Per adempiere agli impegni professionali di Jan, e per evitare di avere problemi nel momento di dover scegliere dei vestiti, delle volte devo entrare nel circuito della moda, cosa che non mi affascina. Al contrario mi fá pensare agli astronomici prezzi di alcuni modelli creati da famosi disegnatori.
In occasione del mio cinquantesimo compleanno, passeggiando con la mia famiglia stavamo godendoci l'illuminato e splendido Paseig de Gracia, quando dovetti entrare in un negozio per ritirare un ordine fatto precedentemente. La commessa che stava all'ingresso c'invitó ad entrare, e benché la mia intenzione non fosse quella di entrare con tutta la mia truppa, entrammo. Loro si spaventarono vedendo i prezzi, peró si rilassarono subito quando ci servirono, come cortesia, un bicchiere di champagne. "Ci mancherebbe", commentò mia madre, con la sua caratteristica abitudine di fare il calcolo del cambio di valuta in sole (moneta ufficiale del Perú n.d.t), ed immediatamente dire quello che si sarebbe potuto comprare in Perú con quella cifra. La mia famiglia si riveló molto interessata, occhieggiando le esclusive- e a volte bizzarre e stravaganti – scarpe Jimmy Choo, come se fossero strani oggetti. Alla fine finirono per fare delle foto-ricordo.
Non mi lascio travolgere dall' ossessione materialista. Al contrario, in questo caso gli svizzeri – anche se non propriamente Jan – e i catalani, mi hanno contagiato la loro sobrietá e austeritá. Quando arrivai a Zurigo, tre anni fá, usai la piccola e semplice macchina, che era appartenuta alla mia indimenticabile suocera Adrienne Liljequist. Era molto pratica e facile da guidare, la lasciavo aperta e senza chiave visto che non era per niente attraente, persino le piccole ammaccature che le procuravo non si notavano. L'immensa borsa di hockey su gelo di mio figlio, quasi non ci stava, peró spingendo un poco alla fine si riusciva a farla entrare. Jan insisteva nel voler cambiare questa vecchia Peugeot, cosa alla quale io mi negavo sistematicamente, perché non volevo perdere quella comoditá. Un giorno Erick mi disse che neanche a lui piaceva questa macchina, perché ci stava stretto con il suo voluminoso abbigliamento sportivo. Gli dissi che lí dentro sentivo che sua nonna ci proteggeva, perché sicuramente le sue vibrazioni positive continuavano ad aleggiare in quello spazio; da quel momento non si lamentó piú.
Senza che io fossi d'accordo, Jan fece in modo che, al rientro dal mio ultimo viaggio, al posto della vecchia Peugeot trovassi una immensa e moderna macchina, cosa di cui mi dispiaccio in silenzio, visto che controllare e dominare il funzionamento elettronico di tanti automatismi e artilugi mi distrae. Dovró abituarmi, non ho altra scelta, e non posso neanche lamentarmi. Poco tempo fá dopo aver parcheggiato davanti ad un panettiere, un signore si avvicinó per chiedermi il modello; gli risposi che non lo sapevo. Dovró incominciare da quí, per leggere il manuale d'istruzioni e ricordarmi il modello. Mio marito dice che nel negozio del concessionario chiese espressamente che non ci fossero scritte di nessun tipo sulla carrozzeria perché cosí è piú elegante.
Allo stesso modo mi distraggono i cambi di telefono (cellulari) e di computer. I cambi cosí veloci della tecnologia finiscono per disorientarmi. A volte passo davanti al negozio di Apple e vedo gente in coda per comprare l'ultimo modello di non só che cosa. Nel mio caso, Vi assicuro che cambiare di cellulare è un incubo, lo faccio solamente se non se ne puó proprio fare a ameno o quando è veramente inservibile.
Neppure con il mio equipaggiamento sportivo mi ossessiono, uso gli spessi pantaloncini di qualitá media. Quello in cui non risparmio sono le scarpe, non ho scrupoli nel comprarmi le migliori scarpe con la migliore ammortizzazione e protezione. Correre, a parte di essere uno sport sano, è il piú economico, il piú austero e accessibile per tutti. Solo bisogna investire, senza badare troppo alle spese, nella calzatura sportiva per evitare lesioni. Quanti piú chilometri si fanno tanto piú bisogna scegliere modelli professionali.
Mi capita di affezionarmi ad alcune cose. Durante vari inverni portai quasi ogni giorno, un cappotto violaceo che era di mia suocera; senza volerlo, mia madre ha fatto soddisfatto Jan portandoselo in Perú nel suo ultimo viaggio.
Insomma, meglio la gioia di condividere chequella di accumulare. Forse vivere senza tante ostentazioni e non cosíattaccati alle cose materiali ci aiuta a non perdere di vista i nostri verivalori.
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Con l'anima divisa in tré
Non-FictionSapevo di dover scrivere le mie vicissitudini ed ottenere che fossero interessanti da leggere. Mi sono divertita nel riunire e collegare trà di loro i miei appunti, vederli plasmati in questo libro -entrando in scena -, scritti all'inizio senza un o...