Mi manca come l'aria! È questo quello che penso da quando sono scappata, per l'ennesima volta, da casa sua.
È passata una sola notte e la sensazione di vuoto non mi lascia un attimo di scampo, come farò tutta una vita senza di lui?
Guardo e riguardo il cellulare, come se con la forza del mio sguardo, potessi far comparire un suo messaggio.
Come sta? Questa è la domanda che più mi rimbomba nella mente.
Finalmente mi alzo dal letto, con la speranza che un buon caffè, mi possa aiutare.
Mentre sono in veranda, guardo il posto in cui era seduto ieri, pare quasi di vederlo, con quel suo sorriso che resta scolpito dentro; mi strofino gli occhi come se cercassi di cancellare la sua perenne immagine davanti a me.
Riesco ancora a percepire il suo profumo sulla mia pelle e a sentire le sue mani sul mio corpo.
Decido di uscire per prendere una boccata d'aria, aiuterà a schiarirmi le idee.
Passeggio per circa un'ora senza meta, fino a che non mi ritrovo davanti ad un ristorante, "Chilai", mi torna in mente a quando ero accanto a lui in macchina verso il Sulthanamet e mi disse che era il suo locale preferito.Questo semplice ricordo, mi fa sobbalzare, come se qualcuno mi stesse svegliando e mi dicesse: "Va subito da lui!".
Corro con tutta la velocità che ho nelle gambe, quasi a non voler perdere nemmeno un secondo in più senza vederlo.
Arrivo di fronte casa sua, alzo lo sguardo e rivedo quella famosa targa con su scritto il suo nome e mi domando se sarà a casa o sarà allo studio, scelgo la seconda possibilità e quindi suono alla porta con le mani che mi tremano dall'emozione.
Una giovane donna mi apre, -Salve signora, come posso esserle utile?-mi chiede con modi gentili.
-Cercavo Can, è qui?- mi guarda qualche istante, -No, oggi Can non è venuto e da quello che so, non è in casa ora-, la ringrazio e lascio che richiuda.
Ferma sul pianerottolo, ho pensieri che si accavallano tra loro, ma quello predominante è la certezza che devo trovarlo, ora, altrimenti morirò a causa della sua mancanza.
Torno in strada e con scarsa lucidità mentale, mi giro intorno, cercandolo in ogni viso che mi passa accanto, non riesco a immaginare dove possa essere in questo momento.
Provo a chiamarlo, ma il suo telefono è staccato, oh Can dove sei finito.
Ad un tratto rimembro che durante la cena allo Swissotel, mi confessò che la terrazza dove mi portò la prima sera, era il posto che sceglieva ogni qual volta aveva bisogno di pensare.
Il proprietario della struttura è il suo migliore amico, quindi aveva libero accesso.
Prendo un taxi al volo chiedendo al tassista di portarmi lì.
Giunta davanti all'albergo, mi dirigo all'ingresso e subito scorgo una faccia amica, İbrahim, gli vado incontro prontamente.
In questo periodo ci siamo sentiti spesso per lavoro e abbiamo instaurato un ottimo rapporto di amicizia.
Appena mi vede, sorride e senza dire nulla mi fa cenno di seguirlo, come se già sapesse di cosa ho bisogno.
Mi lascia appena fuori l'immensa vetrata che divide la zona interna dalla terrazza, mi saluta con un abbraccio e torna di sotto.
Esco e subito lo vedo, è di spalle, con lo sguardo rivolto verso l'immensità di Istanbul dall'alto.Mi avvicino piano piano, fermandomi a pochi metri da lui ed è come se riuscissi a sentire ogni battito del suo cuore.
-Ciao Can-, si volta di scatto e alla mia vista,sgrana gli occhi, - E tu cosa ci fai qui?- mi chiede incredulo.
-Ci ho ripensato- e sorridendo mi avvicino sempre più a lui, che a sua volta mi sorride.
Mi protende la mano, che istintivamente stringo subito, mi guarda come solo lui sa fare, -Quanto ci hai messo, stavo quasi per impazzire- mi dice con la voce rotta dall'emozione.
-Sono andata allo studio e quando mi hanno detto che non c'eri, ho ricordato le tue parole sull'importanza di questo posto-, mi attira a lui, portandomi verso il parapetto in vetro che circonda la terrazza, mi appoggio permettendogli di mettersi dietro di me e abbracciarmi.
Chiudo gli occhi per qualche secondo, poi giro la testa indietro incontrando il suo viso sulla mia spalle, gli accarezzo il collo, fino a baciarlo con tutta me stessa e sentendo che anche lui non cercava altro.
Subito dopo mi giro completamente di fronte a lui, -Da quando ti ho lasciato ieri sera, il pensiero di te è stato costante- gli dico,- Sentivo di non avere aria nei polmoni, non voglio mai più stare così-.
Aumentando la stretta mi dice, -Se tu lo vorrai, ti stringerò sempre come adesso, non permettendoti di andare via da me. Ci amiamo e insieme affronteremo ogni cosa-.
-Ti amo follemente Can-, lo abbraccio con tutta la forza che ho.
Allentando la presa mi dice, -Vieni via con me per qualche giorno, ti prometto che non te ne pentirai-.
-Verrò con te, ovunque tu voglia- rispondo, come solo chi prova ciò che sento io può fare.
Prendiamo un taxi insieme e arrivati sotto casa mia dice -Prendi al volo quello di cui hai bisogno, io vado a casa, torno da te tra poco-, mi lascia un tenero bacio sulla mano.
Entro in casa e frettolosamente preparo la valigia.
Poco dopo esco e gli vado incontro, salgo in macchina, mette in moto e parte, non m' importa per dove, penso che sarò con lui e questo mi basta.
Nella sua playlist, prevalgono tantissime canzoni italiane, in effetti conosce perfettamente la mia lingua.
-Ti dedico la mia canzone preferita, in questi giorni l'ho ascoltata all'infinito, pensandoti- dice selezionandola sul display dello stereo, sulla quale leggo il nome "Non vivo più senza te", di Biagio Antonacci.
Mentre il brano scorre, la canticchia, girandosi più volte verso me, sottolineandone il significato.
Diventa ogni giorno più bello, mi dico mentre lo osservo, senza perdere un suo movimento.
Guardando la strada, mi accorgo che segue il percorso per Bodrum, so che è una meravigliosa penisola con un mare limpidissimo, denominata da Omero "Paradiso dell'eterno azzurro", sento che questi giorni rammenderanno la perfezione.
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il tuo sorriso resta.
FantasyMaya 24 anni, appena sposata con Roby 35 anni, italiani, decidono di andare a vivere in Turchia ad Istanbul. Roby per Maya è la cosa più importante, il suo grande amore; Ma una volta arrivati nella nuova e grande città, le cose non vanno poi così b...