La camera che le era stata assegnata rispettava perfettamente lo stile barocco dell'intero edificio.
A causa della tarda ora, Helene non era riuscita a mostrarle nulla di quel posto, ma le aveva promesso che lo avrebbe fatto l'indomani mattina, subito dopo la colazione.La stanza era una doppia, l'unica in tutto l'edificio.
Due enormi letti a baldacchino troneggiavano ai lati opposti dell'ambiente, circondati rispettivamente da due comodini.
Ad ogni lato della stanza, era presente una scrivania, una libreria incassata al muro e una lampada da lettura; un portapenne metallizzato, con alcune biro nere, e un paio di fogli bianchi, erano posizionati al centro del mobile in mogano. Una specchiera e un comò di modeste dimensioni erano piazzati dinanzi al letto, mentre due armadi con ante decorate, si appoggiavano sulla parete di fronte la porta.«Benvenuta nella nostra stanza!»
Esclamò entusiasta Helene.
La ragazza mora si sedette sul letto accanto all'unico bagno presente.
Da quello che aveva potuto notare, Helene era arrivata molto prima di lei: numerosi erano i libri posizionati in modo disordinato sui vari scaffali della sua libreria. Alcuni fogli scarabocchiati, sparsi su tutto il pavimento, si mischiavano con alcuni vestiti scuri.«Ti chiedo scusa per il disordine, ma... Non ti aspettavo così presto!» cominciò, afferrando una maglietta blu con una stampa di una luna crescente sbiadita sopra. Sorrise imbarazzata, gettando i suoi vestiti dentro il cesto dei panni sporchi.
Anneka la osservò divertita e si sedette sul bordo di quello che sarebbe diventato il suo letto: era morbido e decisamente fresco, nonostante la trapunta in piume d'oca bordeaux. La ragazza passò le dita sui disegni neri ricamati su di essa, mentre gli occhi girovagavano per la stanza, fino a posarsi sul panorama che si apriva alla sua destra: un balconcino permetteva di accedere all'esterno, dove Helene aveva collocato due sedie e un tavolino in legno, sopra il quale vi era una candela per metà sciolta.
Anneka uscì, sospirando.
Sotto i suoi piedi, si apriva uno strapiombo roccioso, coperto interamente da un manto verde composto da diversi tipi di vegetazione.
Sono davvero in alto pensò, mentre un leggero venticello estivo le scompigliava i capelli.
Nonostante il rumore del torrente e l'aria fresca di montagna, stare così in alto le aveva provocato il voltastomaco, così decise di sedersi in una delle due sedie, chiudendo gli occhi.
Come le ripeteva sempre sua madre, si concentrò sui suoni che più la rilassavano, riuscendo a scorgere, in lontananza, il rumore delle onde infrangersi sugli scogli.
«Edgar si è scelto proprio un bel posto, non credi?» le domandò la sua compagna di stanza, rilassandosi accanto a lei.
«Già» sospirò Anneka, riaprendo gli occhi.Lostwinter si poteva vedere nella sua interezza.
Un piccolo paesino, le cui case spuntavano tra gli alberi come funghi, e terminavano in una spiaggia bianca come la neve: lo aveva definito un piccolo paradiso terrestre.
Vista dall'alto con tutte le luci accese, sembrava un campo pieno di lucciole in una notte di mezz'estate.La sua attenzione venne però rapita da una chiarore poco sotto di lei.
Un ragazzo, dai capelli folti, teneva le gambe a penzoloni fuori dalla finestra, mentre le labbra si chiudevano attorno a una sigaretta accesa. Gli occhi erano chiusi e il volto teso verso l'alto, mentre il petto immobile permetteva al fumo della sigaretta di uscire dalle narici del naso aquilino.
Il corpo era completamente illuminato dalla luce marmorea della luna, la quale metteva in risalto le cicatrici sparse: sotto i suoi raggi freddi splendevano, come piccoli pezzi di quarzo incastonati tra le rocce.
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ONE OF US
Fantasy❁ 𝐼𝑁 𝑅𝐸𝑉𝐼𝑆𝐼𝑂𝑁𝐸 ❁ 《Sei una distruzione di cui non posso fare a meno》 Studentessa al terzo anno dell'università di Yale, Anneka Lockwood decide di passare l'estate insieme alla madre Tessa a Lostwinter, un paesino sperduto sulle sponde dell...