Disinnescare

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M: "stanza 410 grazie"

Receptionist: "ecco a voi ragazze"

GG: "scale o ascensore questa volta?"

M: "mmh l'ascensore mi sembra ancora più rischioso di stamattina. Meglio le scale per me, ora."

GG: "scema ma che potrebbe farti sto ascensore adesso? Ahah"

M: "vedi sei tu che sbagli il punto di vista..

Dovresti chiederti piuttosto, cosa potrei farti io in quell'ascensore, non che cosa potrebbe fare lui a me....

Qui capiresti il perché della mia decisione di evitarlo, sia ora che prima"

GG: "prendiamolo..."

M: "ma allora me lo fai apposta? Avevo ragione a pensarlo...."

GG: "prendila come una sfida dai

Ne hai affrontate e vinte tante fino ad ora, non ti arrenderai mica così, con me(?!) "

M: "e va bene, in caso di sconfitta, darò la colpa al vino come dice Neno nel suo pezzo"

GG: "scema ahah
nemmeno da sobria tanto riusciresti ad essere seria per un attimo!"

M: "ce la farò anche da ubriaca vedrai"

GG: "mi sto fidando sappilo"

M: "in ogni caso, l'hai voluto tu"

GG: "io le mie responsabilità me le assumo sempre, sappilo"

M: "anche io!
Per quello riuscirò a trattenermi....

Spero!"

GG: "Eccolo!
Sei pronta?"

M: "mi sembra di avere un flashback e tornare sul blocchetto di partenza di una gara di stile, quelle che facevo da piccola ahah

Sono pronta!"

(Gaia)

Mi face morire dal ridere Martina in quell'ascensore.
Entrammo e si mise subito dal lato opposto al mio.
Si teneva al mancorrente manco stessimo su una montagna russa. Vedevo le sue mani, erano rosse, talmente la sua stretta era forte, ancorata a quella sporgenza.
Mi criticava spesso per i miei tic nervosi con la gamba, ma stavolta era lei l'isterica.
Mi sembrò addirittura di vederla lievemente sudare oltre che arrossire in modo esponenziale.
Era un scena da film, non ne saprei il genere ma lo era ahah.
Eppure non stava recitando.
Se fosse esplosa in quel momento, penso che avremmo fatto lo stesso tutti noi al suo fianco, dalla potenza di quelle sue represse emozioni.
Io e l'ascensore compreso.
I piani erano 4, ma penso che a lei sembrarono quelli di un grattacielo newyorchese.
INFINITI.

Faccio la spavalda ma non credo di potermelo troppo permettere.
A me sudano le mani.
Il freddo che avevo là fuori, fino a pochi minuti fà, iniziava ad assomigliare più al clima di un bagno turco.
Umido ma bollente.
Era colpa sua, ma se solo avesse intuito le mie intenzioni, le sue medesime, sarebbe successo l'improponibile in quei ridicoli metri quadri mobili.

Arrivammo finalmente al piano ed una Martina, incredula, sgattaiolò via da quel contenitore claustrofobico, veloce come la luce!

Aprì la nostra stanza e si gettò sul suo.... Anzi sul mio letto.
Non credo l'avesse fatto di proposito. Forse aveva solo bisogno di provare qualcosa che la distraesse un attimo da me.
Dalla provocazione insistente che rappresentavo per lei in quel momento.

Rinvenne poco dopo....

M: "Bibi... hai..
Hai visto come sono stata brava?

Cazzo mi manca ancora un po' di salivazione scusa ahah"

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