Capitolo 15

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Prendere o lasciare

Solo in una stanza buia, immobilizzato su una sedia da delle lunghe corde. Bellatrix gli era davanti e lo guardava negli occhi così simili a quelli di un'assassina, pazza furiosa.
«Draco ascoltami, tu stasera riceverai il marchio, è un onore per te e per la famiglia. Non commettere passi falsi.»
«Bella!» sua madre, bellissima come sempre lo guardava spaventata.
«Lui vuole punirci, per l'errore di Lucius...non posso permetterlo. Non Draco!» una luce rossa colpì sua madre che cadde a terra urlando di dolore.
«Lo farò! Prenderò il marchio! Basta! Fermati!» urlò con tutte le sue forze guardando la donna accasciata a terra.
«Bravo Draco... è qui» sussurrò poi sentendo un rumore fuori dalla stanza, lo slegò e lo fece inginocchiare a terra.
«Giovane Malfoy, tuo padre ha commesso un errore troppo grave. È ora di pagare. Allunga il braccio.» così fece, allungò il braccio sinistro senza togliere lo sguardo dagli occhi di sua madre.
«Morsmorde!» un dolore atroce si impossessò del suo corpo, iniziò a tremare ma non urlò
Dopo qualche minuto il Signore Oscuro si fermò. «Bravo Draco. Da adesso sei della famiglia.» fece un ghigno osceno e sparì in una nube nera mentre Bellatrix rideva sguaiatamente.

Nuovamente si svegliò di soprassalto, solo nel suo freddo letto, senza nessuno accanto come era giusto. Si vestì e andò in Sala Grande senza aspettare i suoi amici, li trovò tutti lì al suo tavolo.
«Buongiorno Draco» disse Daphne addentando una fetta di torta al limone.
«Buongiorno» rispose in un grugnito stanco.
«Non hai dormito vero?» chiese Blaise guardandolo in faccia.
«Non molto...» rispose bevendo il suo caffè nero.
«Posta!» esclamò un ragazzino del secondo anno con gli occhi puntati al cielo.
Il gufo reale di sua proprietà atterro leggero sulla sua spalla facendo sospirare alcune ragazzine del quinto anno che lo guardarono ammirate.
Aprì la lettera che recitava solo poche righe.

Ho annullato il contratto, non dovrai più sposare Astoria. Prenditi cura di te. Ti voglio bene.                Mamma.

Alzò di scatto lo sguardo puntandolo negli occhi della Greengrass più giovane che gli si era appena seduta difronte.
«Astoria, io e te non siamo più promessi. È stato bello finché è durato.» disse senza nascondere la sua contentezza.
La bionda si alzò di scatto e urlò nel bel mezzo della Sala.
«Non puoi lasciarmi!» con le lacrime agli occhi e i pugni serrati lungo i fianchi.
«Si che posso. Addio Astoria.»rispose tranquillo tornando al suo caffè nero. La ragazza infastidita e umiliata corse fuori dalla Sala Grande piangendo.
«Draco!» lo ammonì Daphne guardando torva l'amico.
«Non farmi la ramanzina so quanto poco sopporti tua sorella.» la bionda non ebbe tempo per controbattere, la sua civetta le si era posizionata davanti con una lettera legata alla zampa.
La lesse immediatamente e in poco tempo i suoi occhi si riempirono di lacrime.
«Amore tutto bene?» chiese Blaise guardando la reazione della ragazza che ormai non riusciva a pronunciare nessuna parola. Dopo qualche secondo di silenzio biascicò alcune parole.
«Mia madre...mi ha promessa...devo sposarmi a giugno.» i due ragazzi rimasero immobili come statue di gesso a osservare il volto rigato di lacrime di Daphne.
«Con chi?» chiese Draco
«Joseph Ludwig Rosier, il nipote del mangiamorte condannato.»
«Non possono farlo, quell'uomo è un pazzo. Ha ucciso ogni sua compagna in modi barbari. Si è salvato con alibi falsi e grazie ai suoi soldi. Tuo padre non può...» cominciò a parlare Blaise ma fu subito interrotto.
«Mio padre è debole quando si tratta di lei, a decidere della mia vita è mia madre!» esclamò adirata asciugandosi le lacrime dal viso.
«Dice che vuole punirmi per come mi sono comportata con Astoria...» continuò abbassando la voce.
«Bene.» disse Blaise alzandosi dalla panca sulla quale era seduto.
«Dove vai?» chiese Draco alzando gli occhi al cielo.
«A fumare, ne ho bisogno. Se ve lo chiedono, sto male.» e senza aspettare la risposta degli amici se ne andò.

Dramione||la leggenda di IcaroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora