Capitolo 44

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M.A.G.O.

Da quella partita la loro relazione era stata resa pubblica, il problema fondamentale erano gli sguardi arroganti e schifati dei loro compagni di casa, ma a loro non importava. Si amavano, tanto, ed era la cosa più importante.
Maggio era giunto al termine, il Marchio di Draco ormai si era perfettamente cicatrizzato dopo una notte di doloro atroce nel quale il biondo aveva urlato parecchio. Ma fortunatamente il peggio era passato.
Mancava solo un esame e avrebbero finito la scuola, un esame e non sarebbero mai più tornati ad Hogwarts, un esame e avrebbero lasciato per sempre casa.
In quella settimana piena di M.A.G.O. i due ragazzi non erano proprio riusciti a vedersi, così incuranti di tutto durante la pausa tra gli esami di Artimanzia-Divinazione e Pozioni i due ragazzi camminavano lungo il corridoio del primo piano diretti ai sotterranei. Draco aveva un braccio sulle spalle di Hermione che gli stava raccontando del "grave" errore che aveva commesso durante l'esame.
«Mezzosangue scambiare una parola per un'altra non è così grave!» esclamò alzando gli occhi al cielo ricevendo un'orribile occhiata dalla giovane.
«Draco non lo è per te, ma per me si! Godric adesso avrò una T» vederla così disperata fece ridere il ragazzo, era così tremendamente fissata!
«In realtà se non dovessi prendere almeno tutte O finirei ad Azkaban senza processo.» lo disse in modo ironico ma la riccia si bloccò di colpo.
«Draco tu ti stai impegnando per superare questi esami vero?» chiese visibilmente preoccupata restando immobile nel bel mezzo del corridoio ormai vuoto.
«Certo, non devi preoccuparti, so a cosa vado in contro.» disse accarezzandole il volto e prendendole la mano ricominciando a camminare verso i sotterranei.

L'esame di pozioni era decisamente il più difficile, i ragazzi avevano a disposizione sei ore per poter creare tre pozioni differenti.

Intruglio Confondente - livello Base
Pozione Rigeneratrice - livello Medio
Pozione Ossofast - livello Avanzato

Dopo quasi tre ore Draco, Hermione, Blaise, Ernie e miracolosamente Harry stavano terminando la seconda pozione. Ronald come Neville aveva dei seri problemi con la prima pozione, aveva assunto una consistenza melmosa e non liquida come richiesto dalle istruzioni così la fece evanescere e riprovò.
Il biondo era teso, se avesse fallito l'esame di pozioni si sarebbe sentito profondamente deluso e in colpa nei confronti di Severus, Hermione invece lanciava occhiate furtive al suo ragazzo immaginando perfettamente ciò che stava pensando.
Passarono altre due ore e il panico generale si fece sentire nell'aula.
La riccia aveva i capelli più gonfi e crespi del solito per non parlare delle sue guance rossissime e della fronte imperlata di sudore.
Draco si era alzato le maniche della camicia per il troppo caldo rivelando una fasciatura sul braccio sinistro che copriva il Marchio Nero.
Blaise guardava disperato il suo calderone mentre Daphne cercava di sistemarsi i capelli.
Seamus aveva fatto esplodere il calderone già sei volte.
Alla fine dell'esame uscirono tutti sporchi e in disordine camminando come se stessero andando al patibolo.
Hermione fermò Harry e lo guardò con le lacrime che le scorrevano sulle guance.
«Hermione tutto bene?» le chiese notando la sua reazione mentre la ragazza sorrideva tra le lacrime.
«Ricordi la prima volta che ci siamo visti? Hai per caso visto un rospo, un ragazzo di nome Neville lo ha perso!» esclamò facendo ridere Harry che era proprio fermo davanti a lei.
«È finita Harry! Non torneremo più a casa...» continuò singhiozzando mentre il ragazzo l'abbracciava ormai sull'orlo delle lacrime.
«Qualsiasi cosa succederà Hogwarts sarà sempre la nostra casa. Noi saremo sempre parte di questo castello e tu sarai sempre mia sorella...ti voglio bene.» continuarono a parlare restando stretti l'uno all'altro raccontandosi a vicenda tutte le avventure che avevano vissuto in quel castello.
«Hermione, mi dispiace.» la voce di Ronald li raggiunse facendoli staccare e voltare di colpo.
«Io non riesco ancora a capire il perché di Malfoy, ci voglio provare, ma ho bisogno di tempo, va bene?» chiese il rosso guardandola scettico mentre lei annuiva e lo abbracciava.
«Weasley giù le mani dalla mia Mezzosangue» Draco li osservava torvo avvicinandosi seguito dai suoi amici che ridevano alle sue spalle, Ron fece una smorfia e andò via senza rispondere.
«Stasera fanno una festa, domani si parte...si torna a casa» aveva detto Daphne stretta tra le braccia di Blaise che sorrideva in direzione dell'amico.
«Casa per me è ovunque ci sia tu.» rispose il bel moro scoccandole un bacio sul collo e facendola ridere.
Yves teneva tra le sue braccia la dolce e sorridente Pansy e Harry era andato da Ginny per poter stare un po' insieme.
«Ho scritto ai miei, ci ho messo un po' ma sono d'accordo per la convivenza...» disse Hermione prendendo una mano di Draco tra le sue.
«Mia madre vuole scusarsi con te lo sai...» rispose baciandole la fronte e sorridendo.
Ora la sfida più grande era il processo e la commissione del Wizengamot.

