Capitolo 39

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Severus Piton...

Il Wizengamot aveva appena convocato un'udienza per decidere le sorti dell'imputato Lucius Malfoy, date le troppe lamentele ricevute il Ministro Kingsley fu costretto ad allontanarlo da Londra e dalla comunità magica che non intendeva accettarlo da uomo libero.
«Signor Malfoy, l'abbiamo convocata qui per dirle che tutte le sue proprietà sono state controllate e in molte di esse vi era traccia di magia oscura, per tanto non potrà riavere la sua bacchetta. Aggiungo in oltre che la comunità magica non ha nessuna intenzione di accettarlo come suo cittadino ed è con la qui presente corte esiliato da Londra. - mormorii di approvazione si levarono nella sala, Narcissa sospirò sollevata da quella notizia e il Ministro se ne accorse immediatamente ma finse di non notarlo - Lei soggiornerà nel suo Maniero in Galles da solo. Sua moglie e suo figlio sono bene accetti nella nostra comunità la seduta è tolta. Signora Malfoy posso parlarle in privato?»
Lucius rimase immobile nell'udire la sentenza mentre sua moglie camminava incerta verso la stanza appena aperta dal Ministro. Dopo essere entrata nell'ufficio si sedette su una delle due poltrone poste davanti la scrivania mentre l'uomo si dirigeva al piccolo tavolino con sopra degli alcolici.
«Suo marito le ha fatto qualcosa?» chiese secco senza giri di parole guardando la donna davanti a lui che s'irrigidiva come un palo di metallo.
«No...io, lei farnetica Ministro.» disse restando il più signorile possibile mentre Kingsley si avvicinava a lei con un bicchiere di Firewhisky.
«Bhe questi segni sul collo dicono il contrario. Se mi dice la verità, una dichiarazione farò in modo che quest'uomo non si avvicini mai più a lei. Lo faccia per suo figlio se non vuole farlo per se stessa.» disse sincero passandole il bicchiere e abbassandosi per essere alla sua altezza.
Sospirò indecisa sul da farsi prima di parlare lentamente.
«Lucius, ha abusato di me un paio di volte da quando è tornato. Sì, lui mi ha lasciato questi segni, ma non voglio che Draco lo sappia, per colpa di quell'uomo ha già sofferto abbastanza.» il Ministro annuì prima di trascrivere tutto ciò che gli era stato detto e invitarla ad uscire dalla stanza.
«Degli Auror vi accompagneranno a casa e poi lo trasporteranno in Galles, non la toccherà glielo prometto.» disse prima di lasciarla uscire dalla stanza e fare cenno a degli Auror di seguirla.

La scuola ormai era in subbuglio dopo quella dannatissima pergamena, Draco veniva controllato da chiunque per poter capire chi fosse la giovane ragazza che stringeva sul letto dell'infermeria. Per due settimane intere i due ragazzi non riuscirono ad incontrarsi se non nelle lezioni comuni o in Sala Grande, e per entrambi la situazione era diventata ingestibile.
Hermione aveva spiegato a Ginny tutta la loro storia senza però scendere nei particolari privati di Draco e la rossa resasi conto del suo errore le aveva chiesto scusa e anche se riluttante aveva accettato la sua relazione con il biondo, o almeno così sembrava.
Ronald invece ancora non le parlava ma lanciava sguardi accesi al Serpeverde, come se lo volesse minacciare in qualche modo, ma il biondo era tutto fuorché intimorito.

Gennaio era giunto al termine già da una settimana e mezzo, fortunatamente quel pettegolezzo su Draco finalmente svanì sormontato dallo strano comportamento di Weasley. Inoltre quella mattina si sarebbe disputata a Hogwarts la partita Serpeverde-Corvonero, una tra le partite più importanti della stagione. Se Serpeverde avesse vinto la partita sarebbe arrivata ufficialmente in finale e sarebbe stata la prima volta dopo anni. Draco aveva tartassato al massimo la sua squadra, aveva intenzione di portarsi a casa la coppa del torneo ad ogni costo, avrebbe vinto quella dannata partita.
Uscì dalla sua stanza diretto al campo di Quidditch quando una mano gli afferrò il braccio trascinandolo in una delle aule in disuso vicino ai sotterranei.
«Hermione!» esclamò Draco guardandola confuso mentre la ragazza sorrideva leggermente guardando la divisa del Serpeverde e in particolare i guanti che gli aveva regalato a Natale.
«Scusa, volevo solo augurarti buona fortuna. Forse è stata un'idea stupida, lascia stare» disse allontanandosi di qualche passo ma il ragazzo le afferrò i fianchi avvicinandola di più a se' baciandola dolcemente mentre la ragazza portava le mani tra i suoi capelli stringendoli leggermente.
«Mi sei decisamente mancata in questi giorni.» sussurrò sulle sue labbra.
«Anche tu» rispose sorridendogli.
Entrambi finalmente si sentivano bene, era troppo tempo che desideravano toccarsi e baciarsi e adesso era troppo duro lasciarsi andare.
«Devo andare» disse lui a malincuore separandosi tristemente dalla ragazza.
«Sta attento, sarò sugli spalti a fare il tifo per te, lo sai»
«Allora io prenderò il boccino per potertelo dare al nostro incontro di stasera»
«Sono di ronda con la Greengrass»
«Dopo la ronda...» si bloccò quando una fitta al braccio sinistro gli arrivò dal nulla facendo preoccupare la ragazza.
«Tranquilla ora passa» continuò respirando affannosamente prima di rimettersi dritto e regalare uno dei suoi rarissimi sorrisi alla ragazza.
«Ancora sta cicatrizzando?» chiese la Grifona accarezzandogli una guancia mentre lui annuiva.
«Almeno quell'idiota ora è ad Azkaban. Approfittava della cicatrizzazione per farmi del male ma per sua grande sfortuna non ci è riuscito.»
«Dopo l'incantesimo che fine ha fatto quel Mangiamorte?»
«L'ho incatenato e ho chiamato in forma anonima gli Auror. Se li avessi chiamati dicendo il mio nome mi avrebbero arrestato e tu non avresti mai più avuto indietro i tuoi ricordi.»
«L'importante ora è che quell'uomo marcisca in carcere. Ora vai su quell'aggeggio infernale oppure giocheranno senza il capitano.»
«Un giorno ti porterò a fare un giro su questo aggeggio infernale»
«Si certo come no»
Si baciarono ancora prima di salutarsi e di dirigersi al campo separati.

Dramione||la leggenda di IcaroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora