Capitolo 39: Guerra e Pace

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Nessuno avrebbe mai pensato che una guerra, di questi tempi, avrebbe coinvolto l'intero universo.
Tutta colpa dei vampiri, che scemotti.
Stufi di succhiare sangue, iniziarono a succhiare ca...tapulte. Jà. Molto gustose.
Era cominciato come uno strano hobby, ma subito divenne virale. Purtroppo, questa bizzarra pratica è pericolosa per i vampiri, in quanto le schegge di legno finivano nei o polmoni, soffocandoli, o nel culo, e vi assicuro che non fa poi così bene. Credo.
Per questo motivo, qualcuno sano di mente pensò bene di suicidarsi perchè la Transilvania era caduta davvero in basso che soltanto andandoci uscivi con la sclerosi multipla.
Invece altri pensarono di risolvere il problema dalla radice. Quindi bandirono le catapulte dalla Transilvania per 10.000 anni.
Ma, dopo questo tempo, i vampiri ricominciarono a cercare forsennatamente catapulte.
Un lato positivo fu un incremento della borsa per le industrie del legno, ma non durò a lungo. Presto i vampiri impararono a costruire catapulte in malachite, che non lasciavano più schegge di legno.
Questa nuova pratica, però, non era destinata a durare. Presto i vampiri iniziano a morire per mancanza di sangue, riposo, carenza di depositi di malachite. E morirono tutti. Tutti.

Finchè un bel giorno uno rinaque sotto la forma di un animaletto carino e coccoloso. Un coso. Questo cosetto voleva solo essere amato, ma gli altri, considerandolo "strano", lo escludevano dalla società. Perciò, per vendetta, urlò così forte che si aprì un portale ultramega grosso che apriva le porte ad una diversa dimensione.
Nessuno sapeva cosa stesse succedendo, finchè qualcuno , lo stivalone Evitaerc detto Evi, entrò nel nuovo terriorio. Ma non fece più ritorno.
Dopo un tempo indefinito, fu la guerra.
Ma chi? Come? Perchè? Eh?
Queste furono le domande che la gente si poneva. Ma loro erano impotenti di fronte a cotanto fervore, il fervore della guerra.
Giganteschi eserciti fatti di gente che non aveva la minima idea di ciò che stava facendo stavano combattendo disperatamente contro qualcosa che neanche vedevano: gli invisibili.
Ota si capiva tutto: aspetta non è vero.
Un passo indietro, torniamo poco prima del tempo indefinito.
Dopo che Evi era partito (Ciao Evi! Stammi bene!), cose strane accaddero. Prima semplici oggetti che si spostavano di qualche chilometro, poi intere salumerie che venivano lanciate in aria, apparentemente da sole. Chi era che faceva questi dispetti? E poi, perchè proprio le salumerie?

Un alone di mistero celava la verità, una verità tutt'altro che rosea. Ma rossa, come il sa...sso. Il sasso di Qand (si pronuncia Ķ(h)hăanđ, fate finta di essere francesi con una patata in bocca e verrà alla perfezione) era un sasso molto vecchio. Così vecchio che la sua esistenza trascende l'Universo, fino ad arrivare a "Yunivers,,.
Esatto, questo sasso era sopravvissuto alla morte del suo universo. Ma non era un sasso speciale, era un sasso qualunque. Ma nessuno lo sapeva e lui approfittava di Qand perchè gli dava un sacco di attenzioni.
In realtà il vero sasso speciale è Dnaq (si pronuncia Giuseppi)
Ma chi era Dnaq? Ebbene, è stato il primo essere a essere divenuto essere vivente. Ormai non era più un sassino deboluccio, ma era fortissimo e potenzioso [Atk 50.000 - Def 4242 - Ps 666.667]. Ma come mai, con tutta questa forza, era stato spodestato da un suo (incredibilmente) sosia?
Beh, tutto parte da quella notte in cui Dnaq compì il suo ennesimo compleanno.
Aveva organizzato un mega party con tutti i suoi amici. Peccato che erano tutti morti di vecchiaia. Ma! Solo un tizio a caso si presentò: Qand. Era un grande fan di Dnaq, tanto che lo stalkerava ogni secondo della sua vita. Ma a Dnaq non importava, perchè il massimo che faceva durante il giorno era rotolare col vento sulle verdi colline di casa sua.
Qand era così entusiasta di aver incontrato il suo più grande sogno, che si mise a piangere per la gioia.

