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Vittima del corso di letteratura inglese che aveva deciso di seguire al suo terzo anno di università, Anneka Lockwood leggeva attentamente gli ultimi passi di Romeo e Giulietta, scrivendo alcuni appunti ai margini delle pagine.

Da sempre era stata innamorata dei libri, del fatto di poterli collezionare come se fossero piccoli cimeli da incastrare in quell'enorme libreria che era la sua vita.
Per questo, dopo aver conseguito il diploma, aveva deciso di frequentare la facoltà di Letteratura Occidentale di Yale, nello stato di New York.
Adesso, dopo quasi undici ore di volo e tre di treno, si accingeva a raggiungere sua madre Tessa dall'altra parte del continente, dove aveva ben pensato di trasferirsi due anni prima.
La meta era una piccola località marittima di nome Lostwinter, sulle sponde dell'oceano Pacifico.

Certo che potevi trovarlo un posto più disperso, mamma.

Pensò, mentre si trovava circondata dagli alberi da un tempo che le sembrava infinito.

La località prendeva il nome dalle strane condizioni climatiche che venivano a crearsi, in maniera differente, ogni settimana. Essendo per metà incassata nella montagna, le temperature cambiavano radicalmente: di giorno si poteva soffrire il caldo, ma di sera un'aria fresca saliva dall'oceano, stringendo Lostwinter nel suo gelido abbraccio.
Secondo le storie che sua nonna era solita raccontarle, si narrava che un tempo quella piccola località fosse la sede dell'Inverno stesso, il quale era costretto ad abbandonare ogni anno con l'arrivo dell'Estate. Per mantenere sempre un legame con la sua città natale, l'Inverno aveva deciso di lasciare l'aria gelida, come a voler ricordare che quel posto gli apparteneva.

Per questo, nei mesi invernali e con l'arrivo dell'ondata di freddo, il paesino si perdeva letteralmente nel freddo, costringendo i suoi abitanti ad andare in letargo.
Proprio come gli orsi, aveva scherzato Anneka quella volta in cui aveva aiutato sua madre a sistemare le valigie.

Lostwinter, comunque, non era una novità per lei.

Ricordava, seppur a scatti, di aver passato alcune estati lì quando era bambina, in compagnia di sua nonna Mesy in quella casa, ormai, diventata proprietà di Tessa.
Sua nonna era morta pochi mesi prima e Anneka non era riuscita a darle il suo ultimo saluto. Per questo, tornare in quel posto, le metteva una strana malinconia.
Sapere che non ci sarebbe stata lei ad accoglierla, con il suo sorriso e con il classico grembiule da cucina, le fece chiudere lo stomaco in una morsa di dolore, ancora una volta.

Con lo sguardo rivolto verso il panorama, Lostwinter le dava il benvenuto.

Il treno su cui viaggiava imboccò la strada panoramica, facendo sorprendere tutti i passeggeri, inclusa Anneka: il paese scendeva in picchiata vero il mare, facendosi strada attraverso un rigoglioso bosco verde. L'oceano, con la sua acqua cristallina, bagnava le coste di sabbia bruna. Nessuna macchina ad inquinare il paesaggio, nessun rumore di clacson o urla di qualche persona in ritardo per il lavoro. Vi era pace e il solo rumore della natura, del mare che si infrangeva delicatamente sulla battigia.

Il lungomare, pieno di panchine e navi da pesca ormeggiate, era il luogo in cui il mezzo di trasporto lasciò i suoi passeggeri, permettendogli di gustarsi l'aria di quel paradiso terrestre.

Una volta scesa, Anneka tirò un lungo sospiro, lasciando che lo iodio presente nell'aria entrasse a contatto con i suoi polmoni: l'odore del mare era aria di casa per lei.
Presa la valigia, si affrettò ad afferrare il telefono cercando di chiamare la madre, ma non fece neanche in tempo che la vide sbraciarsi poco più avanti.

-Anneka!-

Tessa, con indosso una salopette di jeans sporca di vernice, continuava ad urlare il nome della figlia, catturando l'attenzione di tutti i presenti.
La donna, non curante delle occhiatacce che le lanciavano, non perse tempo ad andare incontro ad Anneka, stringendola a sé.

ONE OF USDove le storie prendono vita. Scoprilo ora