Capitolo 10

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In pochi istanti ci troviamo all'esterno del locale.
Il cuore prende il comando mentre la razionalità perde ogni potere.
Lo guardo e noto un un'abbigliamento diverso dal solito, jeans nero, camicia bianca e giubbetto di pelle.
È attraente in maniera illegale.

Da gentiluomo apre la portiera del taxi per permettermi di salire a bordo

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Da gentiluomo apre la portiera del taxi per permettermi di salire a bordo.
Si siede sul sedile accanto a me, mi afferra la mano e mi bacia delicatamente le nocche.
-Ciao- mi dice, mettendomi in imbarazzo.
-Sai non sono riuscito a salutarti prima, eri troppo impegnata a scappare da me- continua accennando un sorriso.
Maledizione! Penserà che sono una bambina incapace di affrontare le situazioni.
-Scusami, ma io davvero non so come gestire questo vortice, chiamato Can Yaman- gli dico quasi sottomettendomi a lui e a quello che provoca in me.
Si protende verso di me e mi sussurra,
-Stasera sei un incanto e non immagini l'effetto che tu fai a me- con tono sensuale;
il suo respiro sul mio collo,stimola un irrigidimento dalla vita in giù.
Ah Can! Non so dove trovo la forza di trattenermi in questo momento.
-Grazie, anche tu non sei niente male!-rispondo cercando di non far trapelare il mio stato di tensione,ma non riesco a nasconderlo.
Il suo viso, pericolosamente vicino, si ferma esattamente ad un centimetro dalle mie labbra
-Posso baciarti?- mi chiede consapevole della mia riposta,ma questa volta sono io a sorprendere lui,prendendo il suo volto tra le mani,socchiudo le palpebre lo bacio con tutta il desiderio che ho dentro.
Un bacio lungo, intenso.... stracolmo di passione.
Non ci rendiamo conto che il taxi è ormai fermo da un po', il tassista un po' a disagio non ha interrotto il nostro momento.
Ci scusiamo per l'inconveniente e scendiamo, ridendo e con un leggero imbarazzo.
Mi guardo intorno e mi accorgo di essere a pochi passi da casa mia,e a due metri dal Lucca.
-Can cosa ci facciamo qui?- domando stranita.
Con la mano mi invita ad alzare lo sguardo, -Vedi lassù? È li che ho il mio studio legale ed è li che vivo, al piano superiore-, rimango in silenzio per qualche secondo;
vive qui a pochi passi da casa mia ed io ne ero allo scuro, oltretutto c'è un mega cartello con su scritto il suo nome e cognome, proprio sulla balaustra del balcone.
- Non posso crederci!- dico stupita,
-Passo qui ogni giorno e non ho mai fatto caso che tu fossi proprio così poco distante da me- realizzo di quanto la vita sia strana e di quanto, talvolta, abbiamo lì la cosa che più cerchiamo ma non siamo in grado di vederla.
Un attimo di panico arresta le mie mille constatazioni -Can oddio, se tornasse Roby e mi vedesse con te, sarebbe la fine- dico cercando di nascondere il mio viso, -Sarebbe meglio se ora rientrassi- gli comunico agitata.
-Eh no! Mi dispiace, ora non andrai da nessuna parte, verrai con me!- Mi dice tirandomi verso di lui con la cintura del mio abito.
In un millesimo di secondo sono completamente inerme davanti al suo fare deciso.
Mi prende la mano e ci dirigiamo verso casa sua.
Appena varco la porta d'ingresso, percepisco un senso di appartenenza, come se tutto fosse già parte integrante della mia vita.
Can mi precede e carinamente mi mostra la sua dimora, grande quanto basta ma che rispecchia completamente la sua personalità;
elegante ma deciso, con un tocco di estro.
-Posso offrirti qualcosa da bere?- mi domanda mentre si sfila il giubbetto di pelle, lasciando poco spazio all'immaginazione.
La camicia abbottonata, non riesce a nascondere le sue possenti spalle e la forma dei pettorali scolpiti.
Sento le gambe deboli alla vista di cotanta bellezza.
-Si, grazie-.rispondo fingendo che non mi faccia alcun effetto.
Can torna dopo qualche minuto con un bottiglia di champagne e fragole ricoperte di cioccolato fondente.

-Ecco, ora sai che io posso fare a meno di tutto, ma non di questi due alimenti- mi dice quasi volendosi spogliare della sua apparente rigidità e farsi conoscere totalmente

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-Ecco, ora sai che io posso fare a meno di tutto, ma non di questi due alimenti- mi dice quasi volendosi spogliare della sua apparente rigidità e farsi conoscere totalmente.
Versa dello champagne in due calici e me lo porge sorridendo.
-Sai? Poche persone sono entrate in casa mia, ne sono geloso e cerco di non condividere, la mia privacy con nessuno.-
-Perchè allora, mi hai permesso di invadere la tua intimità?- domando incuriosita dalle tante sfaccettature del suo carattere.
Si siede accanto a me, sul divano di pelle nel salone principale, spostando i miei capelli dal viso mi dice:
-Davvero ancora non lo hai capito?
In 30 anni della mia vita, mai nessuna donna è riuscita a trapassare le mie difese e prendermi come solo tu sai fare- imbarazzata, come non mai, abbasso il capo...
-Non voglio metterti in soggezione, ma devi sapere...l'uomo che credi tanto duro, ha ceduto al fascino di una donna italiana, che per la prima volta ho baciato con gli occhi e non con le labbra.-

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