Fin da bambino, Quand doveva essere il figlio perfetto: primogenito, maschio, l'ultimo erede di una grande famiglia di elicotteri. I suoi antenati avevano compiuto imprese straordinarie, ma Qand doveva portare a termine la missione che da sempre il loro clan stava cercando di adempire: andare sulla Luna. Perciò, Qand era costretto ad allenarsi, a studiare e a gareggiare contro se stesso per poter essere degno di essere chi era. Ma nessuno si preoccupava veramente di lui, dei suoi interessi e le sue vere passioni. Per questo Qand si sentiva triste e incompreso. Numerose volte ha cercato di farsi capire, ma l'autorità dei suoi era troppo dispotica per sentire inutili sciocchezze.
E così, dopo anni di sopportazione, Qand decise che era ora di prendere in mano la sua vita. Per questo, in una calda notte estiva, sgusciò fuori da casa sua pronto a inseguire il suo più grande sogno: diventare un critico d'arte.
Vagò di città in città, alla ricerca di qualcuno in grado di insegnare a lui il segreto dell'arte. Ma nessuno era in grado di farlo. Ormai, disperato, si stava sempre più convincendo che era stato uno stupido ad essere scappato. Ma era da così tamto tempo che sognava una vita tutta sua, che non poteva mollare così facilmente. Doveva farcela. Con questa determinazione in corpo, finalmente riuscì ad avere l'ispirazione del critico: aveva capito il segreto dell'arte! Questo nuovo potere immenso fece nascere in lui uno spirito che, sopito da molto, poteva finalmente riemergere in grande stile.
E BOOM, dopo aver commentato con un "Carino" il quadro di una bambina di 5 anni, lei divenne una pittrice super mega famosa, e lui venne riempito di fan. E la sua carriera ebbe inizio. Da ogni Paese accorrevano artisti famosi e non, che cercavano il successo. Ma non sempre andava bene: dopotutto, non tutti sono degni di far parte del mondo dell'arte!
La sua fama crebbe così tanto che ormai Qand aveva criticato tutte le opere d'arte dell'Universo, tanto che creava opere solo per poterle commentare. Finchè la sua fama raggiunse la sua vecchia famiglia. Loro rimasero inorriditi da ciò. Non sopportavano l'arte. Non riuscivano minimamente a capirla, era così... complessa.
Qand, dopo 3 giorni di assenza, tornò a casa sua. Ormai era cresciuto e si sentiva pronto per affrontare il suo futuro, e per questo era tornato a casa.
Purtroppo non andò bene. Si aprì una lunga discussione che terminò con il definitivo distacco di Qand con la sua famiglia: non c'era più possibilità di riavvicinamento. E corse via, lontano, il più possibile. Corse per altri 3 giorni, finchè non inciampò su una radice e sbattè la testa su un tronco. Era in un luogo lontano lontano. Il Giardino. Un posto meraviglioso. Prati fioriti si estendevano a perdita d'occhio, un cielo di un celeste spettavolare. In mezzo, un dannato albero. Era una quercia. Qand si sedette alla sua ombra, osservando un laghetto proprio alla sua destra, e si accorse che un pesciolino lo stava osservando. E il pesce gli sputò in faccia.

La storia dietro al pesciolino è una storia triste. Racconta di un pesce solitario che voleva navigare in tutti i fiumi del mondo. Solo che viveva in un luogo molto molto molto lontano, ai confini dell'universo. Qui lo spazio e il tempo erano piuttosto confusi, quindi capita molto spesso di avere dei dejavu e di teltrasportarsi a caso. Molto scomodo. Così, questo pesce viveva in un mondo infinito, quindi esplorarlo tutto era leggermente difficile. Ma lui non demordeva, perchè era un pesce immortale. Curioso, vero? Tuttavia, questi luoghi erano una specie di bug informatici, e dovevano essere rimossi per non avere problemi in tutto Pansym. E arrivò il giorno in cui anche quel luogo doveva sparire.
Accadde con molta celerità: prima il tempo iniziò a comportarsi in modo ancora più bizzarro di prima: si congelava, scorreva troppo velocemente, faceva salti avanti e indietro. Lo spazio, invece, si contorceva paurosamente. Il pesce fore sapeva cosa stava per accadere, o forse no. Fatto sta che iniziò ad agitarsi, perchè ormai non aveva più modo di navigare in ogni fiume: molti erano spariti o cambiati, e altri erano nati. La sua agitazione si trasformò in panico, e intine in dispeazione. In queste condizioni, il pesce fece un'azione disperata: saltò fuori dall'acqua per sfuggire a quel luogo. Ul luogo che era stato, seppur in modo strano, la sua unica casa. Ma ora non lo era più. Rivolto verso la vastità dell'Universo, pianse. E si addormentò, stanco.
Fu svegliato da un tonfo. Era lui che si era schiantato. Sul un albero. Cadde, ruzzolando dentro un laghetto limpido.
Non aveva mai provato una sensazione così pacifica, di calma assoluta. Quanto gli piaceva, quel posto.
Beh, quel laghetto era la fonte naturale di ogni fiume, ruscello, rigagnolo dell'intero creato. Per questo il pesce si sentiva così bene. Aveva coronato il suo sogno.

Mentre Qand si gustava un bel pesce grigliato, osservò meglio il luogo che lo ospitava. Ma anche guardando meglio, vedeva solo fiori, fiorellini e erba. E la quercia.
Ma forse forse, quella quercia rendeva il Giardino molto più interessante di quanto potesse sembrare...

Ber capire le origini del Giardino, bisogna tornare indietro nei contorti ingranaggi del tempo, arrivando alle origini di tutto. Prima di Pansym.
Si è già visto come alcune cose riescano ad andare oltre il concetto di "Universo", riuscendone a superare i confini. Tra queste cose c'era proprio il Giardino.
Creato da un'entità misteriosa, doveva essere il luogo che si raggiunge per raggiungere la pace interiore. Ma non è facile, e spesso per ragiungerla si soffre molto. Una specie di consolazione spirituale.
Già al tempo di Okot e Ihcnor il Giardino era presente, e sempre lì era con Stivalonia. La semplice distruzione dell'Universo non bastava per cancellare quel luogo dalla realtà. Per questo era divenuto un luogo leggendario, tramandato nei racconti di antichi popoli.
L'esatta ubicazione del Giardino è ignota, tuttavia non bisogna possedere carte per arrivarci. È lui che si schianta da te. Letteralmente. Era una specie di benvenuto.
Senza quell'albero, non ci sarebbe nulla su cui sbattere. Certo, c'é sempre il terreno, ma è troppo morbido per l'erba.

Bene, è arrivato il momento di risalire attraverso le complicate trame di questo racconto. Ma prima, parliamo un po' di quella bella farfalla viola che si è posata su una stupenda Drosera capensis.

Quella farfalla un tempo era un bruco, che un giorno trovò l'amore della sua vita: una Equus quagga. Purtroppo, prima di poter confessare il suo profondo amore, venne rapito da un pescatore che voleva usarlo come esca.

Ora si potrebbe approfondire la vita di quel pescatore, figlio di un marinaio e di una zoologa. Ma lasciamo perdere.

Una notte, il bruchetto fuggì per tornare da lei, la sua amata, però era buio e non sapeva bene dove andare, perciò si ritrovò qui. Trovò un altro amore della sia vita, e visse felice e contento.
Ora stiamo assistendo alla sua morte: addio, cara farfallina. Resterai sempre nei nostri cuori.

Feene.
E invece no.
Bisogna concludere questo capitolo infinito.
Eravamo rimasti ai vampiri morti. Ah no, forse alle salumerie... o no. Forse al sasso di Qand, o a Dnaq. Mmmmm, ah già, a Qand. Ecco. Ma dov'era? Alla festa di Dnaq? Ah, no, era nel Giardino.
Bene.

Qand era davvero felice di stare lì, ma visto che in un modo o nell'altro la storia deve combaciare, facciamo che se ne va. Dove? Ma ovviamente ad un museo di cose vecchie! Lì conosce per la prima volta Dnaq, il primo sasso. Resta ammaliato dalla sua immensa bellezza e sassosità e decide di volergli bene. Tanto da stalkerarlo fino a quando Dnaq dà una festa per vedere se il fan-stalker esce allo scoperto. E il suo piano funziona, così Dnaq lo picchia e chiama la pula. Ma Qand fugge disperato, trattato male e finisce in depressione. L'unico modo per risolvere la questione era superarla, perciò prese un sasso di arenaria da terra e lo chiamò Bobbi.
E comunque questo non c'entra niente con le salumerie. Gli invisibili le attaccavano perchè erano pazzi di salame. Ma, con il potere della diplomazia, la guerra finì e i due popoli vissero in armonia forevah.

STIVALIADEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora