𝑪𝑰𝑵𝑸𝑼𝑬

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Buona lettura 😘*


Il sole splendeva alto tra le chiome degli alberi rigogliosi.
Il vento leggero di quella mattina spingeva verso la città la dolce brezza marina, inondando le strade di felicità e tranquillità: due sensazioni comuni donate dalle giornate estive.
Anneka, con indosso il suo vestito bianco a pois neri, teneva tra le sue manine un aquilone azzurro, con alcuni rombi piccoli di diverso colore, correndo libera nel prato di casa.

Mesy, con occhi vigili sulla piccola, stava seduta sul porticato, mentre tesseva un altro centro tavola che avrebbe arricchito, per l'ennesima volta, la sua collezione.

«Nonna! Nonna! Guarda come vola in alto!»

Urlava la bambina dai riccioli caramello mentre, con un sorriso stampato sul volto, osservava divertita l'aquilone mosso dal vento.

Improvvisamente, le correnti d'aria si fecero più forti, portando via con sé l'oggetto.

Le lacrime presero a bagnare le guance paffute della bambina.
Subito la donna, preoccupata, si apprestò a raggiungere la nipote, asciugandole gli occhi con un fazzoletto di seta.

«Su Annie, non piangere»

Disse con voce calma, incrociando i suoi occhi azzurri con quelli di Anneka.
La prese per mano e si avviarono sotto il portico dove, appoggiato sul piccolo balconcino, vi era un corvo nero, dagli occhi profondi e il becco giallo.

«Guarda lì Annie! Un corvo!»

La bambina sollevò lo sguardo, riprendendosi da quel momento di sconforto.

«Nonna mi canti quella canzone?»

Mesy annuì, stampando un bacio sulla fronte della piccola.
Quest'ultima prese a battere le mani saltellando.

«Quando sentirai un brivido percorrere la schiena non aver paura, è il tuo angelo che veglia su di te. Quando vedrai un corvo sulla tua testa non aver paura, lui veglia su di te e ti protegge da qualunque male»

I ricordi si fecero spazio tra i pensieri di Anneka.
Seduta, sul davanzale della finestra, osservava attenta l'infinta distesa di verde sotto i suoi piedi.
Il sole, lentamente, si alzava sullo specchio d'acqua marina, il cui odore inebriava le narici della ragazza e il suono cullava la sua anima fragile.
I capelli bagnati le si poggiavano sulla schiena nuda, provocandole leggeri brividi di freddo che andavano a scontrarsi con i raggi caldi del gigante rosso.

Un corvo si poggiò sul ramo proprio sotto la sua finestra e iniziò a gracchiare, muovendo la testa a scatti.

Sarai tu il mio angelo custode adesso, nonna?

Pensò, ripetendo le parole di quella melodia che le era sempre rimasta impressa, come un tatuaggio invisibile.
Non capiva cosa le stesse succedendo.
Non capiva perché all'improvviso si sentisse così sbagliata, così ingiusta all'interno di quella realtà a cui credeva di appartenere.
Non capiva perché, proprio in quel momento, sentisse una nostalgia di un tempo così passato, così lontano dal suo presente, che sembrava essere coperto da una nube grigia, fitta, che si infrangeva in degli occhi color ambra.

Quegli occhi.
Quegli occhi su cui si era persa tante volte, ma non ricordava quando.
Quegli occhi su cui si era specchiata tante volte, ma non ricordava come.
Quegli occhi che l'avevano rassicurata, ma non ricordava il perché.

ONE OF USDove le storie prendono vita. Scoprilo ora