia lui a dirmelo, guardandomi negli occhi.

Arrivo praticamente di corsa di fronte al suo alloggio e sbatto le mani sulla porta in legno come un cavallo infuriato.
«Apri questa maledetta porta, Bruno!»
Vedo che nessuno viene ad aprire, quindi insisto.
«Lo so che stai cercando un'arma per il delitto che compirai appena apri questa porta, ma prima dobbiamo parlare.»
Chiunque penserebbe che io sia fuori di testa.
Ma perché nessuno conosce davvero Bruno Manca.
«Bruno Manca, APRI QUESTA CAZZO DI PORTA!», esce uno strillo che neanche nei film horror.

Estate al Riva Bianca.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora