CLASSI SOCIALI E PREGIUDIZI

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Nella prima tappa della mia vita sono cresciuta pensando di essere una "bianchina", peró arrivata all'adolescenza, quando dovetti trasferirmi a Lima per i miei studi, mi resi conto che esisteva una privilegiata classe sociale di bianchi Peruviani; quelli che vivevano nel quartiere Marconi, in San Isidro, e che andavano in vacanza ad Ancon, descritti splendidamente nei libri di Bryce Echenique. Ancora di piú lo notai quando dovetti andare a vivere a San German, in una zona periferica dell'immensa cittá di Lima, dove i miei genitori avevano un piccolo appartamento – comprato in una coopertaiva di lavoro – e pagato con infinite e sofferte rate. Per andare alla facoltá dell'Universitá Agraria della Molina, dall'altra parte dell'immensa e caotica cittá, ci mettevo piú di due ore d'andata e altrettante per il ritorno.

Il viaggio lo facevo come sempre in sgangherati autobus collettivi pieni di passeggeri; li aspettavo con rassegnazione, senza peró abbassare la guardia perché appena si avvicinavano bisognava cercare di salirci al volo. Appesi fuori sui predellini avanzavamo lentamente da un capo all'altro della cittá. Credo che questo tipo di vicissitudini temprino il corpo e lo spirito; la forza interiore arriva da quí, da continui sforzi. Spero che mio figlio, che vive immerso in un'altra realtá, arrivi a questa temperanza grazie alle glaciali levatacce mattutine che deve fare per amore della sua passione sportiva.

Senza parlare delle mie origini della Selva. Solo per essere nata in Amazzonia ci chiamano "charapitas", dal nome di una tartaruga acquatica che abbonda a Iquitos. Nonostante molti di noi non abbiano mai visto questa specie , il termine si usa senza distinzioni per uomini e donne, benché al femminile si possa anche usare per identificare un prototipo di donna sensuale delle nostre zone tropicali. Forse io sono l'eccezione, visto che mi vedo molto normale, per niente esuberante. Mario Vargas Llosa ha alcuni detrattori per descrivere, nella sua novella La casa verde, le donne della Selva come femmine con sangue caldo.."calientes". Una zia mia non ha mai piú comprato un libro suo proprio per questo motivo.

Benché noi peruviani si posseggano connotati fisici che si riconoscono subito – secondo la regione di provenienza – si puó dire che la stragrande maggioranza di noi è meticcia. Naturalmente in Europa si notano di piú le mie origini, dove mi possono chiamare "aborigena" in qualsiasi momento. Tutto è relativo comunque, dipende da con che tipo di persona mi si compara. Nel mio caso mi tradiscono gli occhi piccoli, ereditati forse da qualche antenato asiatico, la mia pelle leggermente scura , forse di qualche ascendente indigeno, i miei capelli ricci di color castano con fili bianchi, forse di qualche intrepido conquistatore – benché adesso me li lisci seguendo la moda -. Di questo passo il mio parrucchiere Darwin otterrà che mi chiedano se appartengo a qualche dinastia Tahuantinsuyo-. Mi piacerebbe poter vantarmi di qualche antenato con lignaggio incaico; un eroico indigeno che capeggerebbe il mio immaginario albero genealogico famigliare.

Una volta, in casa dei nostri amici Ricardo e Kirsten , cenavamo immersi in una accesa discussione politica; mio marito, arrabbiato per non assecondare i suoi argomenti, mi chiamó "india" come per voler castigarmi; senza pensarci due volte gli risposi "Yuca pelata". Tutta la será poi si ironizó con la mia risposta, i cileni conoscono bene il bianco esagerato di questo tubercolo.

Ricardo Salazar – non molto alto, moreno e brava persona – è cileno. Arrivó come esiliato a Zurigo, in piena gioventú, fuggendo dalla dittatura di Pinochet. Appena arrivato conobbe Jan nel Comitato di appoggio ai prigionieri politici liberati in Cile. In quegli anni mio marito viveva con intensitá una epoca rivoluzionaria – della quale adesso io dico che non gli è rimasto neppure il ricordo – assieme a Isidoro Rando, un eterno combattente che adesso riposa in pace. La loro amicizia insormontabile risale ad allora. Attualmente questo nostro grande amico sudamericano vive vicino a Valparaiso con la sua adorabile moglie tedesca. Gioisce del vivere nella terra alla quale non aveva mai smesso di pensare.

Con l'anima divisa in tréDove le storie prendono vita. Scoprilo ora