I Serpeverde avevano dato il meglio di loro per quella sera. Nella Sala Comune la festa era un miscuglio di Alcool e musica spacca timpani, due cose che ad Hermione non piacevano per niente ma il suo ragazzo aveva insistito tanto e l'aveva già costretta a ballare per sei volte. Era stanca e voleva andare a dormire, si avvicinò al biondo e glielo sussurrò in un orecchio, lo vide annuire e fare uno strano cenno a Blaise prima di accompagnarla fuori in corridoio.
«Non c'è bisogno che mi accompagni va a divertirti.» disse Hermione lasciandogli un dolce bacio sulle labbra mentre il biondo scuoteva visibilmente la testa.
«Andiamo a dormire, dopodomani ho il processo e devo essere riposato» disse alzando le spalle e camminando mano nella mano con lei.
Pevees li vide e fece un cenno veloce verso Draco, l'unico alunno di cui aveva paura, e andò via cercando di tirare la coda alla gatta di Gazza.
Il biondo si fermò al bagno del secondo piano entrandoci sorridendo seguito dalla ragazza che lo guardava confusa.
«Draco! Allora è vero...è lei la fortunata, niente coda questa volta?» Mirtilla Malcontenta fluttuava nel bagno con la sua solita aria triste e sconsolata.
«Niente coda» rispose divertita Hermione scatenando l'ilarità nella ragazza non corporea che aveva davanti.
«Sono venuto a salutarti Mirtilla, domani torno a casa.» disse Draco alzando le spalle e guardandola con il suo solito ghigno.
«Ci vediamo a settembre.» rispose il fantasma ridacchiando.
«Temo di no, questo è il mio ultimo anno.» la Corvonero emise versi striduli e disperati prima di parlare di nuovo.
«Quindi è un addio!?»
«Diciamo di si, ciao Mirtilla.»
«Ciao Draco. Ciao anche a te Hermione»
«Arrivederci Mirtilla»

Il viaggio di ritorno fu estremamente silenzioso, tutti erano troppo tristi per poter anche solo spiccicare una parola, la donna del carrello passò e gli disse che sarebbe stato brutto non vederli il prossimo anno aumentando così la tristezza generale.
Addio Hogwarts, è stato davvero meraviglioso passare otto anni con te. Mi mancherai più di ogni altra cosa
Pensò Hermione guardando il panorama che camminava dietro il finestrino del treno. Senza potersi opporre dei Flashback arrivarono prepotenti nella sua mente, sconvolgendola.

«Salve sono Minerva McGrannit sono qui per parlarvi di Hogwarts. Una scuola di Magia e Stregoneria pronta ad accogliere la qui presente Hermione Jean Granger. So che sembra assurdo ma lei è una strega, appartiene al nostro mondo e se posso aggiungere sarà una brillante strega se studierà ovviamente.»

«Per tutte le cavallette tu sei Harry Potter, io sono Hermione Granger e tu sei?»
«Ron Weasley»

«Draco Malfoy erede di Salazar Serpeverde?»

«È un animagus, era lui il cane, Sirius Black!»

«Malfoy ha colpito Hermione Guardi!»
«Non vedo nessuna differenza.»

«Direi di darci un nome»
«Che ne dite di Esercito di Silente?»
«ES mi piace!»

«Hermione non puoi...»
«No!»
«Tu che cosa le hai fatto?»

«Harry Potter è morto!»

«Sei il mio peccato Hermione»

Stava dicendo addio ad una delle parti più importanti della sua vita, Hogwarts, la sua casa e il suo mondo. Il posto che le aveva dimostrato di essere speciale e non pazza. Il luogo dove aveva pianto, riso, combattuto e trovato l'amore della sua vita.
Il luogo che ormai non l'avrebbe aspettata più per tre mesi pronta a riaverla tra i banchi.
Ora Hermione si rendeva conto di non essere più la bambina di undici anni che si vantava di aver letto Storia di Hogwarts ma di essere ufficialmente una giovane donna adulta che doveva prendere in mano le redini della sua vita.
Era pronta per scrivere il suo destino.

Dramione||la leggenda di IcaroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora