Quel giorno Zeffiro era irrequieto: con forza si muoveva tra le persone costringendole ad indossare le sciarpe o i cappelli per evitare che si raffreddassero. Al vento, questo piccolo particolare, non importava.
Fremeva dalla voglia di raggiungere la piazza di Saint-Germain-des-Près così, burbero, sfiorava i volti, le mani, insomma i corpi, di chi gli impediva di arrivare alla sua meta.
Sia chiaro: spesso il vento faceva capolino in quel luogo ma, ogni volta, era come se non vi fosse mai stato.
Saint-Germain-des-Près era magia pura: al centro della piazza si erigeva la chiesa in stile romantico con i suoi fantastici affreschi e il suo campanile verso cui, il vento, proprio ora si dirigeva per circondarlo e poi volare via alla ricerca di chi non concentrava il suo sguardo verso quel capolavoro che era l'unica costruzione dell'abbazia benedettina. Una volta riuscito nel suo intento, si diresse verso l'altra piazza assaporando già il desiderio di abbracciare il lampione a candelabro ed osservare le numerose coppie che si fermavano lì, ad abbracciarsi o a baciarsi, nella piazzetta dove quattro grandi alberi circondavano il posto ove ora Zeffiro si riposava stremato dalla corsa precedentemente effettuata.
Ammirò le numerose finestre antiche che si affacciavano e deliziavano i passanti con i fiori o con tende ricamate che le adornavano.
All'improvviso la sua attenzione cadde sul bar Les Deux Margot e lì vide un giovane, dalla chioma bionda, intento a giocare al Nintendo mentre aspettava, con pazienza, la sua ordinazione.
Era seduto su un tavolino da solo e sembrava non curarsene, preso com'era dal gioco.
Zeffiro sbuffò provocando un brivido di freddo agli alberi e alla persone che, già di prima mattina, invadevano le strade di Parigi.
Si avvicinò al ragazzo e notò che la radice dei suoi capelli era scura, curioso, ridusse nuovamente le distanze ma, facendo così, accarezzò la pelle del giovane che, scosso dal freddo, sussurrò <Stupido vento>
Inutile dire che, dopo ciò, Zeffiro si allontanò stizzito e nell'impeto della fuga andò a sbattere contro un ragazzo, che era distante pochi metri dal bar, e nuovamente accarezzò, forse più brutalmente, la pelle del moro che rispose con un <Ahh~~ Quanto amo il vento, non trovi che sia una creatura meravigliosa, Tsukki?>
Il vento sentiva l'adrenalina a mille: era felice e stava per fare i salti di gioia finché il tizio con gli occhiali non parlò
< Non è un essere vivente, Kuroo. Mamma mia quanto sei stupido>
Questa volta Zeffiro non andò via senza fare nulla, anzi! Anche perché si ricordava di quel ragazzo e di ciò che aveva fatto.
Circondò il biondo fino a scompigliarli i capelli, sotto le risate rumorose del moro.
< Ah! Che odio! Muoviti andiamo, non voglio perdere tempo e ho fame. Ci fermiamo lì?> disse Tsukishima, indicando il bar Les Deux Margot.
< Va bene>
Zeffiro li seguì: in fin dei conti doveva farla pagare anche all'altro ragazzo e aveva già in mente un modo, in fondo, Parigi è la città dell'amore, no?Ecco, come anticipato, la nuova ff! Spero vivamente che vi piaccia perché a me l'idea fa impazzire!
Sì, proprio così: anche il vento sarà uno dei protagonisti principali perché io l'adoro♥️🥺
La struttura della ff sarà un po' diversa perché non ci saranno più i pov a dividere i pensieri dei personaggi ma un semplice spazio o più.
Fatemi sapere cosa ne pensate!✍️🥺
Alla prossima!♥️
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Éloigne-toi, Bonjour, Merci, Adieu
Fanfiction| A Tsukkiyama, Kuroken, Bokuaka story | Le vite di sei ragazzi si intrecciano nelle strade affollate ed animate dell'eterna Parigi, governata da un vento che vuole, ad ogni costo, far primeggiare l'amore. Uno dovrà rimediare ad un grosso ed assurdo...