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"Oh mio Dio Shawn. Te l'avrò spiegato venti volte nel giro di cinque minuti"  dissi appoggiando i gomiti sul tavolo del bar

"Non è colpa mia se non capisco niente di spagnolo" disse il ragazzo di fronte a me

"L'ho notato" affermai sbuffando.

"Siamo al secondo anno di università, devi impegnarti" dissi seria.

"Ma mi sto impegnando!" esclamò Shawn.

"Ma non mi entra in testa" si difese il canadese.

Sbuffai e rispiegai spagnolo a Shawn per la ventunesima volta in dieci minuti, con la speranza che stavolta capisca.

Da quando mi ero trasferita in Oklahoma, io e Shawn ci siamo legati molto. È stato l'unico a starmi vicino, quando il resto delle persone che consideravo amici mi hanno voltato le spalle.

Se vi state chiedendo se ci siamo fidanzati, la risposta è no.

Ammetto che c'è stata qualche scappatella una volta o due, ma sul mio cuore c'è la firma di un altro ragazzo, un ragazzo che non è lui.

Sul mio cuore c'è la firma di un ragazzo che ho provato a dimenticare più volte in questi ultimi tre anni, ma con scarsi risultati.
Un ragazzo che non potrò mai avere, un ragazzo fin troppo lontano da me, sia fisicamente che metaforicamente.

C'è la firma di un ragazzo di cui sono perdutamente innamorata da ormai cinque anni.

Cameron.

Come potevo dimenticarmi di lui?
Di come mi faceva sentire o di come, anche con un solo sguardo, mi faceva tremare il cuore come la terra durante un terremoto.

Erano passati tre anni.

Ho passato gli ultimi anni della mia vita tra lacrime e cambiamenti.

Tanti cambiamenti.

Non ero più la stessa, e di questo ne ero consapevole. Ma era inevitabile un cambiamento.

Non ero più la Nicole tranquilla e silenziosa, non ero più la brava ragazza che si sentiva in colpa quando commetteva uno sbaglio.

No, quella era la vecchia me.

I miei capelli furono la prima cosa che cambiai una volta messo piede in Oklahoma.

Non erano più del mio colore naturale, neri come la pece, bensì erano biondi.

Più precisamente erano di un castano chiarissimo alla radice e man mano andavano a sfumare in biondo cenere.

Inoltre ho conquistato notorietà con il tatuatore della città, tant'è che avevo un paio di tatuaggi sparsi per il corpo.

Il più importante, nonché il più grande, è quello che ho sull'avambraccio sinistro.
Questo tatuaggio rappresentava un cuore conficcato da una spada e questo cuore era ornato da una varietà di fiori.

Quando ho detto a mia madre del tatuaggio voleva a prendere a calci in culo da Seattle, ma poi se n'è fatta una ragione e mi ha lasciato stare.

Mia madre.
Quanto mi mancava la mia mamma.

Mi mancava tutto di lei, comprese le sue lamentele e sue grida.
Erano tre anni ormai che non l'abbracciavo.

Dopo che mi ha letteralmente obbligata a trasferirmi in culo al cazzo, non le ho parlato per 5 mesi, ma poi non c'è l'ho più fatta e man mano abbiamo ripreso i rapporti.

Avevo bisogno di lei.
Avrò sempre bisogno di lei.

Tutti i giorni videochiamo con lei e con Josh e mi faccio raccontare la vita a Seattle come procede, ed io faccio lo stesso.

Ancora qui ||Cameron Dallas||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora