Capitolo 27

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<Hai detto tu che devo essere del tutto me stesso> sorride ma è un sorriso nervoso, forse si è pentito di avermi portata qui.

Mi metto di fronte a lui e gli appoggio le mani sul petto alzando la testa per guardarlo negli occhi.

<Questo è molto più romantico di un ristorante a cinque stelle, ti amo per come sei, non mi interessa il lusso> gli do un bacio leggero.

<Ti amo anche io> dice subito dopo con un sorriso che va da un occhio all'altro.

<Sei pronta per questa cena costosa ed elegante?> mi prende la mano.

<Non sono pronta a come ci guarderanno le persone vestiti così>

<Che ti frega, fai come se fossimo solo io e te> mi fa un sorriso rassicurante e mi invita ad entrare.

È incredibile come da fuori possa sembrare quasi "cattivo". Forse sono i tatuaggi o i piercing, o forse il suo sguardo, ma quando impari a conoscerlo capisci che è l'opposto.

Grazie a lui non mi interessa più il parere della gente, non mi vesto per piacere alle persone che mi guardano ma per piacere a me, e anche a lui. È l'unica persona di cui mi importa.

L'odore di fritto è la prima cosa sento quando entro, ma a me piace.

Faccio finta di non notare gli sguardi confusi della gente mentre camminiamo verso un tavolino libero, deve essere strano vederci vestiti così in un fast food, di certo non me lo dimenticheró.

<Questo è il nostro primo appuntamento> dice mentre segna il suo ordine sul piccolo tablet fatto apposta.

Non ci avevo mai pensato, ma non abbiamo mai avuto un vero e proprio appuntamento.

<Forse perchè abbiamo fatto tutto molto in fretta, sono venuta a vivere da te e ti conoscevo da neanche due mesi> ridacchio.

<Sei pentita?> il suo sguardo cambia.

<Assolutamente no, lo rifarei altre mille volte> appoggio la mia mano sulla sua. Questo gesto sembra rassicurarlo perchè sembra diventare di nuovo felice.

Dopo cena facciamo una passeggiata in giro per la città, New York mi piace troppo, nonostante il traffico continuo e il casino costante.

Nonostante sia la Vigilia le strade sono affollate e sorridono praticamente tutti, compresa me.

È il primo Natale che passo senza mia madre, non è una bella sensazione, ma sono felice, perchè ho Blake qui con me e sono nel posto più bello che abbia mai visto, e, nonostante tutto, sorrido ancora.

Rientriamo in hotel quando inizia a fare troppo freddo anche solo per camminare.

<Si muore di freddo> dico tremando quando chiudo la porta della stanza.

Mi blocca contro la porta, infila una mano sotto il mio vestito e mi accarezza l'interno coscia.

<Tra poco avrai caldo> sussurra sul mio collo. Queste frasi ancora hanno effetto su di me, ma più guardo Blake più capisco perchè.

Non sono ancora riuscita a trovare un difetto in lui, e non so se la cosa mi piace o mi preoccupa.

Cerco di non pensarci e mi godo il momento.

<Blake se non passavi il Natale con tua madre, allora con chi lo passavi?> chiedo mettendo il pigiama dopo aver fatto la doccia.

<Da solo> dice come se fosse normale.

<Non avevo nessuno di cui mi importasse tanto con cui festeggiare> mi si scalda il cuore a sapere che in qualche modo, anche io l'ho aiutato.

𝐹𝐴𝐿𝐿𝐼𝑁𝐺 || 𝐻.𝑆 ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora