5. Ruota di scorta.

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Continua la mia sfida quotidiana sotto gli occhi attenti di Bruno Manca.
Nonostante sia già trascorsa una settimana di lavoro, sembra che ancora non si fidi del mio modo di fare.
Okay, non ho esperienza, i primi giorni ho combinato un disastro dietro l'altro, però sono anche in grado di imparare dagli altri e di mettere in pratica quello che vedo.
Eppure continua ad essere malvagio e a screditarmi appena nota un piccolo, quasi impercettibile, dettaglio fuori posto.
Non l'ho capito ancora molto bene, non si fa scoprire così facilmente.
Una cosa però l'ho capita in questi giorni: è molto riservato.

Praticamente a differenza di suo fratello non solo non è capace di fare battute, non si lascia neppure scappare qualche dettaglio della sua vita. So solo che come d'abitudine, la mattina presto viene al chiosco a bere un cappuccino caldo, questo perché ci lavoro e posso vederlo con i miei occhi.
E se nei giorni precedenti ho aspettato che terminasse in silenzio il suo cappuccino, adesso mi viene istintivo dirgli qualcosa per farlo rinsavire.

«Mi mette tristezza con quel broncio», Bruno inarca un sopracciglio alla mia affermazione.
Rigiro tra le mani lo straccio sporco con cui ho appena pulito la superficie in legno.
«Come, scusa?», sembra sempre sul punto di surriscaldarsi, non gli si può dire nulla.
«Insomma, oggi è una bellissima giornata di sole, qui c'è una pace meravigliosa, non ho fatto ancora danni, eppure lei tiene ancora quell'espressione sul viso», dico. Non mi importa se si incazza ancora, alimenta la mia depressione in questo modo.
«Quale espressione?», sorregge il suo bicchiere quasi vuoto.
«Quella che ha ogni volta che faccio danni», proferisco senza indugiare, «Ma per ora non ne ho fatti quindi può anche togliersela. Se rompo bicchieri o avveleno clienti lo saprà subito».
Per la prima volta vedo Bruno Manca sorridere.
E non si tratta di un sorriso qualsiasi.

Questo è tremendamente bello.
Sensuale. Proibito.

Lo fa quasi con istinto, come se gli fosse uscito fuori in modo spontaneo e non avesse fatto in tempo a bloccarlo.
Ed io mi perdo di fronte a tanta bellezza.
«Dovrebbe ridere più spesso, signor Manca», mi esce naturale.
Bruno rimuove il suo bellissimo sorriso e ritorna serio. Bagna le sue labbra con la lingua e si schiarisce la voce, quasi disturbato dal mio complimento.
«Sto meglio quando non lo faccio», si allenta il nodo della cravatta.
«Quindi lei adesso non sta bene? Le disturba qualcosa, magari la mia presenza?», sistemo i bicchieri in ordine.
«Quante domande, Ambra», ignora la mia domanda con aria irritata.
«Mi scusi, non volevo»
Silenzio. Abbasso lo sguardo ritornando a fare il mio lavoro.
«E comunque no, se fossi stata tu il problema non ti avrei assunta. Non credi?», la sua voce sottile mi trasmette quiete.
E i suoi occhi mi fanno sciogliere.
«Infatti mi ha assunta per un altro motivo»
Ma sospira seccato dalla mia osservazione, serra la mascella, «Ambra, non mi piace riprendere gli stessi discorsi. Non è compassione la mia, non sono la persona adatta per questo», fa scivolare il bicchiere vuoto verso di me, «Quindi ti chiedo di non ripeterlo ancora».
«Nessun problema», afferro il suo bicchiere e lascio che l'acqua del rubinetto lo riempia fino all'orlo. Tengo lo sguardo basso, ma posso avvertire gli occhi di Bruno addosso.
«Devi legarli meglio quei capelli», sollevo gli occhi.

Quando non ci sono motivi per cui incazzarsi, Bruno Manca se li inventa.

«Cosa c'è che non va nei miei capelli?», ho una coda alta come tutte le persone normali, se non fosse per una maledetta ciocca che non ne vuole sapere di restare con gli altri capelli.
«Non voglio vedere ciocche libere nel vento, sei a lavoro non ad una sfilata di moda», ma con che cosa si droga?
Ha disturbi dell'umore quest'uomo.
Striscia leggermente lo sgabello sul pavimento e si alza abbastanza velocemente. Non riesco a dire una parola a causa del suo cambio improvviso di umore.
«Non avrà problemi, signor Manca. Stia tranquillo»
«Niente, hai il vizio di esaurirmi ancora di più con le tue risposte», ma che cosa ho detto? Quest'uomo finirà per farmi impazzire.
Detto questo mi molla da sola al chiosco,
allontanandosi dall'altra parte del villaggio.

Estate al Riva Bianca.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora