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Trovare qualcuno che ti capisca, trovare qualcuno che ti accetti per ciò che sei, che capisca chi sei veramente, che non si ferma alle barriere che ti sei costruita e che riesce a capire le tue emozioni, sensazioni, esigenze è molto difficile. Per molti anni ho creduto di non poter trovare una persona capace di comprendere i miei dissidi, le mie paure e le mie paranoie, quando l'ho incontrato non avrei mai immaginato che sotto quel faccione da ragazzino prepotente e sfacciato avrei trovato la persona più dolce, sincera e divertente a questo mondo. Se penso a come le cose siano cambiate, se penso a tutte le sofferenze, a tutto ciò che ho dovuto passare per arrivare a questo momento, a questo piccolo e temporaneo momento di felicità mi vengono le lacrime agli occhi.

Se penso a come il mio cuore era a pezzi qualche settimana fa, se ripenso a quella sensazione di vuoto che ti fa bruciare il cuore e a quella solitudine che di logora l'anima, che ti fa sentire sola anche in mezzo a un gruppo di amici. Se ripenso a come mi sentivo distrutta e spezzata sento la gola stringersi e la paura di sentirmi di nuovo impotente difronte alle avversità mi tormenta.

La paranoia, la costante paura che questo possa finire tutto ad un tratto, che improvvisamente possa essere strappata dalle braccia di questa persona che tanto ho odiato e che adesso non posso farne più a meno.

Stringo gli occhi e le mani in un pugno, scacciando quel pensiero negativo dalla mia testa e quando la sua mano calda si appoggiò sul mio fianco scoperto sentii i muscoli del mio corpo distendersi e rilassarsi.

Con le dita iniziò a disegnare dei cerchi immaginari sul mio fianco, mi accarezzava la pelle come fosse seta e le sue braccia erano intorno a me come se volesse proteggermi da tutto.

Quella sensazione di casa, confortante e inebriante che non provavo da tempo ormai mi fecero emozionare.

"Perché stai piangendo?"

Non mi accorsi di star piangendo fino a quando la voce di Cameron non giunse alle mie orecchie. Mi asciugai velocemente le lacrime con in dorso della mano e alzai la testa guardando il mio amato dritto negli occhi.

"Troppa felicità" sussurrai con la voce rotta.

Lui, d'altro canto, non disse niente. Aspettò che appoggiassi di nuovo la testa sul suo petto per accarezzarmi i capelli e coccolarmi.

Sarei voluta rimanere così per sempre, non avrei mai più voluto alzarmi, ma la consapevolezza di doverci alzare si faceva sempre più prorompente. Alle tre avevamo l'aereo che ci avrebbe riportati a casa e quando l'orologio poggiato sul comodino schioccò mezzogiorno in punto, decisi che era arrivato il momento di alzarci e di preparare le nostre cose.

"Dai dormiglione alzati, abbiamo due valigie da preparare" dissi mettendomi a sedere sul letto.

"No ti prego, torna qui" disse Cameron tirandomi leggermente per il braccio tentando di tirarmi di nuovo su di lui.

Sorrisi nel vederlo così bisognoso di attenzioni e di affetto ma scossi la testa. "Se non alzi quel culetto che hai, perderemo l'aereo" dissi alzandomi in piedi e infilando il pantalone della tuta che era gettato a terra in un angolo della stanza.

"Sembri così ansiosa e felice di dover tornare a casa" borbottò Cameron distendendosi su tutto il letto.

Mentre legavo i lacci del pantalone mi avvicinai a lui "Non ci voglio tornare a casa" dissi per poi lasciargli un bacio a fior di labbra.

"Cos'era quel coso?" domandò per poi tirarmi su di lui e fiondare le sue labbra sulle mie.

Mi baciò in modo così passionale ma allo stesso tempo dolce e delicato. Si mise sopra di me e con in braccio dietro la mia schiena mi teneva stretta a se. Avevo entrambe le mani ai lati dei suo viso mentre ricambiavo il bacio con la stessa energia.

Ancora qui ||Cameron Dallas||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora