Ai primi del 2015, mentre preparavo un viaggio in Perú, proposi ad alcuni famigliari che vivono nella mia cittá natale, di fare una escursione camminando nella Valle dell'Alto Mayo, appartenente alla frangia della Selva Amazzonica peruviana, per godere della esuberante vegetazione naturale della regione. All'inizio non mi presero in considerazione seriamente, perché non vedevano nessuna relazione con quello che era stata la mia natura: da bambina e sino alla nascita di mio figlio non avevo mai dimostrato nessun interesse per abbandonare la mia vita sedentaria e passiva. La mia passione per fare chilometri in montagna arrivò piú tardi, mentre vivevo in Cataluña.
I miei famigliari mi commentarono che faceva molto caldo, e per questo considerammo la possibilità di andare di notte. Partendo per il Perú misi in valigia quindici luci frontali e una volta arrivata a Moyobamba, allestimmo i preparativi per salire su una montagna chiamata Morro, situata in una zona marginale chiamata Calzada, uno dei luoghi di estrema povertá della zona. Cosí in febbraio di quell'anno nacque la 1º edizione del Morro Xtrem, cosí si chiama uno dei nostri due eventi solidari che facciamo ogni anno per raccogliere fondi che si destinano ad aiuti sociali.
Quella prima notte fú una sorpresa trovare alle pendici della montagna dei vicini della zona e alcuni giornalisti locali, che grazie alle istituzioni del luogo, avevano ricevuto la notizia di questo evento. Salimmo, lasciando alla base alcuni conoscenti, che aspettarono il nostro ritorno ascoltando musica tradizionale suonata da un piccolo gruppo della zona.
Con sorpresa ci rendemmo conto che una ventina di ragazzini dei dintorni si univano al nostro gruppo. Mi preoccupai vedendo che non erano assolutamente preparati; senza scarpe sportive e senza luce. Non ascoltarono le nostre avvertenze, ascendevano leggeri e rapidi come gazzelle. Questa immagine rimase impressa nella mia mente. Durante la discesa, nella scura e calda notte, alcuni di noi sbagliarono cammino arrivando ad un burrone dal quale si poteva uscire solo abbordando delle immense rocce. Per fortuna c'erano i nostri spontanei accompagnanti che si muovevano con agilitá. Loro, come delle guide esperte, ci aiutarono ad uscire da quella intricata e pericolosa situazione. Sono sicura che quel giorno rimarrá indimenticabile nella mia memoria come in quella di tutti i componenti del gruppo che parteciparono all'escursione.
Il giorno dopo ci ritrovammo in un ristorante del mio quartiere con tutti quelli che parteciparono e ci accompagnarono nella escursione. Raccontai loro del Club di Montagna di Vilasar de Mar-Piri, il centro escursionista di quel paese di Barcellona; fú lí che nacque l'idea di fare qualche cosa di simile a Moyobamba. Cosí incominció questa sfida, dando prioritá, con una visione altruista, alla necessità di aiutare i giovani piú poveri di questa zona. Questo è l'obbiettivo che ci guida nel cammino che abbiamo intrapreso. Sin dall'inizio siamo stati coscienti che attraverso lo sport e l'attivitá fisica avremmo potuto arrivare ad una maggiore tolleranza e comprensione permettendo a questi giovani una integrazione effettiva. Questo è quello che ci muove.
All'inizio il gruppo era formato quasi esclusivamente da famigliari, rimanendo peró aperto a tutti i cittadini della regione che avessero voluto farvi parte e appoggiare il nostro progetto. Si creó cosi un sistema di adozione che vá crescendo ogni giorno, appoggiandosi anche a piattaforme europee come teaming.net. Questo peró arrivó dopo; gli inizi non sono mai facili e meno ancora in un contesto dove i concetti di altruismo e solidarietà non sono ancora stati assimilati.
Abbiamo discusso per il nome da dare, e nonostante che i primi suggerimenti ci indirizzassero verso un'altra lingua – anglicismi difficili da evitare al giorno d'oggi, conseguenza dell'influenza degli Stati Uniti nel Sud – era chiara la volontá di risaltare valori culturali locali. Allora ci si decise per La Tangarana. Seguendo la raccomandazione di uno dei nostri vicini si tolse l'articolo e rimase Tangarana che è una formica guerriera dell'Amazzonia o l'albero dove abita. Molti mi dissero che il nome era azzeccato, peró come nessuno è perfetto, piú avanti ritornerò a parlare del tema.
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Con l'anima divisa in tré
Non-FictionSapevo di dover scrivere le mie vicissitudini ed ottenere che fossero interessanti da leggere. Mi sono divertita nel riunire e collegare trà di loro i miei appunti, vederli plasmati in questo libro -entrando in scena -, scritti all'inizio senza un o...