BALLO A VIENNA

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Per motivi professionali e famigliari mi sono vista coinvolta in uno dei tradizionali eventi di Vienna: il ballo d'estate Fête Imperiale, nel sofisticato ambiente barocco del Palazzo Imperiale di Hofburg, sulle rive del Danubio. Una grande sala d'equitazione, si converte in una maestosa sala da ballo, una tradizione delle corti di anni fá.

Mi sentivo scomoda per la mancanza d'abitudine in questo tipo di ballo, motivo per cui decidemmo di prendere lezioni private in una scuola. Il primo giorno ci aspettava un ballerino veterano che faceva fatica a camminare; "Non è possibile che sia il nostro professore!", pensai. Quando incominció il compas, si eresse, mi prese per la vita e mi fece volteggiare con eleganza in uno spazio che mi sembró magico. Quasi non camminava, peró ballava come un principe. Pochi minuti dopo mi passó a Jan, entrambi non potevamo seguire il ritmo per lo sforzo di cercare di girare, facevamo passi troppo lunghi e nella direzione sbagliata, inciampando e pestandoci i piedi a vicenda continuamente. Contrariamente a quello che avevo pensato, la mia preoccupazione aumentava al rendermi conto che non saremmo usciti vittoriosi da questa esperienza.

La destrezza nella danza si ottiene solamente con molta pratica e, benché a noi latini costi meno, bisogna investire molte ore per ottenere risultati. Senza parlare della mia coppia, che era molto piú indietro di mé. Abbiamo fatto solamente due lezioni, mancavano pochi giorni all'evento e servirono solamente per far aumentare la pressione.

Mi vennero in mente ricordi dei balli di salone a cui qualche mia amica d'infanzia partecipava e che io osservavo affascinata schiacciata dalla mia opprimente timidezza di allora, molte volte nascosta dietro al telone rosso del cinema-teatro. Non avevo tanta grazia nei movimenti per appartenere a questo gruppo elitario. Loro ballavano la quadriglia, un pezzo musicale la cui origine risale al cotillon francese – con reminescenze spagnole – in coppia, in una formazione di gruppo quadricolare. Le vedevo belle, con vestiti lunghi e splendidi, con alte pettinature che ricordavano il passato. Sono passati tanti anni, ma nella mia memoria visiva sono rimaste incancellabili queste immagini dai colori vivissimi.

Jan mi faceva ritornare alla realtá ricordandomi la data e tutto quello che rimaneva da fare; adesso era il momento di concentrarsi nel vals, parola che procede dal francese valse, che a sua volta procede dal tedesco wälzen, che significa girare, fare giri. Nacque dalla tradizione popolare nel Tirolo austriaco e nel sud della Germania verso il secolo XII, convertendosi nel ballo piú elegante della nobiltá nelle monarchie centroeuropee verso il secolo XVIII, ché é quando s'incominció a chiamare vals. Si balla in tutto il mondo e in ogni luogo ha il suo stile peculiare: il francese musette, il messicano ranchera, il peruviano criollo. Non si balla allo stesso modo un vals o un velzerino criollo o altre innumerevoli varianti. Il vals viennese è il punto di riferimento dei balli di salone, con un ritmo velocissimo di sessanta compas per minuto e con una struttura di tre tempi per compas. È indispensabile mantenere una buona postura, per poter seguire la musica con ritmo. Nonostante il numero delle figure sia limitato, eseguire questo movimento omogeneo tanto caratteristico richiede dedicazione.

Cosí , intanto che le mie letture, scritti, corse, progetti e occupazioni famigliari giornaliere mi mantenevano occupata, mi resi conto che non avevo tempo per andare a comprarmi un vestito per l'occasione, e allora l'ordinai per Internet, a Zalando. Non avrei dovuto sorprendermi quando all'entrata del Palazzo Imperiale mi trovai con due vestiti come il mio. Puó succedere comprando in questo sito di moda che veste in serie; per fortuna le signore che l'indossavano non erano nella stessa zona riservata agli uomini d'affari, dove ci situarono. Per precauzione non mi mossi dal mio posto e suggerí a Jan che ce ne andassimo presto visto la stanchezza accumulata del viaggio, cosa che Jan fece appena gli fú possibile. Non gli dissi il vero motivo e meno male che la maggior parte del tempo rimase molto occupato parlando con i suoi colleghi. Fú cosí che riuscimmo ad evadere da questo fastoso ballo.

A mio figlio gli dico sempre che le ragazze cercano ragazzi che ballino bene. Quando aveva nove anni lo iscrissi dopo la scuola a un corso di ballo. Quando arrivammo al posto stabilito ci rendemmo conto che nel gruppo c'erano dodici bambine e un bambino, quando Erick vide il panorama si rifiutó di entrare. Non ci fú modo, non riuscí a convincerlo neanche con i piú fondati argomenti. Pensai che avrebbe preso il sopravento il sangue latino che ha nelle vene. Gli raccontai persino che nella antica Grecia, la danza veniva utilizzata come allenamento per i guerrieri, e che, vedendo questo spettacolo, il filosofo Socrate esclamó: "Il ballerino piú bravo è anche il guerriero piú bravo"

Con l'anima divisa in tréDove le storie prendono vita. Scoprilo ora